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Luca Pignatelli – Analogie e Sculture
Il nucleo centrale della mostra è rappresentato da oltre 20 grandi lavori inediti, con al centro immagini di sculture della tradizione greco-romana, classica ed ellenistica.
Comunicato stampa
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Il 27 novembre inaugurerà negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, Analogie e Sculture, mostra personale di Luca Pignatelli, a cura di Marina Fokidis.
Il nucleo centrale della mostra è rappresentato da oltre 20 grandi lavori inediti, con al centro immagini di sculture della tradizione greco-romana, classica ed ellenistica. Le sculture-fotografie in bianco e nero abitano la memoria collettiva e ci sono familiari: sono soggetti della mitologia, eroi, antenati culturali, statue classiche conosciute nelle forme odierne, quindi decapitate. A loro l’artista dona una nuova appartenenza: la scultura perde la natura specifica della pietra e diviene quadro. Alle immagini apollinee ed eroiche, si contrappone un fondo dionisiaco scuro, fatto di inchiostri tempere pezze e cuciture che si amalgamano come una tettonica a placche, in subbuglio, un cantiere sulla tela. Nell’insieme, è difficile dire a quale tempo appartengano queste opere: di fronte a noi convivono il senso di urgenza del contemporaneo e la quieta profondità del passato.
In mostra a Firenze anche alcune opere di piccolo formato intitolate Analogie, che utilizzano riproduzioni del suo sterminato archivio. È la prima volta che l’artista fa entrare il pubblico nell’officina visiva a cui in tutti questi anni ha attinto per la sua ricerca e ispirazione, mostrando materiali e anche una procedura di lavoro finora restati privati. Sono immagini entrate a far parte di questo ‘giacimento’ in epoche diverse, che come fiumi carsici affiorano e si combinano quasi casualmente, talvolta per un semplice spostamento di carte. Per Luca Pignatelli c’è una relazione stretta fra Analogie e la storia dell’arte secondo Aby Warburg, fatta di associazioni, anacronismi e fantasmi, vale a dire con immagini e cose che sono evocabili perché passate e imprevedibili perché quasi decadute.
Proprio scrivendo di questi lavori di piccolo formato, la curatrice della mostra Marina Fokidis osserva: “Le analogie paradossali di Luca Pignatelli fra diverse immagini e oggetti del passato sembrano uno strumento per capire l’essere dell’esistenza al presente. Che cosa sarebbe lo sviluppo senza la follia di quei pochi che preservano ciò che ritengono sia eccezionale e meritevole di essere trasmesso alle generazioni future? Che cos’è la storia se non una sequenza di preferenze individuali raggruppate a caso per convivere insieme e inseguire una traiettoria parallela? Collezionista appassionato di oggetti-reliquie del passato, generalmente sotto forma di libri con riproduzioni, Pignatelli, ri-esamina la nozione bipolare di bellezza, depravazione, terrore, vanità, potere e altro ancora. Le sue composizioni, spesso seduttive e serene a un primo sguardo, possono rivelare elementi visivi imprevedibili che agiscono come allarmi dal tempo presente su ciò che ci sembra più sacro!”
Luca Pignatelli commenta così il nuovo ciclo di opere: “Il mio modo di reinterpretare il repertorio antico è come un andare in visita a un lontano parente: sappiamo che la persona che abbiamo davanti è cambiata, ma in testa abbiamo il ricordo di come era tanto tempo fa. Per me invece ripetere è importante. Nel riproporre modelli e tipologie preesistenti a me, io mi incrocio con loro e faccio da ponte verso altri luoghi”.
Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo.
Il lavoro artistico di Luca Pignatelli conosce una risonanza di portata internazionale sin dagli anni ‘90. Ha esposto – limitando l’elenco alle mostre personali più recenti –, alla Biennale di Venezia e al Mamac di Nizza (2009), al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, al Teatro India di Roma (2007), alla Annex Plus–White Box e alla Ethan Cohen Fine Arts di New York (2006), alla Galerie Daniel Templon a Parigi e alla Galerie Mudimadue di Berlino (2005), alla Generous Miracles Gallery di New York. Vive e lavora a Milano.
Marina Fokidis è una critica d’arte e curatrice indipendente. Insieme a Sotirios Bahtsetzis ha fondato la Kunsthalle Athena. È membro fondatore e direttore di Oxymoron, un’associazione non profit dedicata alla promozione dell’arte contemporanea visiva in ambito internazionale. È stata fra i curatori della prima Biennale di Tirana nel 2001, e Commissario del Padiglione greco alle 50° e 53° Biennali di Venezia. Nel 2009 ha curato a New York il progetto internazionale Pulse Play. Vive e lavora ad Atene.
Il nucleo centrale della mostra è rappresentato da oltre 20 grandi lavori inediti, con al centro immagini di sculture della tradizione greco-romana, classica ed ellenistica. Le sculture-fotografie in bianco e nero abitano la memoria collettiva e ci sono familiari: sono soggetti della mitologia, eroi, antenati culturali, statue classiche conosciute nelle forme odierne, quindi decapitate. A loro l’artista dona una nuova appartenenza: la scultura perde la natura specifica della pietra e diviene quadro. Alle immagini apollinee ed eroiche, si contrappone un fondo dionisiaco scuro, fatto di inchiostri tempere pezze e cuciture che si amalgamano come una tettonica a placche, in subbuglio, un cantiere sulla tela. Nell’insieme, è difficile dire a quale tempo appartengano queste opere: di fronte a noi convivono il senso di urgenza del contemporaneo e la quieta profondità del passato.
In mostra a Firenze anche alcune opere di piccolo formato intitolate Analogie, che utilizzano riproduzioni del suo sterminato archivio. È la prima volta che l’artista fa entrare il pubblico nell’officina visiva a cui in tutti questi anni ha attinto per la sua ricerca e ispirazione, mostrando materiali e anche una procedura di lavoro finora restati privati. Sono immagini entrate a far parte di questo ‘giacimento’ in epoche diverse, che come fiumi carsici affiorano e si combinano quasi casualmente, talvolta per un semplice spostamento di carte. Per Luca Pignatelli c’è una relazione stretta fra Analogie e la storia dell’arte secondo Aby Warburg, fatta di associazioni, anacronismi e fantasmi, vale a dire con immagini e cose che sono evocabili perché passate e imprevedibili perché quasi decadute.
Proprio scrivendo di questi lavori di piccolo formato, la curatrice della mostra Marina Fokidis osserva: “Le analogie paradossali di Luca Pignatelli fra diverse immagini e oggetti del passato sembrano uno strumento per capire l’essere dell’esistenza al presente. Che cosa sarebbe lo sviluppo senza la follia di quei pochi che preservano ciò che ritengono sia eccezionale e meritevole di essere trasmesso alle generazioni future? Che cos’è la storia se non una sequenza di preferenze individuali raggruppate a caso per convivere insieme e inseguire una traiettoria parallela? Collezionista appassionato di oggetti-reliquie del passato, generalmente sotto forma di libri con riproduzioni, Pignatelli, ri-esamina la nozione bipolare di bellezza, depravazione, terrore, vanità, potere e altro ancora. Le sue composizioni, spesso seduttive e serene a un primo sguardo, possono rivelare elementi visivi imprevedibili che agiscono come allarmi dal tempo presente su ciò che ci sembra più sacro!”
Luca Pignatelli commenta così il nuovo ciclo di opere: “Il mio modo di reinterpretare il repertorio antico è come un andare in visita a un lontano parente: sappiamo che la persona che abbiamo davanti è cambiata, ma in testa abbiamo il ricordo di come era tanto tempo fa. Per me invece ripetere è importante. Nel riproporre modelli e tipologie preesistenti a me, io mi incrocio con loro e faccio da ponte verso altri luoghi”.
Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo.
Il lavoro artistico di Luca Pignatelli conosce una risonanza di portata internazionale sin dagli anni ‘90. Ha esposto – limitando l’elenco alle mostre personali più recenti –, alla Biennale di Venezia e al Mamac di Nizza (2009), al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, al Teatro India di Roma (2007), alla Annex Plus–White Box e alla Ethan Cohen Fine Arts di New York (2006), alla Galerie Daniel Templon a Parigi e alla Galerie Mudimadue di Berlino (2005), alla Generous Miracles Gallery di New York. Vive e lavora a Milano.
Marina Fokidis è una critica d’arte e curatrice indipendente. Insieme a Sotirios Bahtsetzis ha fondato la Kunsthalle Athena. È membro fondatore e direttore di Oxymoron, un’associazione non profit dedicata alla promozione dell’arte contemporanea visiva in ambito internazionale. È stata fra i curatori della prima Biennale di Tirana nel 2001, e Commissario del Padiglione greco alle 50° e 53° Biennali di Venezia. Nel 2009 ha curato a New York il progetto internazionale Pulse Play. Vive e lavora ad Atene.
27
novembre 2010
Luca Pignatelli – Analogie e Sculture
Dal 27 novembre 2010 al 13 febbraio 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA POGGIALI
Firenze, Via Della Scala, 35A, (Firenze)
Firenze, Via Della Scala, 35A, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13.30 / 15.30-19 domenica e lunedì chiuso
Vernissage
27 Novembre 2010, ore 18
Ufficio stampa
DELOS
Autore
Curatore