Lo Stedelijk Museum di Amsterdam continua la sua attivitá multiforme nel Bureau. L’occasione è ottima: da quasi dieci anni si propone un’alternativa, con un occhio speciale per la sperimentazione.
In esame il rapporto tra reale e non reale, la consistenza di un mondo che si perde attraverso la rappresentazione mediatica e si ritrova in un contesto ed un supporto totalmente astratto, passando attraverso un processo di riproduzione che tende a validare la realtà, semplificandola e spezzettandola in tante piccole immagini-icone più identificabili e maneggevoli.
Ed ecco Loud & Clear: un incontro tra artisti video -e non- e musicisti invitati a partecipare alla discussione in maniera chiara e forte.
Spicca il video di Marlene Dumas con la musica di Ryuichi Sakamoto. Il titolo My daughter è un tentativo facile di collocazione, ma tutto rimane un pretesto. Le sue immagini sono decisamente pittoriche, le inquadrature si allargano e si stringono, passando dal ritratto all’astrazione, toccando tutti i temi cari alla Dumas: il colore alterato, la rappresentazione statica, la tramatura delle superfici. Il tutto accompagnato da una colonna sonora che ne sottolinea la natura ritrattistica con i suoi rumori-disturbi ambience cadenzati da una specie di click fotografico. Rappresentazione-Personalizzazione.
Nel video di Erik Kessels l’accompagnamento di Sakamoto evolve in musica, si annoda e si ripropone in loop cacofonici e noise tecnologici, ben affiancando le immagini che, a loro volta, si riproducono freneticamente in anelli scombinati e tagliati. C’è una dilatazione della realtá nella continua ripetizione di una partita di ping pong tra due bambini e l’immagine si amplifica assumendo i connotati
Pipilotti Rist entra nel tema direttamente, senza preamboli. Si affiancano due video, in uno viene osservata la natura, alberi in autunno, acqua corrente, foglie, nell’altro viene riproposta la stessa natura tramite un televisore collocato nel mezzo di una scena cittadina. Qui la gente passa indifferente davanti ad un significato perso, notando solo la dozzinalità delle immagini. Rappresentazione-Recupero.
E poi Pierre Huyghe con la musica di Steamboat Switzerland, in cui il procedimento riconoscitivo di un’ immagine familiare, un salotto, è reso possibile solo grazie alla presenza di un televisore dalle immagini distratte. Segue Tyler Whisnand, anche lui accompagnato da Steamboat Switzerland. Il video minimale dell’artista americano si concentra sulla rappresentazione come processo di validazione, frasi insignificanti proiettate da un monitor assurgono a soggetto-simbolo dell’opera. Rappresentazione-Mistificazione.
La mostra fa il punto della situazione sul paradosso reale-irreale con un risvolto: al fianco dei nomi degli artisti e dei musicisti compare quello dei publicisti, evidentemente rilevanti per quelli dello SMBA, ed i cd dei video sono venduti singolarmente o in blocco. Rappresentazione-Speculazione?
fabio antonio capitanio
mostra vista il 16 febbraio 2003
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