Misteriose macchine sonanti, composte da software per l’elaborazione informatica del suono, interagiscono con una complessa videomacchina scenica operante sul principio del loop. Il musicista noise Massimo Magrini, alias Bad Sector, aziona affascinanti strumenti da lui stesso ideati, come il tubo luminoso generante frequenze elettroniche o l’interfaccia ad infrarossi che reagisce al calore della mano. Tutto questo mentre una telecamera digitale inquadra un computer portatile sul cui schermo trascorrono sequenze catturate in diretta dalla webcam rivolta allo spazio scenico.
Al centro di questa entità spettacolare densa, ibrida ed immersiva (unica nel panorama italiano della scena multimedia) sta un corpo/voce d’attore (un convincente Marco Sodini), a sua volta presenza metamorfica in bilico tra lontananza e inneità, biomacchina impegnata in un raffinato studio sulla gestualità. La dizione del testo di Ovidio, spezzata da improvvise variazioni vocali e da infinite modulazioni timbriche, passa dal sussurro al canto al grido dolente; l’elaborazione drammaturgica procede secondo un metodo analogico e visuale, dando vita ad una puntuale ritmica scenica in cui la partitura fisica è saldamente legata al montaggio delle sequenze narrative. Nell’episodio centrale di Narciso, l’attore piegato sul proscenio si specchia nella webcam che rinvia la sua immagine azzurrognola su tutta la scena, perdendolo nel gorgo della sua identità. L’alterità della voce di Eco si espande invece attraverso il campionamento del suono che riverbera, metallico e informativo, un ti amo-ti amo-ti-amo destinato a rimaner inascoltato.
Ma la sensibilità cromatica, davvero raffinatissima, non è l’unica nota su cui si gioca il repertorio iconico dello spettacolo: immagini sporche, dai colori acidi di pellicola graffiata emergono su di un supporto inchiostrato, imitando turbini materici da frottage di elementi disparati, campionando in questo modo anche la casualità del segno. E’ il caso della fine di Atteone in cui lo strazio del giovane cacciatore è reso, nelle immagini del videofondale, da un fluire montante di lampi di luce, di sprazzi incandescenti in cui prende corpo il suo grido convulso: Non riconoscete il padrone? Son Atteone!. L’ambiente sonoro, decriptato dall’evidenza
bio
Xear.org riunisce in uno stesso progetto Mauro Lupone, Giacomo Verde (Giac), Massimo Magrini (Bad-sector), Marco Sodini e Alessandra Giuntoni. Xear.org intende potenziare e mettere a disposizione della cultura digitale le diverse esperienze maturate singolarmente dai suoi componenti. Mauro, Giac, Bad-sector, Marco e Alessandra lavorano da anni realizzando musica elettronica, spettacoli teatrali, installazioni interattive, performance di tecno-teatro, opere di web-art, programmazione creativa e video. Hanno spesso mixato, con altre formazioni, diverse tecnologie, tecniche, contenuti e sentimenti anticipando tendenze e possibili sviluppi. Xear.org e’ una nuovissima formazione con esperienza decennale nella creativita’ analogica e digitale.
link correlati
www.xear.org
www.verdegiac.org
www.bad-sector.com
a. g.
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