Categorie: altrecittà

Fino al 2.X.2011 | Leandro Erlich | Galleria Continua | sede francese | 46 rue de la Ferté Gaucher

di - 9 Settembre 2011
Leandro Erlich, argentino classe 1973, è uno dei più interessanti artisti presenti attualmente sul panorama mondiale. Attivo già dall’inizio degli anni Novanta ha esposto, solo per citare alcune sedi, alla Biennale di Venezia nel 2001 e nel 2005, al PS1 di New York, al Reina Sofia di Madrid, alle Biennali di Liverpool e Istanbul.
Attualmente è in corso una piccola personale negli spazi di Galleria Continua nella sede francese di Le Moulin.
La sua ricerca si basa sugli spaesamenti sensoriali, ricchi di effetti illusori che danno l’idea allo spettatore che tutto d’un tratto -immergendoci nelle strutture di Erlich-  si sia proiettati fisicamente oltre lo specchio, esattamente come accade entrando in Changing Room, environment del 2008 che ricrea appunto un camerino di una boutique attraversabile sul terzo lato, nel riflesso mancante, in grado dunque di proiettare lo spettatore in una dimensione che appartiene ad una tridimensionalità da vertigine dove, in apparenza, ogni lato nasconde un’uscita o un trabocchetto.
Le opere di Erlich sono connaturate da un artificio leggero, come se all’osservatore fosse chiesto continuamente di sdoppiarsi e di calarsi in una nuova realtà d’osservazione: Le Cabinet du Psy (2005) è la ricostruzione, di uno studio di psicanalisi con tutti crismi e tutti gli stereotipi; non manca un lettino, la scrivania con un paio di sedie affiancate sul lato del paziente, la libreria e qualche complemento d’arredo con relativi suppellettili. Ma se in Changing Room il pubblico è invitato a fruire in prima persona dello spazio dell’opera, in questo caso è il nostro ritratto in terza persona che si osserva seduto o sdraiato all’interno dello studio. Lo spazio della psicanalisi si osserva non entrando direttamente nella stanza ma attraverso un vetro il cui riflesso ci proietta ad essere attori di questa storia: da testimoni diretti dell’area dell’accadimento a comparse in una struttura che si anima solo in presenza di esseri umani, un palcoscenico potenziale per una pièce.

Dopo l’ingresso dello spettatore nello spazio dell’opera vi sono le illusioni più ridotte dell’arte; un cielo in volo mentre lo schermo è ancorato a una parete di cemento e i piedi sono ben saldi a terra, la miniatura della profondità e della trasparenza delle nuvole, passando per una struttura aggettante posta ad un’altezza che pare inadeguata ad un primo sguardo ma, che se osservata frontalmente, si rivela essere un trompe-l’oeil di un corridoio dall’incredibile forza.
Completa idealmente questo ciclo di opere stranianti Le Regard, installazione presentata al Centre Pompidou in occasione della mostra dedicata al rapporto tra Francia e arte contemporanea indiana: una stanza tipicamente parigina, ispirata ai modelli del designer Jacques Grange, questa volta però non usufruibile dal pubblico.

Dalla finestra della stanza è possibile vedere cosa sta succedendo in una strada di un quartiere povero di Bombay: un ulteriore modo di guardare, attraverso l’ausilio della messa in scena, le possibilità di un mondo nuovo, di un universo in cui basta un attimo per ritrovarsi nel paese delle meraviglie. Leandro Erlich, in questo caso, è il personaggio che ci può fornire la chiave per varcarne la soglia.

matteo bergamini
mostra visitata il 7 Agosto 2011

Galleria Continua
46 rue de la Ferté Gaucher
77169 Boissy-le-Châtel (Seine-et-Marne)
Tel. +33(0)1.64.203950
Da venerdì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00
Ingresso libero
www.galleriacontinua.com, lemoulin@galleriacontinua.com, www.leandroerlich.com

[exibart]

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