Mossa da grande
passione, Incutti è impegnata a ricostruire lo stile e le evoluzioni della
storia degli oggetti in plastica (dalla fine dell’Ottocento a oggi).
Collezionista di 1.500 pezzi in bakelite, in celluloide, in resina e
poliuretano. Un archivio di penne, pettini, bambole, scatole, gioielli, presentati
in parte nella sala del museo dedicata all’esposizione permanente.
Accanto all’impegno di
conservare “la memoria del design”,
il Plart si distingue per il bisogno di documentare, il dinamismo delle
tendenze più recenti. Individua le mode come se fosse un cool hunter e investe
sui giovani. Delinea prospettive future e scopre personalità poco consuete. Non
a caso, molti designer ospitati nella sede campana oggi si ritrovano a
collaborare con aziende leader del settore e a partecipare alle rassegne più importanti.
Come il caso del duo FormaFantasma
(Andrea Trimarchi e Simone Farreris), giovani designer
italiani trapiantati a Eindhoven, protagonisti della sesta edizione della Giornata del Contemporaneo promossa
dall’Amaci con la mostra Autarcky
a cura di Marco Petroni.
Su un tappeto
rettangolare tessuto di grano è allestito un tavolo di legno su cui poggiano
ciotole, vasi, lampade realizzati con un bio-materiale composto dal 70% di
farina, dal 20% di scarti agricoli e dal 10% di calce naturale. Definiti da una
tavolozza cromatica “dipinta” dalle essenze del caffè e della cannella.
Un pauperismo formale
che, al tatto, ricorda la crosta del pane. I confini sono incerti, la texture
astratta. Una semplificazione assoluta, alterata dall’inserimento di un elemento
decorativo. “‘Autarcky’ testimonia come dal basso e con pochi materiali di
partenza è possibile ottenere un prodotto bello e sostenibile”, afferma
Petroni. E aggiunge: “L’intento è di
recuperare il valore dell’artigianato, le regole dell’hand-made”. Un progetto
che sperimenta le proprietà del sistema sensoriale: il profumo intrinseco degli
oggetti rimanda agli aromi utilizzati per la colorazione.
L’esperienza del Plart
parla ancora nelle due Napoli. Quella della strade travolte dai rifiuti
e quella di un luogo che si fa testimonianza, con le sue ricerche, dei valori
della naturalità, della terra e del recupero dei materiali. Napoli “carta
sporca”. Ma anche spazio di innovazione.
articoli correlati
La
Fondazione Plart
paola maddaluno
la rubrica design
è diretta da valia barriello
Plart
Via Giuseppe Martucci, 48 – 80121 Napoli
Info: tel. +39 08119565703; fax +39 08119565726; info@plart.it; www.plart.it
[exibart]
Alla ContArt Gallery di Roma una doppia mostra personale mette in dialogo le opere di Titti Faranda e Michel Oz,…
La direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa racconta il proprio percorso e riflette sul ruolo del museo oggi,…
Il futuro alle porte: questo il titolo del programma di Gibellina Capitale dell’Arte Contemporanea 2026. Ecco cosa vedremo, tra mostre…
Un anno di mostre e progetti che guardano alle tensioni del presente, dal controllo tecnologico alla memoria collettiva: è stato…
L’incanto magnetico della notte influenza da sempre l’umanità. Fino al 1 marzo 2026, la Galleria d’Arte Moderna di Torino ospita…
Studi storici e analisi diagnostiche collocano le due tavole di Perugino, oggi a Palazzo Baldeschi, nel periodo veneziano del Maestro,…