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Ceramiche attiche e magnogreche. Collezione Banca Intesa
sarà presentato al pubblico e al mondo degli studi il catalogo scientifico Ceramiche attiche e magnogreche. Collezione Banca Intesa, edito da Electa in tre tomi per complessive 967 pagine
Comunicato stampa
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Il 31 maggio prossimo alle ore 18, nella cornice neoclassica di Palazzo Anguissola, sede storica di Intesa Sanpaolo a Milano, sarà presentato al pubblico e al mondo degli studi il catalogo scientifico Ceramiche attiche e magnogreche. Collezione Banca Intesa, edito da Electa in tre tomi per complessive 967 pagine.
Accanto al Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, prof. Giovanni Bazoli, e al curatore prof.ssa Gemma Sena Chiesa, interverranno il prof. Salvatore Settis, Professore nella Scuola Normale Superiore di Pisa, antichista di fama internazionale ma anche Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, e Martine Denoyelle, Conservatrice nel Dipartimento di Antichità Greche, Etrusche e Romane del Museo del Louvre.
L’iniziativa editoriale si colloca nell’ambito di un articolato progetto, curato da Fatima Terzo con lo staff Beni culturali Banca Intesa, volto alla salvaguardia e alla valorizzazione della raccolta di 522 reperti provenienti da un'importante necropoli scoperta nella prima metà dell’Ottocento a Ruvo di Puglia. Riunita nei decenni centrali del XIX secolo dal colto arcidiacono Giuseppe Caputi e da suo nipote Francesco, confluita successivamente ai patrimoni Resta, Torno e nel 1999 a quello di Banca Intesa, la collezione è tra le pochissime a non aver subito dispersioni. Rappresenta piuttosto un episodio di estremo rilievo in quella complessa vicenda che mirava, attraverso un'attività spesso tumultuosa di scavi archeologici («genti di ogni condizione – scrive a proposito di Ruvo Giovanni Jatta jr, con i Caputi il maggior collezionista del luogo – si diedero a crivellare il territorio della città in tutti i punti, in tutte le ore, e divenne lo scavare un vero furore verso l'anno 1822; si eseguivano gli scavi alla luce del giorno [...] e neppure il corso della notte si faceva sosta»), alla riscoperta delle radici profonde di un'identità culturale. In Puglia come in Campania, o in Sicilia, ci si dedicava infatti al collezionismo di reperti non solo perché riferibili a una generica antichità, quanto piuttosto per conservare in loco il deposito della memoria patria. In tal modo si arginavano le sempre più diffuse dinamiche di dispersione che arricchivano i musei di tutta Europa, con incalcolabili conseguenze sul piano della conoscenza scientifica ma anche con il rischio di smarrire il rapporto tra l'opera d'arte e il suo contesto di origine.
Il catalogo sistematico propone la conoscenza dei vasi della collezione attraverso varie sezioni corrispondenti a diverse classi ceramiche: ogni sezione, tranne l’ultima che precede il resoconto dei restauri e i ricchi apparati, prevede in esordio un saggio scientifico che consente anche ai non addetti ai lavori di percepire la densità dei significati iconografici delle raffigurazioni, l'evoluzione delle tecniche, il contesto più generale in cui le opere della collezione Intesa risaltano con episodi spesso di eccezionale qualità.
In linea di continuità con la tradizione dell’Istituto nell’ambito della tutela, conservazione e valorizzazione delle proprie raccolte d’arte, imprescindibile punto di partenza per lo studio e la catalogazione dell’intera collezione è stato il restauro filologico, realizzato tra il 2001 e il 2003 da Martino Serafini dello Studio Ar.Co. nel laboratorio delle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza. L’intervento ha consentito di recuperare lo status originale delle singole ceramiche ed è documentato in catalogo da una dettagliata relazione redatta dal restauratore stesso e da brevi descrizioni collegate alle singole schede di catalogo.
Conclusasi la fase dedicata alla conservazione e allo studio, la raccolta può ora essere presentata alla pubblica fruizione. Finalità prioritaria dei programmi culturali del Gruppo Intesa Sanpaolo è infatti quella della condivisione dei propri tesori d’arte, perché questi possano entrare nel circuito di una conoscenza diffusa, sedimentandosi nella memoria personale e collettiva.
Per la collezione di ceramiche attiche e magnogreche è stato messo a punto un programma espositivo itinerante con contenuti specificamente educativi, destinato soprattutto alle giovani generazioni. Il progetto partirà da Vicenza, dalle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari nel cui laboratorio si è svolta la campagna di restauro e nei cui depositi è custodita l’intera collezione, e potrà essere proposto in altre città. Già a partire dall'autunno di quest'anno, piccoli nuclei tratti dalla collezione di ceramiche saranno quindi periodicamente visibili a rotazione, accompagnati da apparati illustrativi studiati in funzione dei laboratori didattici rivolti alle scuole. Filo conduttore delle minimostre sarà il tema del tempo nella raffigurazione vascolare (il tempo della donna, dell'uomo, dell'amore, del lavoro, del sacro, della morte e del mito: con numerose e specifiche sotto-articolazioni). Data la particolare natura delle ceramiche e l'insieme dei significati che vi si condensano, il futuro della collezione si declinerà dunque attraverso una sorta di viaggio guidato alla scoperta del mondo greco tra V e III secolo avanti Cristo.
In occasione e a coronamento della presentazione del catalogo, il 31 maggio una ventina di vasi-guida, selezionati dalla raccolta Banca Intesa ed esemplificativi dei temi intorno ai quali si svilupperanno le minimostre programmate, saranno esposti al piano nobile in Palazzo Anguissola, in un suggestivo allestimento negli spazi della biblioteca.
Accanto al Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, prof. Giovanni Bazoli, e al curatore prof.ssa Gemma Sena Chiesa, interverranno il prof. Salvatore Settis, Professore nella Scuola Normale Superiore di Pisa, antichista di fama internazionale ma anche Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, e Martine Denoyelle, Conservatrice nel Dipartimento di Antichità Greche, Etrusche e Romane del Museo del Louvre.
L’iniziativa editoriale si colloca nell’ambito di un articolato progetto, curato da Fatima Terzo con lo staff Beni culturali Banca Intesa, volto alla salvaguardia e alla valorizzazione della raccolta di 522 reperti provenienti da un'importante necropoli scoperta nella prima metà dell’Ottocento a Ruvo di Puglia. Riunita nei decenni centrali del XIX secolo dal colto arcidiacono Giuseppe Caputi e da suo nipote Francesco, confluita successivamente ai patrimoni Resta, Torno e nel 1999 a quello di Banca Intesa, la collezione è tra le pochissime a non aver subito dispersioni. Rappresenta piuttosto un episodio di estremo rilievo in quella complessa vicenda che mirava, attraverso un'attività spesso tumultuosa di scavi archeologici («genti di ogni condizione – scrive a proposito di Ruvo Giovanni Jatta jr, con i Caputi il maggior collezionista del luogo – si diedero a crivellare il territorio della città in tutti i punti, in tutte le ore, e divenne lo scavare un vero furore verso l'anno 1822; si eseguivano gli scavi alla luce del giorno [...] e neppure il corso della notte si faceva sosta»), alla riscoperta delle radici profonde di un'identità culturale. In Puglia come in Campania, o in Sicilia, ci si dedicava infatti al collezionismo di reperti non solo perché riferibili a una generica antichità, quanto piuttosto per conservare in loco il deposito della memoria patria. In tal modo si arginavano le sempre più diffuse dinamiche di dispersione che arricchivano i musei di tutta Europa, con incalcolabili conseguenze sul piano della conoscenza scientifica ma anche con il rischio di smarrire il rapporto tra l'opera d'arte e il suo contesto di origine.
Il catalogo sistematico propone la conoscenza dei vasi della collezione attraverso varie sezioni corrispondenti a diverse classi ceramiche: ogni sezione, tranne l’ultima che precede il resoconto dei restauri e i ricchi apparati, prevede in esordio un saggio scientifico che consente anche ai non addetti ai lavori di percepire la densità dei significati iconografici delle raffigurazioni, l'evoluzione delle tecniche, il contesto più generale in cui le opere della collezione Intesa risaltano con episodi spesso di eccezionale qualità.
In linea di continuità con la tradizione dell’Istituto nell’ambito della tutela, conservazione e valorizzazione delle proprie raccolte d’arte, imprescindibile punto di partenza per lo studio e la catalogazione dell’intera collezione è stato il restauro filologico, realizzato tra il 2001 e il 2003 da Martino Serafini dello Studio Ar.Co. nel laboratorio delle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza. L’intervento ha consentito di recuperare lo status originale delle singole ceramiche ed è documentato in catalogo da una dettagliata relazione redatta dal restauratore stesso e da brevi descrizioni collegate alle singole schede di catalogo.
Conclusasi la fase dedicata alla conservazione e allo studio, la raccolta può ora essere presentata alla pubblica fruizione. Finalità prioritaria dei programmi culturali del Gruppo Intesa Sanpaolo è infatti quella della condivisione dei propri tesori d’arte, perché questi possano entrare nel circuito di una conoscenza diffusa, sedimentandosi nella memoria personale e collettiva.
Per la collezione di ceramiche attiche e magnogreche è stato messo a punto un programma espositivo itinerante con contenuti specificamente educativi, destinato soprattutto alle giovani generazioni. Il progetto partirà da Vicenza, dalle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari nel cui laboratorio si è svolta la campagna di restauro e nei cui depositi è custodita l’intera collezione, e potrà essere proposto in altre città. Già a partire dall'autunno di quest'anno, piccoli nuclei tratti dalla collezione di ceramiche saranno quindi periodicamente visibili a rotazione, accompagnati da apparati illustrativi studiati in funzione dei laboratori didattici rivolti alle scuole. Filo conduttore delle minimostre sarà il tema del tempo nella raffigurazione vascolare (il tempo della donna, dell'uomo, dell'amore, del lavoro, del sacro, della morte e del mito: con numerose e specifiche sotto-articolazioni). Data la particolare natura delle ceramiche e l'insieme dei significati che vi si condensano, il futuro della collezione si declinerà dunque attraverso una sorta di viaggio guidato alla scoperta del mondo greco tra V e III secolo avanti Cristo.
In occasione e a coronamento della presentazione del catalogo, il 31 maggio una ventina di vasi-guida, selezionati dalla raccolta Banca Intesa ed esemplificativi dei temi intorno ai quali si svilupperanno le minimostre programmate, saranno esposti al piano nobile in Palazzo Anguissola, in un suggestivo allestimento negli spazi della biblioteca.
31
maggio 2007
Ceramiche attiche e magnogreche. Collezione Banca Intesa
31 maggio 2007
arte antica
presentazione
presentazione
Location
INTESA SANPAOLO – PALAZZO ANGUISSOLA
Milano, Via Alessandro Manzoni, 10, (Milano)
Milano, Via Alessandro Manzoni, 10, (Milano)
Vernissage
31 Maggio 2007, ore 18
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
MONDOMOSTRE