Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Le opere napoletane di Caravaggio e il loro influsso sulla pittura di primo Seicento a Napoli
A “calcare la scena” lunedì 11 ottobre sarà Vincenzo Pacelli, ordinario di Storia dell’Arte Moderna alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli “Federico II” e attualmente considerato uno dei massimi esperti di Caravaggio.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gli appuntamenti promossi dalla Fondazione Ermitage Italia a Ferrara su “Caravaggio e i caravaggeschi” si susseguono.
A “calcare la scena” lunedì 11 ottobre sarà Vincenzo Pacelli, ordinario di Storia dell’Arte Moderna alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli “Federico II” e attualmente considerato uno dei massimi esperti di Caravaggio.
Da anni lo studioso - che darà il suo contributo a questo interessante focus ferrarese sull’autore del “Suonatore di liuto” - è impegnato in studi relativi alla pittura secentesca, soprattutto nel territorio campano e napoletano, dedicando saggi e monografie a Pacecco de Rosa, Luca Giordano e Francesco Solimena. Recentemente Pacelli ha rivolto l’attenzione all’ultima fase della vita di Caravaggio indagandone aspetti prettamente storico-artistici, giungendo alla ri-attribuzione al Maestro del Martirio di Sant’Orsola, cercando altresì di far luce sulle estreme vicende della sua biografia
ed elaborando nuove letture sulla base di inedite fonti documentarie.
Il tema della conferenza che terrà a Ferrara sarà incentrato sulla fase napoletana di Caravaggio,
quando, appena dopo il fatidico 1606, anno della dipartita dalla capitale, le opere del maestro generarono in ambito partenopeo
una fiorente e proficua reazione negli artisti locali che ne accolsero portata innovativa e modernità stilistica.
Il primo soggiorno partenopeo di Caravaggio è infatti di pochi mesi, nemmeno un anno,
eppure le opere che lascia in città sono destinate a influire profondamente sugli sviluppi della scuola barocca napoletana.
Tele come le Sette opere di misericordia, la grandiosa e concitata pala commissionata dal Pio Monte della Misericordia per l’altar maggiore della chiesa dell’istituto, o la Flagellazione, che Merisi esegue per la cappella di Tommaso de Franchis in San Domenico Maggiore, divengono i testi presi a modello dagli esponenti locali della pittura naturalista.
Caravaggio però non trova pace. Parte per Malta e dopo una rocambolesca fuga dal carcere ripara a Siracusa.
Non sappiamo con precisione quando decide di tornare a Napoli, ma quello che fa ritorno nella città partenopea è un Merisi sempre più angosciato dalla morte e
ossessionato dalla paura di essere raggiunto dai suoi inseguitori.
Nonostante tutto, Caravaggio trova comunque modo di realizzare i suoi ultimi capolavori tra cui il Martirio di sant’Orsola, l’ultimo, lancinante, quadro dipinto da Caravaggio prima di imbarcarsi alla volta di Porto Ercole.
Nell’anno dedicato al Caravaggio, la Fondazione Ermitage Italia promuove dunque, in collaborazione con l’Università di Ferrara, un ciclo di conferenze per approfondire diversi aspetti e problematiche legate all’arte, alla committenza e al collezionismo delle opere del celeberrimo artista e dei caravaggeschi.
Dopo l’incontro con Marco Bona Castellotti (Università Cattolica di Milano) che ha affrontato la tematica della committenza romana di Caravaggio, la conferenza sulle scoperte e i misteri di Caravaggio tenuta da Francesca Cappelletti (Università di Ferrara) e i più recenti incontri con Gail Feigenbaum, del Getty Research Institute di Los Angeles (confronto tra Georges de la Tour e Caravaggio) e con Gianni Papi sul caravaggesco Ribera,
è ora dunque la volta di Vincenzo Pacelli, al quale seguiranno altre quattro conferenze nel corso del 2010.
A “calcare la scena” lunedì 11 ottobre sarà Vincenzo Pacelli, ordinario di Storia dell’Arte Moderna alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli “Federico II” e attualmente considerato uno dei massimi esperti di Caravaggio.
Da anni lo studioso - che darà il suo contributo a questo interessante focus ferrarese sull’autore del “Suonatore di liuto” - è impegnato in studi relativi alla pittura secentesca, soprattutto nel territorio campano e napoletano, dedicando saggi e monografie a Pacecco de Rosa, Luca Giordano e Francesco Solimena. Recentemente Pacelli ha rivolto l’attenzione all’ultima fase della vita di Caravaggio indagandone aspetti prettamente storico-artistici, giungendo alla ri-attribuzione al Maestro del Martirio di Sant’Orsola, cercando altresì di far luce sulle estreme vicende della sua biografia
ed elaborando nuove letture sulla base di inedite fonti documentarie.
Il tema della conferenza che terrà a Ferrara sarà incentrato sulla fase napoletana di Caravaggio,
quando, appena dopo il fatidico 1606, anno della dipartita dalla capitale, le opere del maestro generarono in ambito partenopeo
una fiorente e proficua reazione negli artisti locali che ne accolsero portata innovativa e modernità stilistica.
Il primo soggiorno partenopeo di Caravaggio è infatti di pochi mesi, nemmeno un anno,
eppure le opere che lascia in città sono destinate a influire profondamente sugli sviluppi della scuola barocca napoletana.
Tele come le Sette opere di misericordia, la grandiosa e concitata pala commissionata dal Pio Monte della Misericordia per l’altar maggiore della chiesa dell’istituto, o la Flagellazione, che Merisi esegue per la cappella di Tommaso de Franchis in San Domenico Maggiore, divengono i testi presi a modello dagli esponenti locali della pittura naturalista.
Caravaggio però non trova pace. Parte per Malta e dopo una rocambolesca fuga dal carcere ripara a Siracusa.
Non sappiamo con precisione quando decide di tornare a Napoli, ma quello che fa ritorno nella città partenopea è un Merisi sempre più angosciato dalla morte e
ossessionato dalla paura di essere raggiunto dai suoi inseguitori.
Nonostante tutto, Caravaggio trova comunque modo di realizzare i suoi ultimi capolavori tra cui il Martirio di sant’Orsola, l’ultimo, lancinante, quadro dipinto da Caravaggio prima di imbarcarsi alla volta di Porto Ercole.
Nell’anno dedicato al Caravaggio, la Fondazione Ermitage Italia promuove dunque, in collaborazione con l’Università di Ferrara, un ciclo di conferenze per approfondire diversi aspetti e problematiche legate all’arte, alla committenza e al collezionismo delle opere del celeberrimo artista e dei caravaggeschi.
Dopo l’incontro con Marco Bona Castellotti (Università Cattolica di Milano) che ha affrontato la tematica della committenza romana di Caravaggio, la conferenza sulle scoperte e i misteri di Caravaggio tenuta da Francesca Cappelletti (Università di Ferrara) e i più recenti incontri con Gail Feigenbaum, del Getty Research Institute di Los Angeles (confronto tra Georges de la Tour e Caravaggio) e con Gianni Papi sul caravaggesco Ribera,
è ora dunque la volta di Vincenzo Pacelli, al quale seguiranno altre quattro conferenze nel corso del 2010.
11
ottobre 2010
Le opere napoletane di Caravaggio e il loro influsso sulla pittura di primo Seicento a Napoli
11 ottobre 2010
incontro - conferenza
Location
FONDAZIONE ERMITAGE ITALIA – PALAZZO GIGLIOLI
Ferrara, Corso Della Giovecca, 148/a, (Ferrara)
Ferrara, Corso Della Giovecca, 148/a, (Ferrara)
Vernissage
11 Ottobre 2010, dalle 16.30
Ufficio stampa
VILLAGGIO GLOBALE
Autore