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Alex Majoli – Libera Me
Libera me ha origine da una riflessione sulla condizione umana, rielaborazione di una serie di esperienze, reportage realizzati negli ultimi tre anni da Majoli
Comunicato stampa
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La mostra e' stata realizzata in collaborazione con Alessandro Sala, Arianna Arcara e Daria Birang
L'esperienza di fotoreporter e' fatta di passaggi, figure rapide, in cui, come ricorda Calvino a proposito di Una Questione Privata di B. Fenoglio, -cio' che si insegue, si insegue per inseguire altro e quest'altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero perche'-.
Libera me ha origine da una riflessione sulla condizione umana, rielaborazione di una serie di esperienze, reportage realizzati negli ultimi tre anni da Majoli: le immagini del Murambi Genocide Memorial in Rwanda, i paesaggi lettoni, volti che entrano in un dialogo spaziale con quei luoghi che diventano gironi infernali o cerchi del paradiso non accessibili, senza inizio o fine.
Il primo cerchio -Persona- e' fatto di volti. Il nero rimuove gli individui dal loro contesto e li rende tutti uguali. Con quale luce Dio vede queste creature? Il vero dramma si gioca ora, qui. Ma la luce e' un ascolto: cerchio esterno della vita che per vedere alla radice bisogna prima ridurre a maschera.
I vestiti intrisi di sangue del genocidio in Rwanda emergono anch'essi dal buio, nature morte che appaiono dotate di luce propria. Un inferno che e' memoria, che rimanda alle tragedie della storia, ma anche a cio' che resta. Il titolo Lacrimosa e' tratto dalla parte del Requiem che introduce il Giudizio Universale. Alcuni compositori hanno aggiunto al Requiem parti proprie dell'ufficio della sepoltura, Libera Me: paesaggi surreali, bucati da un bianco accecante, ma abitabile, in cui la luce diventa assoluta e porta alla pace eterna. In questo teatro a doppio giro, lo spessore della maschera e la finzione della scena tendono ad assottigliarsi, eliminato tutto il superfluo, entro un limite circolare, uno spazio di gioco.
Chiara Capodici
Nota biografica
Alex Majoli e' nato a Ravenna nel 1971. Attualmente vive tra Milano e New York. Comincia a fotografare nel 1982 e nel 1989 inizia a lavorare a tempo pieno come fotoreporter. Dal 1990 al 1995 lavora per l'agenzia Grazia Neri. In questo periodo documenta la guerra della ex-Yugoslavia, inizia un intenso reportage all'interno di un ospedale psichiatrico di Leros, in Grecia, continuando la sua collaborazione con la -corrente di Basaglia-, e viaggia in Sud America. Nel 1997 inizia a lavorare al suo progetto personale Hotel Marinum, con l'intenzione di fotografare la vita di diverse città di porto nel mondo. Ha intrapreso anche l'esperienza cinematografica, realizzando alcuni documentari e video clips, tra cui In the Forbidden City, cortometraggio sulla prostituzione a Bahia presentato al Film Festival di Torino. Nel 2001 Alex diventa membro della Magnum Photos: con Ferdinando Scianna e' il secondo fotografo italiano a farne parte. Contemporaneamente al progetto Hotel Marinum, segue e documenta alcuni conflitti nel mondo, collaborando e pubblicando su diverse testate giornalistiche, fra cui: Newsweek, New York Times Magazine, Granta, Vanity Fair, The Times; per il National Geographic ha recentemente fotografato l'Africa a Parigi.
L'esperienza di fotoreporter e' fatta di passaggi, figure rapide, in cui, come ricorda Calvino a proposito di Una Questione Privata di B. Fenoglio, -cio' che si insegue, si insegue per inseguire altro e quest'altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero perche'-.
Libera me ha origine da una riflessione sulla condizione umana, rielaborazione di una serie di esperienze, reportage realizzati negli ultimi tre anni da Majoli: le immagini del Murambi Genocide Memorial in Rwanda, i paesaggi lettoni, volti che entrano in un dialogo spaziale con quei luoghi che diventano gironi infernali o cerchi del paradiso non accessibili, senza inizio o fine.
Il primo cerchio -Persona- e' fatto di volti. Il nero rimuove gli individui dal loro contesto e li rende tutti uguali. Con quale luce Dio vede queste creature? Il vero dramma si gioca ora, qui. Ma la luce e' un ascolto: cerchio esterno della vita che per vedere alla radice bisogna prima ridurre a maschera.
I vestiti intrisi di sangue del genocidio in Rwanda emergono anch'essi dal buio, nature morte che appaiono dotate di luce propria. Un inferno che e' memoria, che rimanda alle tragedie della storia, ma anche a cio' che resta. Il titolo Lacrimosa e' tratto dalla parte del Requiem che introduce il Giudizio Universale. Alcuni compositori hanno aggiunto al Requiem parti proprie dell'ufficio della sepoltura, Libera Me: paesaggi surreali, bucati da un bianco accecante, ma abitabile, in cui la luce diventa assoluta e porta alla pace eterna. In questo teatro a doppio giro, lo spessore della maschera e la finzione della scena tendono ad assottigliarsi, eliminato tutto il superfluo, entro un limite circolare, uno spazio di gioco.
Chiara Capodici
Nota biografica
Alex Majoli e' nato a Ravenna nel 1971. Attualmente vive tra Milano e New York. Comincia a fotografare nel 1982 e nel 1989 inizia a lavorare a tempo pieno come fotoreporter. Dal 1990 al 1995 lavora per l'agenzia Grazia Neri. In questo periodo documenta la guerra della ex-Yugoslavia, inizia un intenso reportage all'interno di un ospedale psichiatrico di Leros, in Grecia, continuando la sua collaborazione con la -corrente di Basaglia-, e viaggia in Sud America. Nel 1997 inizia a lavorare al suo progetto personale Hotel Marinum, con l'intenzione di fotografare la vita di diverse città di porto nel mondo. Ha intrapreso anche l'esperienza cinematografica, realizzando alcuni documentari e video clips, tra cui In the Forbidden City, cortometraggio sulla prostituzione a Bahia presentato al Film Festival di Torino. Nel 2001 Alex diventa membro della Magnum Photos: con Ferdinando Scianna e' il secondo fotografo italiano a farne parte. Contemporaneamente al progetto Hotel Marinum, segue e documenta alcuni conflitti nel mondo, collaborando e pubblicando su diverse testate giornalistiche, fra cui: Newsweek, New York Times Magazine, Granta, Vanity Fair, The Times; per il National Geographic ha recentemente fotografato l'Africa a Parigi.
04
aprile 2007
Alex Majoli – Libera Me
Dal 04 aprile al 03 giugno 2007
fotografia
Location
Biglietti
Unico Mostre + Galleria - 9,00
Ridotto Mostre + Galleria - 7,00
Intero Galleria - 6,50
Ridotto Galleria - 3,25
Orario di apertura
Da martedi' a domenica 8,30 - 19,30; lunedi' chiuso. L'ingresso e' consentito fino a 40 minuti prima della chiusura
Vernissage
4 Aprile 2007, ore 18
Sito web
www.fotografiafestival.it
Autore
Curatore