Giocare con i desideri inespressi, lasciare emergere dal proprio animo il lato più irriverente, trasgressivo e inusuale. Una possibilità che si realizza attraverso l’arte. Ideato da Karin Andersen e Michele Mariano, curato da Edoardo Bridda e Chiristian Rainer, Aural Sculpture(S) è un work in progress itinerante nel quale si reinterpreta il modo di apparire, di presentarsi. Poster, gadget, copertine di cd: questi i materiali attraverso i quali gli artisti invitati si propongono. Creando un alter ego musicale e costruendo la propria immagine come se facessero parte dello star system.
Gli applausi sono tutti per lui, solo, illuminato dai riflettori, al centro del palcoscenico. Pantaloni aderenti, torso nudo, giacca di strass; eccolo sulla copertina del cd contenente i suoi più grandi successi: Daniel Lee/Pipa. Una presenza, quella dell’artista cino-americano, noto per le sue creature in bilico fra umano e animale, prestigiosa e significativa. Citando solo alcuni dei lavori esposti, considerando che sono ben 29 gli artisti partecipanti, sono da segnalare quelli di Andrea Contin, Maicol&Mirco ed Elena Rapa. Christian Rainer propone, tra l’esilarante e lo struggente, La biografia di Sebastien Janvier accompagnandola con una rara (per fortuna) registrazione audio, veramente insopportabile all’udito e quindi splendidamente riuscita. Alcuni autori, infatti, non si sono limitati a curare la propria immagine e la veste grafica del personaggio, ma hanno anche inciso dei brani. Create per l’occasione anche delle band, così come avviene fra le stelle della musica, come The Dummies di Giovanni Bellavia & Francesco Di Credico & Giulio Macaione & Beatrice Negri. Una mostra, dunque, all’insegna del rigorosamente falso: dal personaggio, completamente inventato, alle opere.
E oscilla fra realtà e invenzione, sempre in stretto rapporto con la società, anche la Louse Gallery, progetto curato da Sure Creative Lab, galleria virus che si è infiltrata da qualche mese nella Galleria Marconi. Parassita che, sfruttando l’attività della Galleria, propone ad ogni nuova inaugurazione, una propria mostra. Con Io esisto, io suono, Stefano Segatori resta in tema con la mostra principale, proponendo dei brani di musica elettronica e un’intervista surreale tutta da ascoltare.
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