L’avveniristico spazio di arte contemporanea di Helsinki, il Kiasma, accoglie un vero e proprio laboratorio sul tema di fare e fruire cinema all’alba dell’era digitale. I vasti spazi degli ultimi piani, oscurati come un set cinematografico, introducono a un dietro le quinte ma con una nuova idea di spazio e narrazione rispetto al cinema tradizionale.
Nel campo neutro tra cinema e realtà virtuale è il dome projection utilizzato da Luc Courchesne in The Visitor-Living by Numbers: si tratta di una cupola, regolabile in altezza, sensibile alle sollecitazioni vocali, dove lo spettatore vive situazioni sociali virtuali (ad esempio un pranzo in famiglia).
L’espansione digitale del cinema porta con sé soprattutto un nuovo modello di narrazione, che si esprime in strutture modulari flessibili; la storia lineare e sequenziale,
È evidente che le nuove tecniche utilizzate (il laserfilm, la on-line configuration e il multi layered images) si evolvono in funzione degli uomini, e più precisamente, in funzione del singolo, perchè senza lo spettatore, questo cinema del futuro non esiste. La maggior parte delle installazioni sono pensate per un solo utente, una scelta forse dipendente dal mercato privato, ma che che si pone immediatamente in antitesi coll’esperienza collettiva del cinema tradizionale. Per questo risultano interessanti le esperienze multimediali condivise (shared multi user) che studiano i comportamenti sociali, come Alpha Wolf del Synthetic Characters Group del Mit di Boston in cui lo spettatore anima con un comando vocale il suo avatar tecnologico (una volpe nel bosco) e la dirige nella socializzazione con altri animali attraverso un comando vocale.
Non tutte rose e fiori tuttavia. Risulta stancante, a volte, dover leggere il libretto di istruzioni per capire come interagire con il computer, o la lentezza di alcuni programmi. In alcuni casi, l’interazione con la macchina è fine a se stessa e il mezzo sembra trainante rispetto al messaggio. Ma questo laboratorio sperimentale ha in sé un enorme bagaglio per le strutture del pensiero di domani, come spiega Perttu Rastas, curatore del Kiasma: “le opere d’arte che guardano al futuro sono modelli del possibile”.
Recenti studi dicono che il mitico passato dei greci avrebbe origine in Scandinavia (Felice Vinci, Omero nel Baltico); certo è che qui, in Finlandia, il futuro dei media è già cominciato.
stella bottai
mostra vista il 29 agosto 2003
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