Phonorama si presenta come un progetto in contro-tendenza già nelle intenzioni. Il prefisso scelto per il termine media, che non è “new” –parola tanto in voga quanto scarna di significato– bensì live, espressione dell’estemporaneità degli eventi e della loro presenza scenica, lo dimostra.
Che l’entertainment non sia alla base delle sette puntate della rassegna lo si capisce subito con l’intervento di .::inverno muto::.. I frame lunghi e fissi, infondono inquietudine, nel connubio con la pienezza dei penetranti suoni gravi e acuti. Un ambiente più “rude”, almeno all’apparenza, è quello portato dai Maledetto Ottave. I ritmi diventano più sostenuti, i corpi dei suonatori si agitano –anche sui tavoli- mentre Nico Vascellari simula movenze e portamento da rock star.
Ciò che guida, invece, gli esperimenti sul caleidoscopio percettivo uditivo (e auditivo) dei Fantasmagramma è l’interesse per il dialogo che si instaura tra il mezzo di produzione (medium) e lo spettatore. Operazione che porta i musicisti a ridefinire l’idea stessa di musica e gli ascoltatori allo straniamento dal consueto sentire.
Lo scenario, creato nella serata a cui partecipano Imildra, Mirco Santi e Saule, è descritto in modo pertinente dall’espressione multi-media, in un’accezione letterale del termine, come coinvolgimento di strumenti diversi e lontani dal punto di vista tecnico.
La sperimentazione avanza, tenta di spingersi oltre il binomio occhio-orecchio, con il microevento progettato da Heribert Friedl. Rimane il suono, come oggetto d’indagine, al quale si accosta l’olfatto attraverso dei cartoncini “odorosi” e colorati.
Ericailcane si proietta verso l’environment portando le sue creazioni plastiche fuori dal video, concretamente presenti nello spazio.
Luca Bertini presenta il risultato documentativo del progetto Numero Verde. Le registrazioni rendono quello che era l’interesse ideativo: l’interazione tra telefono (o voce telefonica) e ascoltatore.
Il gruppo OK NO si appoggia agli “smembranti” personaggi nati dall’incisiva mano di Blu, che scompongono e ricompongono l’a plàt dello schermo in un costante bianco-nero -rotto solamente da minimi tratti di rosso– per dare vita ad un compendio audio visivo. La sezione sonora, che in incipit appare delineata da quella visiva, dilaga imponendosi come struttura portante.
Infine conquista la double session di Daily Desiderio, forte del plus-valore aggiunto dalle caratteristiche specifiche dei suoi componenti. Da un lato la video-performance di Giulia Fazioli che “stira” il brunch -uova e bacon- in diretta, su un tappeto sonoro creato ad hoc (o alla coque che dir si voglia). Dall’altro le temporanee connessioni video di Riccardo Benassi “prese per mano” dalle distorsioni audio di Massimiliano Nazzi.
claudio musso
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