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fino al 16.VI.2007 | Mondo Mondino | Bologna, Villa delle Rose

di - 30 Aprile 2007

Non è facile creare un percorso che spazi trasversalmente, in lungo e in largo, attraverso i molteplici sentieri della ricerca artistica di un grande maestro. Ciò accade, in special modo, quando ci si trova di fronte un artista che ha fatto dell’irriconoscibilità una scelta di vita, adoperandosi in tutte le tecniche e con tutti i mezzi gli fossero consentiti, e ancora di più con quelli che non glielo fossero.
La vita, prima ancora che l’opera di Aldo Mondino (Torino, 1938-2005), è stato un continuo tracciare nuovi percorsi e nuove vie da percorrere, tanto che si rischia al primo di impatto di rimanere frastornati dalla vertiginosa varietà del suo operato. Forse proprio per ricreare quell’atmosfera inondata di vitalità che trapela dalle sue creazioni, il discreto osservare è accompagnato all’inaugurazione da un fragoroso sentire di musica marocchina, la stessa di quei Gnawa cui è dedicata un’ampia selezione di quadri.
È infatti la pittura a farla da padrona dentro le sale di Villa delle Rose, una pittura però che si distingue volta per volta dalla banale rappresentazione del reale. Innanzi tutto per il contesto: come aveva fatto in precedenza in alcune sue mostre l’artista stesso, anche qui le tele sono presentate su pareti dipinte di colori sgargianti e si collocano in uno spazio che sta agli antipodi della neutra (e spoglia) parete bianca. Proprio perché niente sembra essere neutro (e ancor meno neutrale) nell’arte di Mondino, e anzi più lo sguardo si fa attento sia alla forma che al contenuto più si assiste al dispiegarsi del suo generoso estro. Nell’installazione Dervisci (1997) il valore di ogni singola tela sembra scomparire, risucchiato dalla logica di una struttura circolare, che emula la danza. Avvicinandosi però si nota che il supporto della pittura è linoleum (e non la classica tela) e che il materiale sintetico e impreziosito di micro particelle riflettenti. La stanza inoltre è sovrastata da un lampadario che riproduce l’effetto delle frange tramite l’incastro di tante penne Bic tappino blu.

D’altra parte la componente ludica infantile era ben presente fin dagli anni ’60 e ’70, quando ironizzava sull’arte ed i suoi codici (come il suo amico Alighiero Boetti o il fluxer Ben Vautier), quando la concettualità di Mondino passava sempre attraverso il gioco linguistico ed enigmistico.
“Mondino si pone davvero a mezzo tra due poli, con una sensibilità molto italiana e con un sense of humor tutto mediterraneo, riuscendo a giocare con forme linguistiche e semiotiche e al tempo stesso a non cadere in un freddo intellettualismo” (dal testo in catalogo di Marco Senaldi). Con il senno del poi, oltretutto, non si può non riconsiderare anche un attenzione alla multiculturalità, nella veste di una schedatura antropologica, ma anche, come nella questione ebraica (The Question, 2001), con la delicatezza e la curata descrizione di una spiritualità altra.

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claudio musso
mostra visitata il 21 aprile 2007


dal 21 aprile al 16 giugno 2007
Mondo Mondino, L’universo artistico di Aldo Mondino – a cura di Marco Senaldi
Villa delle Rose, Via Saragozza 228/230 – 40135 – Bologna
Ingresso libero – orari di visita: tutti i giorni 15.00-19.00 – lunedì chiuso
(possono variare, verificare sempre via telefono)
per informazioni: +39 051502859 – www.galleriadartemoderna.bo.it


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