La giovane creatività in mostra a Modena. Con tanto di logo e packaging. Più di centocinquanta gli artisti e i designer che hanno aderito al concorso promosso dall’Ufficio Giovani d’Arte del Comune di Modena e dal GAI (Associazione Giovani Artisti Italiani); soltanto quarantasei quelli che vedranno i loro prototipi andare in produzione. Un’idea inedita, utile per svecchiare un ambito da sempre a metà tra l’arte e l’artigianato, un progetto che nasce per dare lavoro e visibilità alla creatività dei giovani. L’obiettivo è creare un prodotto vendibile, che abbia istanza colta e riferimenti alti, ma che tenga conto del fattore divertimento. I selezionati hanno dunque cercato un connubio tra qualità e svago, sbizzarrendosi nel lasciar dialogare liberamente le arti -il design con la scultura, l’artigianato con la pittura- mostrando una fluidità espressiva a tratti innovativa, condita da una pratica inventiva e sperimentale.
Passando in rassegna i prototipi, si trova davvero di tutto, dall’oggetto più funzionale a quello più inutile o assurdo, che normalmente non trova posto in un comune bookshop e che per questo si presenta come il vero valore aggiunto dell’operazione. A partire dai soprammobili, tra i quali si segnalano i portafiori Primaluovo di Michele Amato (1975, Molfetta ), curiosa scultura in ceramica smaltata che riproduce portauova con uovo annesso; e Bulbo di Lavinia Bolognesi (1982, Prato), vaso che si ispira alle forme sinuose naturali con tanto di anello metallico per sostenere il fiore. E ancora, il progetto Mù di Cetti Davì (1975, Palermo) e Dario Feo (1972, Palermo), pezzi unici lavorati a mano in silicone a reticolazione acetica; e il simpatico soprammobile “tuttofare” Cactus di Laura D’Antoni (1979, Gemona del Friuli), con concept allegato, in cui vengono spiegate in modo accattivante le diverse funzioni e caratteristiche del prodotto.
Tra le lampade, la Stirrer di Ernesto Mistretta (1976, Marsala), oggetto luminoso da pavimento composto da bacchette di plastica, con un diffusore in termoplastica trasparente che permette di variare il calore modificando la temperatura della luce; e Bubo shot, buffa lampada-scultura da terra in vetroresina colorata di Enzo Camozza e Maria Fedeli (1973, Varese e Tradate) dalla forma organica.
Tra l’oggettistica più improbabile, ma nello stesso tempo più intrigante, si segnala Il posato di Diego Dutto (1975, Torino), set ergonomico di posate e portaposate, le deliziose Elettrodolls di Maria Piccinini (1977, Modena) in arte bobina, “piccoli fantasmi dispettosi”, come afferma l’artista, in pannolenci, che si accendono con meccanismo a scossa.
Per quanto riguarda borse e i vestiti, segnaliamo la Borsa con opera d’arte stampata su tela di Hristina Georgieva Atanasova (1977, Sofia, Bulgaria) e la shopping bag con finta macchia incorporata che diventa logo –Questa è una macchia di Chiara de Rosa (1980, Chiaromonte). Meno interessante la sezione dei gioielli, dove spicca tra tutti per originalità la morbida Col-lana di Raffaella Brunzin ( 1970, Venezia), gioco di parole per indicare la fattura, scarti e ritagli di lana cotta.
link correlati
www.comune.modena.it/gioarte
www.giovaniartisti.it
www.evelyndaviddi.it
www.creolo.org
www.bobina.biz
francesca baboni
mostra visitata il 18 marzo 2006
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