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Anton Henning – Apotheosized Abstractions
In mostra: venti dipinti, tre sculture, un’installazione e tre video; Anton Henning (Berlino, 1964) combina elementi apparentemente contradditori nella sua opera. Ogni lavoro vive in una propria indipendenza e come parte di un tutto, di un’intera composizione (Gesamtkomposition).
Comunicato stampa
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Brand New Gallery è un nuovo spazio dedicato all'arte contemporanea che apre a Milano, a metà strada tra una galleria d’arte e un centro per la promozione di cultura, nato da un’idea di due storici dell’arte, Chiara Badinella e Fabrizio Affronti. Con i suoi 350 mq, lo spazio è una possibile piattaforma dove artisti, curatori e collezionisti possono incontrarsi con l’obiettivo di promuovere l’opera di artisti attivi a livello internazionale e mai presentati in Italia, pianificando cinque mostre per anno oltre a lectures e incontri dedicati all’arte contemporanea. Per ogni mostra è prevista una pubblicazione con immagini, testi, interviste, in una collana che si inaugura con il primo appuntamento previsto per novembre 2010: la mostra personale dell’artista tedesco Anton Henning.
In mostra: circa venti dipinti, tre sculture, un’installazione, quattro video e undici disegni.
Pittore, scultore, fotografo, video artista e musicista, l’artista tedesco Anton Henning (Berlino, 1964) si appropria della storia dell’arte offuscando i confini dei suoi generi tradizionali. Ignorando ogni convenzione, Henning distrugge intenzionalmente ogni regola e standard, violando deliberatamente i modelli prestabiliti e le aspettative del gusto. La sua arte è soggettiva, intuitiva, romanticamente ironica, non facilmente incasellabile nell’ambito dell’arte contemporanea. I canoni del giudizio estetico ordinario vengono sagacemente sovvertiti in modo da offrire una nuova serie di valori e riconquistare un’innocenza e curiosità perduta. Le sue opere sembrano create per soddisfare una fame di bellezza ma con la consapevolezza che questo desiderio contribuisce ironicamente alla loro banalizzazione. Spingendosi a volte agli estremi del kitsch e violando ogni taboo, le opere idiosincratiche di Henning sembrano però adattarsi alle classiche composizioni tradizionali di nature morte, ritratti, paesaggi e astratti. Anton Henning combina elementi apparentemente contradditori, ogni lavoro vive in una propria indipendenza e come parte di un tutto, di un’intera composizione (Gesamtkomposition). Le sue installazioni mettono in relazione elementi figurativi ed astratti, creando veri e propri “salons” attentamente orchestrati per la contemplazione delle singole parti. Tra pittura, scultura, installazione e video, Henning contraddistingue le sue creazioni con un marchio inconfondibile conosciuto come “Hennling”, una pianta dalla forma tripartita che, come una firma, appare in buona parte delle sue opere: a volte inseriti come fiori, altre come forma astratta, gli “Hennlings” si insinuano nei dipinti, distruggendo la coerenza della scena, minandone la credibilità, aggiungendo un elemento surreale e assurdo. Un esempio: il video Voilà (immagine in allegato) dove l'artista, pattinando sul ghiaccio, disegna la linea curvilinea tipica delle sue opere pittoriche.
L'opera di Henning tratta temi conosciuti tendendo a rendere nota la spaventosa mancanza di prospettiva critica con cui l'arte di oggi è troppo spesso edonisticamente consumata. L’artista tedesco, servendosi di ciò che Duchamp chiamava “meta-ironia”, sceglie deliberatamente di creare spaesamento perché, proprio grazie a esso, lo spettatore riesca a liberarsi dai pregiudizi morali ed estetici e a godere di un piacere sensuale.
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Tra le opere in mostra:
L'installazione Familienportrait No. 1 (immagine in allegato) presenta cinque tavoli su cui sono inserite cinque tele dipinte che mostrano su un lato il ritratto dell'artista e dei membri della sua famiglia (moglie e tre figli) e sull'altro dei teschi. Le tele sono incessantemente mosse dall’aria prodotta da un ventilatore. Una rinnovata versione di vanitas o memento mori, grande tema dell’arte di tutti i tempi.
Nell'opera di Henning esistono corrispondenze e associazioni tra i generi (pittura, scultura, video) ben stabilite; per questo motivo spesso le sculture e i quadri riportano stessi titoli, come nell’opera Blumenstilleben - Natura morta (immagine in allegato). In questa interazione di supporti utilizzati spesso le sculture di Henning divengono un prolungamento tridimensionale dell’opera pittorica, come è evidente in Öl auf Leinwand
In mostra: circa venti dipinti, tre sculture, un’installazione, quattro video e undici disegni.
Pittore, scultore, fotografo, video artista e musicista, l’artista tedesco Anton Henning (Berlino, 1964) si appropria della storia dell’arte offuscando i confini dei suoi generi tradizionali. Ignorando ogni convenzione, Henning distrugge intenzionalmente ogni regola e standard, violando deliberatamente i modelli prestabiliti e le aspettative del gusto. La sua arte è soggettiva, intuitiva, romanticamente ironica, non facilmente incasellabile nell’ambito dell’arte contemporanea. I canoni del giudizio estetico ordinario vengono sagacemente sovvertiti in modo da offrire una nuova serie di valori e riconquistare un’innocenza e curiosità perduta. Le sue opere sembrano create per soddisfare una fame di bellezza ma con la consapevolezza che questo desiderio contribuisce ironicamente alla loro banalizzazione. Spingendosi a volte agli estremi del kitsch e violando ogni taboo, le opere idiosincratiche di Henning sembrano però adattarsi alle classiche composizioni tradizionali di nature morte, ritratti, paesaggi e astratti. Anton Henning combina elementi apparentemente contradditori, ogni lavoro vive in una propria indipendenza e come parte di un tutto, di un’intera composizione (Gesamtkomposition). Le sue installazioni mettono in relazione elementi figurativi ed astratti, creando veri e propri “salons” attentamente orchestrati per la contemplazione delle singole parti. Tra pittura, scultura, installazione e video, Henning contraddistingue le sue creazioni con un marchio inconfondibile conosciuto come “Hennling”, una pianta dalla forma tripartita che, come una firma, appare in buona parte delle sue opere: a volte inseriti come fiori, altre come forma astratta, gli “Hennlings” si insinuano nei dipinti, distruggendo la coerenza della scena, minandone la credibilità, aggiungendo un elemento surreale e assurdo. Un esempio: il video Voilà (immagine in allegato) dove l'artista, pattinando sul ghiaccio, disegna la linea curvilinea tipica delle sue opere pittoriche.
L'opera di Henning tratta temi conosciuti tendendo a rendere nota la spaventosa mancanza di prospettiva critica con cui l'arte di oggi è troppo spesso edonisticamente consumata. L’artista tedesco, servendosi di ciò che Duchamp chiamava “meta-ironia”, sceglie deliberatamente di creare spaesamento perché, proprio grazie a esso, lo spettatore riesca a liberarsi dai pregiudizi morali ed estetici e a godere di un piacere sensuale.
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Tra le opere in mostra:
L'installazione Familienportrait No. 1 (immagine in allegato) presenta cinque tavoli su cui sono inserite cinque tele dipinte che mostrano su un lato il ritratto dell'artista e dei membri della sua famiglia (moglie e tre figli) e sull'altro dei teschi. Le tele sono incessantemente mosse dall’aria prodotta da un ventilatore. Una rinnovata versione di vanitas o memento mori, grande tema dell’arte di tutti i tempi.
Nell'opera di Henning esistono corrispondenze e associazioni tra i generi (pittura, scultura, video) ben stabilite; per questo motivo spesso le sculture e i quadri riportano stessi titoli, come nell’opera Blumenstilleben - Natura morta (immagine in allegato). In questa interazione di supporti utilizzati spesso le sculture di Henning divengono un prolungamento tridimensionale dell’opera pittorica, come è evidente in Öl auf Leinwand
12
novembre 2010
Anton Henning – Apotheosized Abstractions
Dal 12 novembre al 22 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
BRAND NEW GALLERY
Milano, Via Carlo Farini, 32, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 32, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11-13; 14.30-19
Vernissage
12 Novembre 2010, ore 18
Ufficio stampa
ADICORBETTA
Autore