Una riflessione intorno al colore e alla sua natura fluida. Un interesse che, da sempre presente nell’arte di Veronica Montanino (Roma, 1973), si precisa acquistando maggiore valenza concettuale. La mostra, frutto di una collaborazione tra Artsinergy e la Galleria Insieme, è strutturata in tre tempi. Tre distinte inaugurazioni, ognuna a distanza di un quindici giorni dall’altra, che estendono e chiariscono le intenzioni dell’artista. Nella prima, del 20 aprile, la Montanino ha esposto una serie di opere su plexiglass fissate a muro da un perno metallico centrale. Differenti le dimensioni ma identica la forma: circolare. Sulla superficie trasparente bolle cromatiche, disposte in cerchi concentrici, si distribuiscono intorno a sagome umane. Presenze queste, bianche o nere, piatte e stilizzate, fermate in un gesto mentre compiono le più svariate attività. Rappresentative della collettività tali immagini vengono assorbite dal colore circostante. Un dialogo con lo spazio che avviene anche tra l’opera, con la sua superficie trasparente, e la parete dipinta in sinuose campiture. Un’intenzione che con il secondo appuntamento, quello del 4 maggio, arriva a rivelare tutta la natura ambivalente del colore, da elemento iper-decorativo a fonte pulsante di energia. Così le bolle cromatiche, ora digitali, inondano pareti e oggetti dell’edificio, in corrispondenza della vetrina. Lentamente, l’arte della Montanino esce dallo spazio chiuso della galleria fino ad arrivare al centro della città di Ascoli, in Piazza del Popolo. Con un’installazione site-specific, inaugurata il 18 maggio, l’artista interviene sul rinascimentale Chiostro del Palazzo dei Capitani.
Gli ordini sovrapposti di loggette, in luminoso travertino, vengono improvvisamente coperti da puntini concentrici colorati mentre, sotto gli archi, appaiono sfere sospese. Inoltre, a dilatare ancor più lo spazio, contribuisce la sagoma di una figura umana allungata ad occupare più piani, staccando ormai completamente l’opera da una concezione di superficie definita.
Il luogo cinquecentesco, rigoroso e misurabile, viene attualizzato dalla visione della Montanino nella quale lo spazio si fa dilatato e fluido, divenendo rappresentativo della contemporaneità. E proprio sull’interazione fra arte e architettura preesistente, il 18 maggio, in coincidenza con l’inaugurazione dell’intervento di Montanino, si è tenuto, nella Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani, il convegno Riflessioni sull’arte pubblica: incontro con l’architettura nel quale, modi e temi affrontati dall’artista, hanno avuto sviluppo e approfondimento.
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