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Alessandra Baldoni / Ilaria Margutti – L’acqua la insegna la sete
L’acqua la insegna la sete ideato da Alessandra Baldoni e Ilaria Margutti, curato da Francesca Duranti, evento in cui, attraverso il tema della “mancanza”, delle “cicatrici” e del dolore che porta alla consapevolezza, le due artiste si metteranno a nudo nel presentare le proprie ferite.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Centro per l'arte contemporanea Trebisonda di Perugia, col patrocinio del Comune di Perugia, presenta il progetto espositivo: L'acqua la insegna la sete ideato da Alessandra Baldoni e Ilaria Margutti, curato da Francesca Duranti, evento in cui, attraverso il tema della “mancanza”, delle “cicatrici” e del dolore che porta alla consapevolezza, le due artiste si metteranno a nudo nel presentare le proprie ferite.
Un terzo soggetto ospite, presenterà poi un altro genere di “mancanza” all'interno dello spazio espositivo, raccontando un esperimento voluto e ideato da Ilaria e Alessandra svolto con due quinte classi del Liceo scientifico Città di Piero.
Ilaria Margutti, giovane artista di Sansepolcro già con un notevole curriculum alle spalle, ricama la donna, la indaga e la ricostruisce secondo l'ordito delle singole esperienze per esaltarne poi tutta la sua drammatica bellezza. Mostra la necessità di ricostruire partendo dal ricucire le proprie cicatrici, scuote l'anima mostrando la consapevolezza della difficoltà della pazienza e del dolore che costruiscono una fibra, un filo che prima o poi ricuce e guarisce. L'artista esporrà delle tele in parte o interamente ricamate dove la donna e le sue cicatrici verranno presentate attraverso quadri di grandi dimensioni, o in moduli, dove lo stesso soggetto mostra i propri “segni” da ogni angolazione, concludendo con una video istallazione: Il filo dell'imperfetto.
Alessandra Baldoni, fotografa perugina, anche lei con un importante curriculum all’attivo, costruisce la sua idea di mancanza attraverso l'immagine fotografica di un amore imperfetto. Un tempo per noi, una storia raccontata in otto scatti, ogni immagine compone una storia, di un lui e una lei segnati da un amore perfetto, ma vissuto in un tempo e nelle circostanze sbagliate, un amore surreale che ha il volto coperto di sposi non consacrati, legati solo da promesse notturne appena pronunciate. Simboli, oggetti, parole, frammenti di poesia visiva colti nel set immaginato dall'artista. Il suo percorso espositivo si conclude mostrando l'oggettività della perdita, attraverso gli scatti di Love story, diario di un amore profondo che non c'è più, che scopri ogni giorno lontano guardando quegli oggetti della quotidianità e della concretezza che lacerano le ferite aperte ad ogni sguardo su di loro ventuno scatti di oggetti di un amore che li ha contaminati.
Il progetto del liceo di Sansepolcro vuole provocatoriamente esaltare la mancanza della macchina fotografica digitale che ti fa scattare rovinosamente miliardi di fotografie creando una malattia che annulla la percezione vera delle cose. Con il supporto di Ilaria, Alessandra e Francesco Capponi (fotografo), sono state costruite delle piccole scatole stenopeiche poi consegnate ai ragazzi con un preciso regolamento da seguire durante un viaggio scolastico a Berlino, per sperimentare concretamente cosa significa ricercare l'attimo, lo scatto ragionato ascoltando appunto l'oggettiva mancanza della riproducibilità schizofrenica virtuale.
Un terzo soggetto ospite, presenterà poi un altro genere di “mancanza” all'interno dello spazio espositivo, raccontando un esperimento voluto e ideato da Ilaria e Alessandra svolto con due quinte classi del Liceo scientifico Città di Piero.
Ilaria Margutti, giovane artista di Sansepolcro già con un notevole curriculum alle spalle, ricama la donna, la indaga e la ricostruisce secondo l'ordito delle singole esperienze per esaltarne poi tutta la sua drammatica bellezza. Mostra la necessità di ricostruire partendo dal ricucire le proprie cicatrici, scuote l'anima mostrando la consapevolezza della difficoltà della pazienza e del dolore che costruiscono una fibra, un filo che prima o poi ricuce e guarisce. L'artista esporrà delle tele in parte o interamente ricamate dove la donna e le sue cicatrici verranno presentate attraverso quadri di grandi dimensioni, o in moduli, dove lo stesso soggetto mostra i propri “segni” da ogni angolazione, concludendo con una video istallazione: Il filo dell'imperfetto.
Alessandra Baldoni, fotografa perugina, anche lei con un importante curriculum all’attivo, costruisce la sua idea di mancanza attraverso l'immagine fotografica di un amore imperfetto. Un tempo per noi, una storia raccontata in otto scatti, ogni immagine compone una storia, di un lui e una lei segnati da un amore perfetto, ma vissuto in un tempo e nelle circostanze sbagliate, un amore surreale che ha il volto coperto di sposi non consacrati, legati solo da promesse notturne appena pronunciate. Simboli, oggetti, parole, frammenti di poesia visiva colti nel set immaginato dall'artista. Il suo percorso espositivo si conclude mostrando l'oggettività della perdita, attraverso gli scatti di Love story, diario di un amore profondo che non c'è più, che scopri ogni giorno lontano guardando quegli oggetti della quotidianità e della concretezza che lacerano le ferite aperte ad ogni sguardo su di loro ventuno scatti di oggetti di un amore che li ha contaminati.
Il progetto del liceo di Sansepolcro vuole provocatoriamente esaltare la mancanza della macchina fotografica digitale che ti fa scattare rovinosamente miliardi di fotografie creando una malattia che annulla la percezione vera delle cose. Con il supporto di Ilaria, Alessandra e Francesco Capponi (fotografo), sono state costruite delle piccole scatole stenopeiche poi consegnate ai ragazzi con un preciso regolamento da seguire durante un viaggio scolastico a Berlino, per sperimentare concretamente cosa significa ricercare l'attimo, lo scatto ragionato ascoltando appunto l'oggettiva mancanza della riproducibilità schizofrenica virtuale.
14
maggio 2010
Alessandra Baldoni / Ilaria Margutti – L’acqua la insegna la sete
Dal 14 al 30 maggio 2010
arte contemporanea
Location
TREBISONDA CENTRO PER LE ARTI VISIVE
Perugia, Via Donato Bramante, 26, (Perugia)
Perugia, Via Donato Bramante, 26, (Perugia)
Orario di apertura
venerdì, sabato, domenica dalle 16,00 alle 19,30
Vernissage
14 Maggio 2010, ore 18
Autore
Curatore