Una mostra nata per esporre i lavori nati dalla collaborazione del Dipartimento Servizi Educativi della GAMeC di Bergamo con il mondo della scuola e dei servizi sociali; il linguaggio visuale diventa lo strumento ed il luogo di incontro, da qui il titolo Crossroads, del museo col suo pubblico, di adulti e bambini, anche con diverse abilità o di differenti culture.
Accanto, lunedì 1 marzo, un convegno ideato in occasione della mostra, come occasione per riunire riunisce voci interessanti e rappresentative della didattica in Italia, del suo rapporto differenziato e multiforme con la realtà.
L’apertura dei lavori è stata affidata a Silvia Mascheroni, storica dell’arte ed esperta in pedagogia del patrimonio culturale, che ha richiamato l’attenzione su alcune parole chiave: incrocio di saperi, quello del museo e quello dei suoi pubblici, progettualità partecipata, l’importanza dei bisogni dei destinatari come punto di partenza dei percorsi didattici, l’artista-terapeuta, in grado di ascoltare i bisogni del territorio, che grazie a questo ascolto riesce a produrre un’arte implicata non applicata, come sostiene Michelangelo Pistoletto.
Un altro tema emerso è stato quello della sensazione diffusa che i relatori-esperti sono i rappresentanti di buone pratiche che però, per diventare sistema, necessitano di un lavoro di documentazione e di verifica, di esposizione esterna, nonché di formazione professionale degli operatori. Su questo punto è concorde Simonetta Maione, Responsabile dei servizi educativi e didattici del Settore Musei del Comune di Genova, che, forte dei progetti portati avanti con disabili visivi e bambini lungo-degenti dell’ospedale Gaslini di Genova, sottolinea come la passione che anima tutti i progetti rivolti ai portatori di bisogni speciali non debba far dimenticare l’importanza della formalizzazione dei progetti e della comunicazione all’esterno, nonché del coinvolgimento dei portatori di handicap nelle fasi decisionali dei progetti, all’insegna di una cultura dell’ascolto che il museo deve avere verso il suo pubblico.
Giovanna Brambilla Ranise, Responsabile della GAMeC di Bergamo e curatrice della mostra didattica in corso, ha brevemente illustrato il significato della mostra, che mira non ad una pedissequa riproduzione di opere di grandi artisti, consiste bensì in un percorso didattico che conduca dalla comprensione delle opere e del valore del museo alla rielaborazione personale. La Ranise ha auspicato inoltre un maggiore scambio di esperienze tra i musei, la creazione di una rete di musei, finalizzata non solo allo scambio delle esperienze ma anche alla formazione degli operatori su questi temi.
Anna Pironti, responsabile del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli di Torino, ha illustrato l’ormai celeberrimo ed esemplare progetto Sul tappeto volante, nato nel 1996 come collaborazione tra il Castello e alcune scuole di un quartiere multietnico come quello di San Salvario di Torino. Qui le linee guida del progetto che corrono parallelamente sono l’internazionalità e il riconoscimento delle individualità. In questo caso la mancanza di un monitoraggio e di una valutazione strutturata non hanno impedito la crescita del progetto, tanto che nel 2003 è stato firmato un Patto Territoriale che coinvolge più soggetti: la Città di Torino, varie scuole, il Castello di Rivoli e la Fondazione per la Scuola – Compagnia di San Paolo.
Al termine un artista, Gennaro Castellano, ed un amministratore pubblico, Antonella Annecchiarico, hanno raccontato il progetto Zingonia-Arte Integrazione Multiculture. In questo caso la sinergia tra pubblica amministrazione ed artisti ha generato progetti sensibili alle esigenze del territorio. Infatti dopo che gli artisti aderenti al progetto hanno svolto laboratori su un territorio con l’80% di immigrati, quello di Zingonia, si sono resi conto che il progetto stava diventando un monologo eurocentrico, così i due sono partiti per Dakar, attuando un Accordo di cooperazione decentrata con un quartiere di Dakar, nato dal progetto Zingonia. In questo caso l’artista si fa territorio sensibile, e col sostegno della pubblica amministrazione trova nuove vie da far percorrere al progetto.
Al termine della giornata in sala si poteva sentire la soddisfazione per un costruttivo scambio di esperienze e la necessità di più occasione come questa di trovarsi insieme per ascoltare e discutere, senza grandi teoremi, ma forti delle attività declinate sul territorio, sulle diverse realtà, sui diversi pubblici.
sara calca
mostra visitata l’1 marzo 2004
siti correlati:
www.castellodirivoli.org
www.progettozingonia.it
www.didatticamusei.it
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