Esaminando il modo in cui il mito dell’automobile viene affrontato dagli artisti selezionati da Gianfranco Maraniello, direttore della GAM e curatore della mostra, appare evidente che gli ideali modernisti di velocità e progresso, capisaldi del Futurismo, si sono oggi riconfigurati. Vengono veicolati dalle strategie del marketing, oppure cedono definitivamente il passo a una visione umanizzata e intimista del mezzo.
A Bologna é stata allestita una vera e propria concessionaria del bizzarro, dell’assurdo, che rivela un approccio antimodernista. Si susseguono, una dopo l’altra, l’automobile-elicottero di Franz Ackermann, la riproduzione stilizzata e coloratissima di una Peugeot 205 di Julian Opie, un’auto da corsa distrutta e ricostruita -con elementi ad essa estranei quali sedie, tappeti, spranghe- di Jason Rhoades. E ancora, l’auto da Formula 1 in cartone di Costa Vece, la Ford T di Xavier Veilhan e la celebre auto obesa di Erwin Wurm. Tuttavia, la macchina più ambita, che chiunque vorrebbe permettersi di acquistare, é la Mercedes di Tobias Rehberger. Un bolide grigio metallizzato con lussuosi interni in pelle. Ad uno sguardo ravvicinato però il sogno svanisce, l’auto tanto desiderata non é altro che una riproduzione artigianale, in scala reale, dell’originale. I fari contengono delle lampadine simili a quelle degli addobbi natalizi, le cuciture dei rivestimenti in pelle sono grossolane e ben in vista. L’auto é stata costruita da artigiani thailandesi, esperti in falsificazioni, partendo da degli schizzi che l’artista ha tracciato sulla base di ricordi abbastanza vaghi, senza la presenza fisica dell’originale.
Plamen Dejanoff, che dal 2000 ridefinisce la propria immagine attraverso la consulenza di agenzie di comunicazione e pubblicità, presenta 40 modellini in cristallo di automobili, motociclette e motoscafi da sogno, in cui riconoscersi per auto-esaltarsi.
Il tema del viaggio è stato affrontato da Simon Starling e Rirkrit Tiravanija. Quest’ultimo presenta un’auto, dotata di cucina e videocamere, che per l’occasione ha viaggiato da Zurigo alla GAM di Bologna. Dove è esposta assieme a quatto televisori che trasmettono le immagini riprese lungo il tragitto.
Ma l’automobile, oltre ad essere un oggetto del desiderio, un mezzo con cui sperimentare l’esperienza del viaggio, può essere protagonista della spettacolarizzazione degli incidenti stradali. Come nella stampa su pvc di Michel Majerus. Oppure diventare un microcosmo in cui rifugiarsi, come nel video di Bojan Šarčević. In quest’ultimo, l’artista, all’interno di un’automobile con cui vaga per le vie di una città, si diletta a disegnare sui vetri appannati del parabrezza dei rettangoli sempre più intrecciati e sovrapposti.
I vetri, appannandosi progressivamente, lo isolano dal mondo esterno. L’abitacolo assume la valenza di un ventre materno, un involucro protettivo in cui ripetere ossessivamente dei gesti futili, elementari. Degli auto-matismi.
enzo lauria
mostra visitata l’1 dicembre 2005
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Talk, inaugurazioni, musei aperti, gallerie in rete, nuove mostre e il Premio WineWise per una gita fuori porta: gli appuntamenti…
A Milano, dal 5 dicembre 2025, apre Ambrosius, il nuovo percorso museale della Basilica, che intreccia patrimonio storico, ricerca scientifica…
Visualizza commenti
o marrano maraniello tornatene a maranello
Macche' Piacentino e Scarpitta (e Pancrazzi?), questo e' international glamour. Mancano solo la DS di Orozco e il maggiolino di Ortega. Comunque cose da vedere (per l'ennesima volta).
cominciamo bene Maraniello...passi per la mostra marchetta, ma potevi almeno non dimenticare Piacentino e Scarpitta...il rigore è doveroso quando si ha un incarico come il tuo.
Cartellino giallo!!!
ma le mostre del vecchio direttore ve le ricordate? e avete anche il coraggio di lamentarvi di questa?...ma su!