Hannes
Negli spazi dell’ADI Design Museum di Milano, in attesa della sua apertura ufficiale, rimandata a dicembre 2020 a causa del Covid-19, sono stati assegnati i premi della 26ma edizione del Compasso d’Oro, gli Oscar del design. A vincere l’ambito riconoscimento di settore, dopo le votazioni della giuria, presieduta da Denis Santachiara e composta da circa 150 esperti internazionali e appartenenti a varie discipline, 18 prodotti che rappresentano la punta più avanzata della ricerca sulla funzionalità degli oggetti di uso quotidiano. Con un occhio all’estetica, ovviamente.
Quest’anno sono stati assegnati anche tre Compassi d’Oro alla carriera del prodotto, per celebrare quegli oggetti che, sebbene progettati da anni, risultano ancora in produzione. Si tratta, insomma, di oggetti iconici che non hanno bisogno di troppo presentazioni e che, con le loro forme inimitabili, hanno caratterizzato il panorama domestico degli ultimi decenni. Si tratta della lampada Arco disegnata nel 1962 da Piergiacomo e Achille Castiglioni e prodotta da Flos, della poltrona Sacco di Zanotta, disegnata nel 1968 da Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro, e del letto Nathalie di Flou, disegnato da Vico Magistretti nel 1978.
Annunciati anche i Compassi d’Oro alla carriera e, anche in questo caso, le presentazioni non sono necessarie: Rossella Bertolazzi, Gilda Bojardi, Marco Ferreri, Carlo Forcolini, Carlo e Piero Molteni, Anty Pansera, Vanni Pasca Raymondi, Eugenio Perazza, Nanda Vigo.
Tra i 18 vincitori del Compasso d’Oro 2020, ritroviamo ancora Flos, con Arrangements, lampada di Michael Anastassiades, «Una danza di minimalismo, geometria e tecnologia; interpreta bene i led e sa trasformarli in emozione», si legge nelle motivazioni. Troviamo poi il casco Aero  di Paolo Cattaneo e Klaus Fiorino per Momodesign, la panchina “ricaricabile” E-Lounge, di Antonio Lanzillo & Partners per Repower, i sanitari di Kim Paik Sun per Aboutwater. Un omaggio al made in Italy per la Ferrari Monza, disegnata da Flavio Manzoni, e per Hannes, protesi sanitaria sviluppata dall’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia e dall’INAIL Centro Protesi, su design di Lorenzo De Bartolomeis, Gabriele Diamanti, Filippo Poli – Ddpstudio. «Il design si rivela uno strumento indispensabile per aiutare le persone in difficoltà a riappropriarsi del proprio futuro. Tecnologia ed estetica aiutano a superare un disagio psicologico e un deficit fisico», scrivono nelle motivazioni.
Ad aggiudicarsi il Compasso d’Oro 2020 anche la brand identity degli Uffizi, progettata da Carmi e Ubertis: «Sintesi di valori e identità condensati in un monogramma simbolico. Semplicità e unicità garantiscono la riconoscibilità e scoraggiano le imitazioni», spiegano dalla giuria. «Per le Gallerie degli Uffizi era necessario avere un logo ben riconoscibile dai visitatori che provengono da tutto il mondo, anche da culture che non utilizzano il nostro alfabeto latino. Siamo grati ad Elio Carmi e Alessandro Ubertis di aver per la prima volta creato un’identità grafica per gli Uffizi che riesce a rendere le proporzioni nobili e semplici dell’architettura vasariana totalmente contemporanee. Questa identità è fondamentale per la comunicazione, ma serve anche su un profilo giuridico a difendere l’unicità del museo, costantemente attaccata da contraffattori, bagarini e approfittatori di ogni genere», ha commentato il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt.
Tra i vincitori, il ripiano Spazio, di Francesco Lucchese – Lucchesedesign Studio per Falmec, l’imbarcazione Outcut di Rocco e Pietro Carrieri, l’attrezzatura medica D-Heart di Design Group Italia, la sedia Eutopia di Gomez Paz Design & Crafted, la stazione di ricarica Enel X di Defne Koz e Marco Susani di Koz Susani Design. Troviamo poi l’innovativa cucina Rua, disegnata da Ruadelpapavero per TM Italia, Formula E Caliper, freno per le auto elettriche di Brembo, la cabina ufficio Chakra di Eugenio Pasta per R&D Universal Selecta. Spazio anche ai compassi d’oro “esperenziali”, assegnti al progetto sociale Food for Soul e alla mostra “Il mare a Milano”.
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