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Ari Versluis & Ellie Uyttenbroek – Exactitudes
Registrando i loro soggetti in un’identica cornice, con pose simili e uno specifico codice d’abbigliamento, gli artisti realizzano un archivio quanto più scientifico e antropologico dei tentativi fatti dalle persone per distinguere se stessi dagli altri, assumendo un’identità di gruppo specifica. Sposine, teenager, moicani, vagabondi, fan del tatuaggio, macellai e molto altro… Una fantastica enciclopedia fotografica che raccoglie tutti gli stili, i modi di vestire e le tendenze degli ultimi anni, raggruppandoli in modo davvero originale.
Comunicato stampa
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La Provincia di Roma presenta, per la prima volta in Italia, Exactitudes, progetto costituito da una serie di ritratti fotografici multipli realizzati dagli artisti Ari Versluis e Ellie Uyttenbroek.
Il duo olandese, da sempre interessato ai “dress codes” (codici d’abbigliamento), ha sviluppato nel corso degli ultimi quattordici anni delle micro-raccolte tematiche per luogo e tempo. La loro collaborazione, iniziata fin dall’ottobre 1994, si ispira ad un interesse comune rivolto a questi codici relativi a diversi gruppi sociali, sistematicamente documentati nelle diverse identità. La loro ricerca si ispira ai luoghi eterogenei e multiculturali scoperti nelle strade di Rotterdam, New York, Parigi, Milano e Pechino.
Hanno chiamato la loro serie Exactitudes (una contrazione dei termini inglesi exact e attitude), traducibile in “stesso atteggiamento”, “stessa posa”.
Registrando i loro soggetti in un’identica cornice, con pose simili e uno specifico codice d’abbigliamento, gli artisti realizzano un archivio quanto più scientifico e antropologico dei tentativi fatti dalle persone per distinguere se stessi dagli altri, assumendo un’identità di gruppo specifica.
Sposine, teenager, moicani, vagabondi, fan del tatuaggio, macellai e molto altro… Una fantastica enciclopedia fotografica che raccoglie tutti gli stili, i modi di vestire e le tendenze degli ultimi anni, raggruppandoli in modo davvero originale.
Un progetto dove a prevalere non è solo l’aspetto documentaristico ma quello artistico, che pone in risalto l’apparente contraddizione tra identità e uniformità.
Un lavoro di osservazione lenta e minuziosa, di suddivisione in categorie e sottocategorie che, dopo le esposizioni di Parigi, Berlino, Londra, Toronto, Buenos Aires, New York ed altre città in tutto il mondo, è possibile ammirare a Roma, a Palazzo Incontro. La mostra presenta tutte le 112 serie di Exactitudes, che Ellie ha chiamato la loro “collezione di farfalle”. Seguendo l’ordine cronologico di produzione le opere di piccolo formato sono presentate al secondo piano mentre al primo piano è presentata una selezione delle serie in grande formato.
“Nei momenti in cui si afferma l’incertezza e la sfiducia nel futuro c’è sempre una reazione istintiva, insita nell’essere umano, che lo spinge a rifugiarsi tra i cosiddetti simili. Un fenomeno che supera le classi sociali e non è circoscrivibile in confini geografici. Il vero problema è che questo istinto viene troppo spesso sfruttato da culture politiche irresponsabili che invece di governarlo lo cavalcano, lo usano per coltivare consenso. Si arriva ad alimentare paure per poi indicare un nemico, lasciando che si scateni l’odio nei confronti di chi viene bollato come diverso. In questo modo la scala dei valori si distorce: il più debole diventa il problema da combattere, il capro espiatorio del disagio sociale o la vittima del branco che vuole uscire dalla noia.
Ecco perché ho trovato bellissima questa mostra di due giovani artisti olandesi. Un progetto che ha già riscosso un grande successo internazionale e che abbiamo voluto fortemente portare qui a Roma per la sua qualità artistica e per l’efficacia del messaggio che è in grado di trasmettere.
Credo che le fotografie di questa mostra infatti, indichino, meglio di qualsiasi discorso una verità semplice ma di straordinaria importanza. Anche tutti i cosiddetti “uguali” sono diversi tra loro. O meglio: sono persone con storie, culture, religione, gusti e orientamenti sessuali propri. Di questa ricchezza non bisogna aver paura perché è un valore. La musica è rock, pop, sinfonica, da camera, tecno. Quale è il problema? Le sottili differenze e le fortissime affinità che legano in mille possibili relazioni i volti, gli abiti, gli stili di vita, gli atteggiamenti degli uomini e delle donne protagonisti di queste immagini ci dicono che avere paura di per sé delle diversità significherebbe avere paura di noi stessi, perché ciascuno di noi è, a suo modo, diverso da qualcun altro. Occorre dunque condivisione, conoscenza e rispetto, perché rispettare e conoscere le diversità che ci circondano rappresenta innanzitutto una grande opportunità. Il valore comune che ci deve unire e dare forza nella costruzione di una società che guardi con fiducia alle sfide del nuovo secolo”.
Il presidente della Provincia di Roma
Nicola Zingaretti
“Siamo tutti diversi, come chiunque altro”
Ari Versluis e Ellie Uyttenbroek, Exactitudes
Il duo olandese, da sempre interessato ai “dress codes” (codici d’abbigliamento), ha sviluppato nel corso degli ultimi quattordici anni delle micro-raccolte tematiche per luogo e tempo. La loro collaborazione, iniziata fin dall’ottobre 1994, si ispira ad un interesse comune rivolto a questi codici relativi a diversi gruppi sociali, sistematicamente documentati nelle diverse identità. La loro ricerca si ispira ai luoghi eterogenei e multiculturali scoperti nelle strade di Rotterdam, New York, Parigi, Milano e Pechino.
Hanno chiamato la loro serie Exactitudes (una contrazione dei termini inglesi exact e attitude), traducibile in “stesso atteggiamento”, “stessa posa”.
Registrando i loro soggetti in un’identica cornice, con pose simili e uno specifico codice d’abbigliamento, gli artisti realizzano un archivio quanto più scientifico e antropologico dei tentativi fatti dalle persone per distinguere se stessi dagli altri, assumendo un’identità di gruppo specifica.
Sposine, teenager, moicani, vagabondi, fan del tatuaggio, macellai e molto altro… Una fantastica enciclopedia fotografica che raccoglie tutti gli stili, i modi di vestire e le tendenze degli ultimi anni, raggruppandoli in modo davvero originale.
Un progetto dove a prevalere non è solo l’aspetto documentaristico ma quello artistico, che pone in risalto l’apparente contraddizione tra identità e uniformità.
Un lavoro di osservazione lenta e minuziosa, di suddivisione in categorie e sottocategorie che, dopo le esposizioni di Parigi, Berlino, Londra, Toronto, Buenos Aires, New York ed altre città in tutto il mondo, è possibile ammirare a Roma, a Palazzo Incontro. La mostra presenta tutte le 112 serie di Exactitudes, che Ellie ha chiamato la loro “collezione di farfalle”. Seguendo l’ordine cronologico di produzione le opere di piccolo formato sono presentate al secondo piano mentre al primo piano è presentata una selezione delle serie in grande formato.
“Nei momenti in cui si afferma l’incertezza e la sfiducia nel futuro c’è sempre una reazione istintiva, insita nell’essere umano, che lo spinge a rifugiarsi tra i cosiddetti simili. Un fenomeno che supera le classi sociali e non è circoscrivibile in confini geografici. Il vero problema è che questo istinto viene troppo spesso sfruttato da culture politiche irresponsabili che invece di governarlo lo cavalcano, lo usano per coltivare consenso. Si arriva ad alimentare paure per poi indicare un nemico, lasciando che si scateni l’odio nei confronti di chi viene bollato come diverso. In questo modo la scala dei valori si distorce: il più debole diventa il problema da combattere, il capro espiatorio del disagio sociale o la vittima del branco che vuole uscire dalla noia.
Ecco perché ho trovato bellissima questa mostra di due giovani artisti olandesi. Un progetto che ha già riscosso un grande successo internazionale e che abbiamo voluto fortemente portare qui a Roma per la sua qualità artistica e per l’efficacia del messaggio che è in grado di trasmettere.
Credo che le fotografie di questa mostra infatti, indichino, meglio di qualsiasi discorso una verità semplice ma di straordinaria importanza. Anche tutti i cosiddetti “uguali” sono diversi tra loro. O meglio: sono persone con storie, culture, religione, gusti e orientamenti sessuali propri. Di questa ricchezza non bisogna aver paura perché è un valore. La musica è rock, pop, sinfonica, da camera, tecno. Quale è il problema? Le sottili differenze e le fortissime affinità che legano in mille possibili relazioni i volti, gli abiti, gli stili di vita, gli atteggiamenti degli uomini e delle donne protagonisti di queste immagini ci dicono che avere paura di per sé delle diversità significherebbe avere paura di noi stessi, perché ciascuno di noi è, a suo modo, diverso da qualcun altro. Occorre dunque condivisione, conoscenza e rispetto, perché rispettare e conoscere le diversità che ci circondano rappresenta innanzitutto una grande opportunità. Il valore comune che ci deve unire e dare forza nella costruzione di una società che guardi con fiducia alle sfide del nuovo secolo”.
Il presidente della Provincia di Roma
Nicola Zingaretti
“Siamo tutti diversi, come chiunque altro”
Ari Versluis e Ellie Uyttenbroek, Exactitudes
13
febbraio 2009
Ari Versluis & Ellie Uyttenbroek – Exactitudes
Dal 13 febbraio al 26 aprile 2009
fotografia
Location
PALAZZO INCONTRO
Roma, Via Dei Prefetti, 22, (Roma)
Roma, Via Dei Prefetti, 22, (Roma)
Orario di apertura
ore 10 – 19, tutti i giorni escluso il lunedì
Vernissage
13 Febbraio 2009, ore 18
Sito web
www.exactitudes.com
Ufficio stampa
CIVITA GROUP
Autore
Curatore