Una vera e propria sfida in un territorio dove il panorama della didattica è ancora giovane ma in pieno fermento. Le proposte dei musei rivolte alle scuole sono diventate da un paio di anni numerose e come spesso accade la spinta e l’entusiasmo provengono dal basso, dai giovani operatori appartenenti a cooperative, associazioni o professionisti isolati che vedono nella didattica museale la vera chiave per arrivare ad un pubblico sempre più vasto.
Un salone per incontrarsi discutere e confrontarsi era quindi necessario e a concretizzare tale spunto è stato il Comune di Macerata in collaborazione con la Provincia, il Sistema museale e l’Associazione museale della provincia di Ancona. Il progetto, chiamato ALDO–Attività, Laboratori, Didattica, Orientamenti, si è proposto di essere anche un momento di raccordo con altre esperienze collaterali.
Il programma prevedeva venerdì 17 ottobre il convegno Il museo come risorsa: didattica e scuola, che ha visto interessanti e tecnici interventi dei responsabili di progetti didattici marchigiani come Alessandro Blasetti ideatore del progetto Un museo per giocare e Nicoletta Frappicini coordinatrice del neonato progetto Itinera per il Museo Archeologico Nazionale delle Marche, alternati ad interventi più generici e meno mirati sui sistemi museali del territorio e le politiche di comunicazione col pubblico.
Sabato 18 mattina ha avuto invece luogo la tavola rotonda Passami gli appunti arricchita dagli con gli interventi delle responsabili di sezioni didattiche come Brera, Galleria Estense di Modena e del Palazzo Ducale di Mantova, rispettivamente Emanuela Sicoli, Nunzia Lanzetta e Renata Casarin, veri modelli storici per i futuri progetti sulle collezioni museali dei Musei di Macerata.
Per varie questioni è stato ridotto il tempo dedicato proprio alla discussione dei progetti locali e sopratutti ad una discussione capace di creare quella ricaduta sul territorio di cui gli operatori e i docenti marchigiani, i grandi esclusi sul banco dei relatori, hanno fame.
Il panorama emerso dalla due-giorni è stato quello di un settore ancora molto giovane, anche inesperto per molti versi e privo di modelli formativi adeguati. Ma ancora più importante è emerso un terreno vivo, appassionato, deciso anche a radunarsi in previsione di progetti o progetti formativi che qualifichino il proprio lavoro. Se questo convegno è stata la spinta per conoscersi, confrontarsi e creare una rete di contatti, ha raggiunto già un primo importante obiettivo.
annalisa trasatti
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