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fino al 21.II.2010 | Guardami | Lugano, Museo Cantonale

di - 4 Gennaio 2010
Sono perfettamente complementari le mostre in corso nei
musei di Lugano: se Corpo, automi, robot mostra come le macchine assomiglino sempre più
agli esseri umani, Guardami, al Museo Cantonale, fotografa la crescente
spersonalizzazione dell’uomo postmoderno.
Il tema è vasto e di sicuro richiamo, ovvero la
persistenza e il ritorno del ritratto nell’arte contemporanea (dal 1969 a
oggi). Ma la trattazione è scientifica e intellettualmente onesta. Nessun
ottimismo rassicurante per fare cassetta, ma una fotografia precisa di come
l’alienazione dell’individuo trovi una forte eco in arte; il ritratto è ormai
mondato da retaggi come la corrispondenza tra occhi e anima. Lo sguardo è
rivolto altrove, o addirittura verso il vuoto, alla ricerca di un disatteso
contatto con gli altri.
Si aggiunga che degli artisti in mostra – nomi di per sé
eccezionali – sono esposte opere di gran livello, in molti casi capolavori. Il
risultato è una mostra altamente rappresentativa sia dell’arte contemporanea
dalle neoavanguardie in poi, sia del tema trattato e delle sue ricadute
sociali. In linea con l’abituale qualità delle esposizioni al Cantonale, museo
esemplare per rigorosità.
Quattro sezioni esplorano i diversi tipi di sguardo nel
ritratto contemporaneo. Le più rappresentative sono ovviamente Lo sguardo
negato
, ovvero
come gli occhi si velano di assenza a se stessi e di alienazione, e Autoritratto. Quest’ultima categoria registra
uno scarto netto con i canoni del passato: scevro da protagonismi e superomismi
tardoromantici, l’artista immola la propria immagine come parafulmine dello
smarrimento collettivo.
Più dialettica la sezione Nel volto, dove le figure ritratte cercano
un contatto con altri sguardi e desiderano, anche con sottintesi di seduzione,
l’attenzione altrui. Mentre in Nel tempo la questione della memoria del volto e
dell’identità ha sottintesi riflessivi e talvolta oscuri, legati al decadimento
e in ultimo al pensiero della morte, del dissolvimento del volto raffigurato (o
suggerito).
Tantissime le opere che andrebbero citate (tra i quaranta
autori, Paolini,
Rainer, Abramovic
e Ulay, Monk, Close, Freiwald, Roccasalva, Roni Horn, Laurie Anderson, De Dominicis, Cragg).
Fra le opere storiche, il ritratto con gli occhi schermati
di Penone, il
ciclo Studies for holograms di Nauman e il Mick Jagger in fuga dai fan ritratto da Hamilton. Gerhard Richter ritrae Gilbert & George, Schinwald riflette su mostruosità e
parziale decomposizione, Boltanski e Ruff, con piglio politico, ritraggono per metonimia l’intera
società del loro tempo.

Il volto-geode di Francesco Gennari è un ottimo esempio del suo
straordinario mix di solennità e ironia, mentre il caso di Craige Horsfield è peculiare: più che
dall’intensità dell’opera, comunque altissima, l’emozione è suscitata dalle sue
qualità formali, dalla grana pittorica delle fotografie. Straordinari, infine, i
due dipinti di Alex Katz, di cui uno di formato minuscolo, preziosissimo.

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Corpi,
automi e robot a Lugano

stefano
castelli

mostra visitata il 23 ottobre 2009


dal 24 ottobre 2009 al 21 febbraio 2010
Guardami.
Il volto e lo sguardo 1969-2009
a cura di Marco Franciolli e Bettina Della Casa
Museo Cantonale d’Arte
Via Canova, 10 – 6900 Lugano
Orario: martedì ore 14-18; da mercoledì a domenica ore 10-18
Ingresso: intero € 7; ridotto € 5
Catalogo
Silvana Editoriale, € 34
Info: tel. +41 0919104780; fax +41
0919104789; decs-mca@ti.ch; www.museo-cantonale-arte.ch

[exibart]


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