La mostra Narrative
Works, allestita nello spazio bolognese, pone l’accento – con scelta
quantomeno opportuna ai fini di una maggiore contestualizzazione del filone su
cui si focalizza – sul processo di cambiamento che attraversa, a cavallo tra
gli anni ’60 e il decennio seguente, la produzione degli artisti trattati.
Si parte così dai lavori cronologicamente più
arretrati, che sono documentazioni di performance o di azioni landartistiche (Twings painted white, Maschere, Song for a Chin-up). Qui c’è una funzione prettamente indicale del
mezzo, in cui l’importanza risulta rivolta completamente all’evento, alla
certificazione di un è stato da fotografare
il piĂą neutralmente possibile. Da questa impostazione iniziale, tuttavia, gli
artisti in mostra s’allontanano presto per spostarsi con più convinzione verso
un approccio definito romantico. Un’attitudine che trova la sua ragion d’essere
nel superamento del modo d’intendere la pratica fotografica all’interno di due
delle tendenze all’epoca più in voga, il Concettuale analitico e la Land Art.
In questo passaggio, importante è il testo, che
spesso e volentieri accompagna le immagini a delineare il percorso immaginativo
da intraprendere, o almeno a restringerne il metaforico spazio di manovra.
Parallelamente lo stile diventa letterario, incline alla citazione, nonché alla
divagazione personale e aneddotica.
Piuttosto evidente è la declinazione dell’interesse
di Peter Hutchinson per la natura
attraverso un’epifanizzazione personale e poetica del quotidiano. Una
caratteristica, peraltro, nient’affatto estranea, sebbene rivolta ad altri
soggetti, anche a Bill Beckley e
allo stesso Vaccari. Su questa linea, tra le opere dell’inglese troviamo Spider (1969) o le notevoli Alphabet Series, significativamente
caratterizzate anche da un ironico riferimento alle celeberrime terne di Kosuth. Mentre una maggiore attenzione
formale traspare nei lavori di Beckley. Le cromie pop e le forme dei supporti
concorrono però anche a intenti narrativi, come nel caso di Drop and Bucket, oppure in Hot and Cold Faucets with Drain,
entrambi datati 1975.
Importanti anche le opere presenti di Vaccari, che
sono alcuni dei suoi lavori più significativi degli anni ’70, a completare una
mostra ricca di spunti d’interesse e ben contestualizzata. Obiettivo,
quest’ultimo, raggiunto anche grazie all’abbinamento con le pubblicazioni e gli
inviti originali, alcuni testi coevi e, non ultimi, quelli presenti nel
catalogo, a firma degli artisti e realizzati appositamente per l’occasione.
articoli
correlati
La
personale di Vaccari presso Transarte
La
personale di Beckley presso Studio Trisorio
Hutchinson
da Cannaviello
fabrizio
montini
mostra visitata il 10 febbraio 2011
dal 28 gennaio
al 26 marzo 2011
Bill Beckley |
Peter Hutchinson | Franco Vaccari – Narrative Works
a cura di
Alessandro Pasotti e Fabrizio Padovani
P420
Piazza dei Martiri, 5/2 (zona Mambo) – 40121 Bologna
Orario: da mercoledì a sabato ore 15-20 o su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0514847957; mob. +39 3205635213; info@p420.it;
www.p420.it
[exibart]
Alice Neel. I am The Century, è la prima retrospettiva in Italia dedicata alla pittrice statunitense, a cura di Sarah…
L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi piĂą interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra…
Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…
A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…
Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…
In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…