23 novembre 2020

Mondo di Mezzo: confiscato il tesoro d’arte di Massimo Carminati

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Il tesoro di Massimo Carminati, da Alighiero Boetti a Mario Schifano: la GdF di Roma ha confiscato la collezione d'arte contemporanea dell'ex Nar

Massimo Carminati, cultore dell’arte del Novecento. Almeno a giudicare dal calibro degli autori di molte delle 69 opere che gli sono state confiscate in via definitiva dalla Guardia di Finanza, per un valore stimato di oltre 10 milioni di euro. L’ex Nar tra i suoi tesori custodiva anche un Futurballa, un Marinetti, un Mirò, oltre a lavori di Guttuso, Schifano, Consagra, Attardi, Turcato, Capogrossi Rotella, Baj, Boetti, Manzù e altri. Una collezione degna di grandi gallerie d’arte contemporanea. Dai reperti sequestrati trapela anche una certa attenzione da parte dell’esponente della Banda della Magliana per opere di altre epoche tra bronzi, icone e animali.

Confiscate anche le ville di Sacrofano

A Massimo Carminati, condannato per associazione per delinquere, traffico di influenze illecite e corruzione, sono state confiscate in via definitiva anche la villa di Sacrofano e un’altra villa, nello stesso Comune, affidata il 9 novembre scorso, in comodato d’uso gratuito per vent’anni, all’Asl Roma 4 per la realizzazione di centro sociosanitaria per aiutare le famiglie di pazienti autistici.

La confisca definitiva dei beni e delle opere d’arte di Massimo Carminati, classe 1958, arrestato nel dicembre 2014 dal personale del ROS Carabinieri di Roma nell’ambito dell’operazione “Mondo di mezzo”, è stata eseguita dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma. Nel corso della stessa operazione, la Guardia di Finanza ha proceduto a confiscare anche i beni riconducibili a Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative romane.

L’arte di Carminati: da Marinetti a Rabarama passando per Guttuso, Mirò, Schifano e Rotella

Nel tesoro dell’ex Nar, opere antiche e moderne, dalle quali trapela una certa attenzione per le espressioni artistiche contemporanee. Di Filippo Tommaso Marinetti, Carminati custodiva un’opera a tecnica mista denominata Astratto (30X30 cm), datata 1939 e firmata al centro. Tra le altre opere, spicca l’olio su tela Armonia dinamica (64X64 cm) firmato FuturBalla ovvero Giacomo Balla.

Di grande rilevanza anche la serigrafia di Mirò denominata Astratto (cm70x50). Non poteva mancare Mario Schifano con un vassoio con fondo dipinto intitolato Palma (41×28 cm), firmato al centro, e un dipinto acrilico – indicato nello stile di Schifano – su carta intelata denominata Albero della vita (140×120 cm). Nel tesoro di Carminati anche un disegno a china su carta intitolato Leopardo (17×25 cm) di Renato Guttuso.

Ben nove le sculture in legno di varie dimensioni di Pietro Consagra. Dello stesso artista anche due Astratto, uno in grafica su carta (70×50 cm) e uno in tecnica mista su carta (70×50 cm). Firmate da Ugo Attardi la scultura Donna seduta di 63 centimetri di altezza e un’opera grafica intitolata Donne e carte da gioco. Due le opere di Giuseppe Capogrossi: una tempera su carta intitolata Composizione (28×19 cm), con dedica, e un piatto in ceramica dallo stesso titolo di 30 centimetri.

Moltissime le opere di Mimmo Rotella: Manifesto di film, Fermata di autobus, A qualcuno piace caldo, Marilyn, Erano dodici sorelle, Tincosolabile, Gangster. Due opere su carta di Giacomo Manzù (entrambe 43×31 cm): Tre uomini e Due figure. Il Nero teneva in casa anche opere di Enrico Baj, due tecniche miste, Generale (60×49 cm) e Figura (60×42).

Due le sculture di Rabarama: Giaguaro dell’altezza di 105 centimetri e Movimento interiore di 24 centimetri di altezza. Otto le sculture in legno di Louise Nevelson. Tredici le sculture in bronzo, un pugnale di 37 centimetri, una icona sacra su tavola (34×27 cm) raffigurante una Madonna con Gesù Bambino. Compaiono nella collezione d’arte di casa Carminati anche opere di Giulio D’Anna, una tempera su cartoncino (33×24 cm) intitolata Battaglia di aerei e una opera a tecnica mista su tela e carta Unic (37×29 cm). Tra le opere confiscate anche un’opera in tecnica mista, Shangai, di Alighiero Boetti e una scultura in metallo alta 17 centimetri firmata Borghese.

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