Peter Weiermair ha inaugurato la sua attività alla Galleria d’Arte Moderna con un’esposizione che ripercorre l’evoluzione dell’opera artistica di John Hilliard, fotografo inglese, apppartentente alla Saint Martin’s School of Art di Londra (come Gilbert e George, Bruce McLean e altri), oggi insegnante alla Slade School of Fine Art nella stessa città.
L’allestimento, a cui ha collaborato l’artista stesso, è governato dall’ordine cronologico. Si comincia con le opere degli anni Settenta, in cui Hilliard studia le caratteristiche del medium di cui si serve scomponendo l’immagine fotografica. Attraverso delle serie (es. Caduta, 1971) decostruisce il movimento imprigionato nella pellicola. Analizza la potenza del colore accostando oggetti dalle tinte complementari. Gioca sui livelli, sovrapponendo e incastrando piani di realtà. Noi dobbiamo fermarci danti alla fotografia, ad esempio Photostairs (1970), cercando di andare al di là della visione di insieme.
Tra il 1978 e il 1989, Hilliard concentra la sua attenzione sulla complementarietà e la contradditorietà della realtà. Protagonista dell’immagine diventa l’opposizione. La fotografia non è mai unica. Può esseredivisa in due parti: la luce e ilbuio, il distinto e lo sfumato, Inclusione / Esclusione. Può sovrapporre diverse situazioni (Facciata), diversi istanti temporali, più oggetti , per illuminare analogie o differenze e significati nascosti.
Negli anni Novanta la via della molteplicità cambia rotta: mentre i primi anni continuano sulla scia dell’unione di più foto in una, a partire dal 1994 irrompe una frattura che scalza preopotentemente la parte centrale dell’immagine.
L’opera di Hilliard scorre lungo un unico filo conduttore: l’indagine della complessità dell’immagine fotografica e, più in genale, della realtà. Sviluppa tale tematica negli anni, incarnandola in una grande varietà di realizzazioni concrete. Molte sono la opere in mostra, alcune di forte impatto: non ci lasciano indifferenti e ci spingono a problematizzare la nostra visione del reale.
Vi consiglio una visita a questa mostra soprattutto se non avete ancora fatto un giro all’interno della collezione permante della GAM di Bologna. Apprezzabili le opere che scandiscono le tappe fondamentali dell’arte del ‘900, ma ciò che è più interessante è la presenza di ampie descrizioni vhe offrono una chiara contestualizzazione delle opere, anche per l’inesperto.
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Nuovo allestimento? Dimmi dimmi. Ne sai (sapete)qualcosa di più? Aggiungono delle sezioni e delle opere nuove? In verità l'allestimento precedente era un po' stantìo, ci voleva.
Sono stata alla GAM di Bologna lo scorso venerdì 1 dicembre. Hilliard è geniale, ma le collezioni permanenti, purtroppo, non sono attualmente visitabili perchè in corso il nuovo allestimento. Avendolo saputo, avrei programmato il viaggio più avanti !
Bologna è come sempre la vera citta' della cultura,ospitando la mostra di Hilliard non ha fatto altro che confermare questa mia impressione.Grazie!!!!