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Collezione. Focus on Contemporary Italian Art
Apertura della collezione permanente
Comunicato stampa
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L’apertura di uno spazio permanente dedicato alla collezione permette a MAMbo di completare il cammino di raggiungimento degli obiettivi posti in seno alla sua nascita.
A dieci mesi dalla sua apertura, il museo presenta un nuovo e articolato progetto espositivo, sotto la direzione scientifica di Gianfranco Maraniello, che prevede il riallestimento di una ricca selezione di opere provenienti dalla collezione della ex-GAM, l’apertura di nuovi spazi dedicati alle attività collaterali ma soprattutto l’esposizione delle recenti acquisizioni dell’istituzione, frutto della partnership con UniCredit e del sostegno della Regione Emilia Romagna.
A partire dal 16 marzo 2008 MAMbo adibisce le sale espositive del piano terra a luogo dedicato alle collezioni, concludendo il processo di trasformazione iniziato con il trasferimento del museo nella nuova sede dell’Ex Forno del Pane e consolidando quella vocazione verso le pratiche artistiche e culturali del contemporaneo che già caratterizzava l’attività della Galleria d’Arte Moderna. La naturale inclinazione dell’Istituzione alla
cultura visiva e alla sperimentazione pone quindi come fine primario quello di fare del museo un testimone attento e scrupoloso del proprio tempo. Da qui l’idea di presentare la collezione, cuore del patrimonio e dell’attività del MAMbo, suddividendola in due aree principali, SpazioGAM e Focus on Contemporary Italian Art, concepite con l’intento di creare un percorso in grado di far comprendere al visitatore l’evoluzione storica, artistica e metodologica che ha caratterizzato l’operato della Galleria d’Arte Moderna in passato e che traccia le linee guida del lavoro di MAMbo oggi.
Come accade per tutte le collezioni dei musei bolognesi, anche alla collezione del MAMbo l’ingresso sarà gratuito, secondo una politica culturale che mira a sviluppare nei cittadini un legame con il patrimonio artistico, creando un’importante e produttiva familiarità con i luoghi della cultura e della ricerca.
SpazioGAM
Lo SpazioGAM intende diventare un luogo di rivisitazione delle collezioni del Museo, di interazione con la città, di approfondimenti sul panorama artistico del territorio. Dalla GAM il museo eredita un consistente patrimonio di opere, soprattutto emiliano-romagnole, che vanno dall’Ottocento ai giorni nostri e che sono state raccolte in modo frammentario e ramificato, rispecchiando l’iter culturale della Galleria d’Arte Moderna nel corso dei decenni della sua attività.
Grazie a questo nuovo lavoro sull’esposizione della propria collezione permanente, MAMbo coglie l’occasione per una rilettura critica delle collezioni contemporanee ereditate, valorizzandole e riscoprendole attraverso mostre a rotazione, specifici progetti espositivi, restauri, acquisizioni di opere e documenti, incontri, pubblicazioni e dibattiti capaci di inquadrare la storia della GAM in una cornice multidisciplinare che faccia comprendere le ragioni culturali e il contesto sociale entro cui si sono susseguite le vicende dell’arte contemporanea a Bologna. SpazioGAM è quindi la denominazione scelta per definire questa pratica poliedrica di lavoro che, partendo dalle proprie radici culturali, cercherà di interpretare le collezioni storiche come costante occasione di verifica metodologica. Un’area polivalente concepita, quindi, come zona di raccordo con la storia della Galleria d’Arte Moderna di Bologna dalla quale il MAMbo ha avuto origine. Il confronto tra passato e presente dell’entità museale è ponte diretto verso il futuro, nonché efficace strumento di indagine delle strategie e delle pratiche espositivo-museali contemporanee.
Tale progetto viene annunciato da SpazioGAM.intro: una selezione di opere pittoriche, fotografiche e video dagli anni ’50 alla fine degli anni ’90 raggruppate in una suggestiva quadreria che accoglie il visitatore al suo ingresso e lo obbliga ad attraversare fisicamente uno spazio che metaforicamente rappresenta le radici del museo e la sua memoria storica; SpazioGAM.topics è invece un’area polivalente dedicata ad incontri e mostre temporanee, destinata ad accogliere una specifica programmazione e concepita come zona di raccordo tra la storia della GAM e il futuro del MAMbo; infine, SpazioGAM.open library è il luogo dell’approfondimento: uno spazio aperto dove si possono trovare cataloghi, saggi e riviste da consultare liberamente e dove i visitatori sono invitati a contribuire, con spirito analogo al bookcrossing, alla costituzione di una biblioteca complementare a quella del museo donando libri o documenti come autonome visioni e testimonianze del valore del contemporaneo.
In esposizione opere di: Claudio Abate, Marina Abramovic, Carla Accardi, Getulio Alviani, Franco Angeli, Ugo Attardi, Donald Baechler, Luciano Bartolini, Gianfranco Baruchello, Davide Benati, Vasco Bendini, Alighiero Boetti, Ennio Borlotti, James Brown, Alberto Burri, Enrico Castellani, Maurizio Cattelan, Giuseppe Chiari, Pier Achille Cuniberti, Dadamaino, Luciano De Vita, Bruno Di Bello, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Pietro Gilardi, Gruppo N, Virgilio Guidi, Emilio Isgrò, Marcello Jori, Sergio Lombardo, Pompilio Mandelli, Roberto Sebastian Matta, Fausto Melotti, Nino Migliori, Mattia Moreni, Zoran Music, Mario Nanni, Luigi Ontani, Tancredi Parmeggiani, Achille Perilli, Concetto Pozzati, Sergio Romiti, Ilario Rossi, Mimmo Rotella, Lucio Saffaro, Julião Sarmento, Germano Sartelli, Mario Schifano, Antoni Tàpies, Giulio Turcato, Giuseppe Uncini, Sergio Vacchi, Christopher Williams, Kenji Yanobe, Giuseppe Zigaina.
Focus on Contemporary Italian Art
Pur disponendo di opere di artisti internazionali, MAMbo ha deciso in quest’occasione di focalizzare l’attenzione sulla più recente scena italiana. Per la prima volta un'istituzione museale si pone in modo esplicito quella che è una vera e propria questione generazionale, dimostrandosi non solo sensibile al tema più generale della ricerca in Italia, ma sottolineando come sia dovere di un museo d’arte contemporanea fare il punto sulla produzione artistica del suo Paese.
MAMbo ospita tale progetto nella grande sala dei forni: spazio che più di ogni altro sembra evocare l’idea di laboratorio, di fabbrica creativa in grado non solo di contenere ma anche di confrontarsi con opere e forme espressive differenti tra loro. Evitando percorsi cronologici o forzati raggruppamenti tematici, è il rapporto “aperto” tra i lavori di alcuni dei più interessanti artisti di oggi a creare un ambiente vivo, in cui trovano espressione poetiche e pratiche artistiche ibride in continuo confronto con l’architettura e il design. Uno spazio dove si intraprendono la sperimentazione di nuovi media e il ripensamento delle tecniche tradizionali, si concepiscono opere che sono veri e propri dispositivi in cui ospitare film, concerti o performance di altri protagonisti della cultura magari provenienti da diversi versanti disciplinari.
Per la realizzazione di questo ambizioso progetto MAMbo si avvale della prestigiosa partnership avviata con UniCredit Group nel 2007 e tesa non solo all’acquisizione, ma alla produzione di opere da proporre in occasione di importanti eventi artistici così da sostenere e favorire sempre più la presenza di artisti italiani nei maggiori circuiti espositivi con la qualità dei loro progetti. L’impegno per il futuro consiste quindi nel consolidare questa importante partnership, in cui la progettualità imprenditoriale affianca il lavoro del museo, garantendo un alto livello di qualità delle sue proposte e un costante sviluppo e approfondimento della propria ricerca.
Artisti: Stefano Arienti, Sergia Avveduti, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft, Carlo Benvenuto, Simone Berti, Davide Bertocchi, Monica Bonvicini, Pierpaolo Campanini, Loris Cecchini, Lara Favaretto, Giuseppe Gabellone, Luisa Lambri, Eva Marisaldi, Davide Minuti, Luca Pancrazzi, Paola Pivi, Riccardo Previdi, Elisa Sighicelli, Alessandra Tesi, Patrick Tuttofuoco, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli.
in partnership con
SpazioGAM
Opere esposte
(in ordine di allestimento)
Intro
Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1994)
Non parto non resto, 1984, biro su carta, 100 x 140 cm.
Sarmento Julião (Lisbona, 1948 – vive e lavora in Portogallo, a Estoril)
Ruinas Recentes, 1990, tecnica mista su tela, 190 x 220 cm.
Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, 1937 – Vive e lavora a Milano)
Senza titolo, 1972, assemblage, 34,5 x 40 cm.
Giuseppe Uncini (Fabriano, 1929 – Vive e lavora a Roma e Trevi -PG)
Cementoarmato, 1960, cemento e ferro, 58,5 x 90,5 x 4 cm.
Deposito Cooperativa L’Operosa, Bologna
Germano Sartelli (Imola, 1925 - vive e lavora a Imola)
Stracci, 1958, tecnica mista, 60 x 110 cm.
Fausto Melotti (Rovereto, Trento, 1901 – Milano, 1986)
Modulazione ascendente, 1977, ottone, 95 x 46 x 52 cm.
Achille Perilli (Roma, 1927 – vive e lavora a Roma)
Marcia indietro, 1958, tecnica mista su tela, 65 x 85 cm.
Deposito Legacoop Emilia Romagna, Bologna
Mario Nanni (Castellina in Chianti, Siena, 1922 – vive e lavora a Bologna)
Figura, 1958, olio su cartone, 97 x 67,5 cm.
Antoni Tàpies (Barcellona, 1923 – vive e lavora a Barcellona)
Pintura, 1955, tecnica mista su tela, 97 x 130 cm.
Ennio Morlotti (Lecco, 1910 – Milano, 1992)
Studio di nudi, 1956, olio su tela, 120 x 110 cm.
Alberto Burri (Città di Castello, Perugia, 1915 – Nizza, 1995)
Bianco plastica, 1966, colori acrovinilici e politene su tavola, 122 x 107,5 x 6,5 cm.
Sergio Romiti (Bologna, 1928 - 2000)
Pensando Parigi, 1951-52 ca., olio su tela, 50 x 40 cm.
Mattia Moreni (Pavia, 1920 – Brisighella, Ravenna, 1999)
Il giardino delle mimose, 1954, olio su tela, 120 x 112 cm.
Sergio Vacchi (Castenaso, Bologna, 1925 – Vive e lavora a Ville di Corsano, Siena)
Siepelunga, 1956, olio su tela, 130 x 150 cm.
Concetto Pozzati (Vò di Padova, 1935 – vive e lavora a Bologna)
Organico, 1959, carbone, gessi colorati e tempera su masonite, 122,5 x 106 cm.
Tancredi Parmeggiani, (Feltre, Belluno, 1927 – Roma, 1964)
Momento della luce, 1960, tempera su carta intelata, 155 x 140 cm.
Pier Achille Cuniberti (Padulle di Sala Bolognese, Bologna, 1923 – vive e lavora a Bologna)
Ritratto giallo e blu, 1962, olio su tela, 100 x 100 cm.
Luciano De Vita (Ancona, 1929 – Bologna, 1992)
Testa, 1957, olio su tela, 59,5 x 43,5 cm.
Giulio Turcato (Mantova, 1912 – Roma, 1995)
Sospensione, 1979, olio e tecnica mista su tela, 180 x 110 cm.
Giuseppe Zigaina (Cervignano del Friuli, 1924 – vive e lavora a Cervignano)
Attesa del traghetto serale, 1951, olio su tela, 140 x 120 cm.
Zoran Music (Gorizia, 1909 – Venezia, 2005)
Non siamo gli ultimi, 1971, olio su tela, 100 x 65 cm.
James Brown (Los Angeles, USA, 1951 – vive e lavora a Oaxaca, Mexico)
Senza titolo, 1983, tempera su tela, 76 x 71 cm.
Virgilio Guidi (Roma, 1891 – Venezia, 1984)
Testa, 1959, olio su cartone, 40 x 29,5 cm.
Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 – Milano, 2006)
Viso trasparente, 1961, decollage, 75 x 62 cm.
Ugo Attardi (Sori, Genova, 1923 – Roma, 2006)
L’agnello, 1969, olio su cartone, 27 x 68 cm.
Donald Baechler (Hartford, Connecticut, 1956 – vive e lavora a New York City)
Thinking about pussy, 1984, acrilico su tela, 86,5 x 86 cm.
Kenji Yanobe (Osaka, Giappone, 1965 - )
Atom suit project: desert, 1998, light-box, 120 x 120 cm.
Ilario Rossi (Bologna, 1911 – 1994)
Paesaggio, 1958, olio su tela, 71 x 111 cm.
Pompilio Mandelli (Villarotta di Luzzara, Reggio Emilia, 1912 – Bologna, 2006)
Paesaggio a San Lazzaro, 1952, olio su tela, 80 x 80 cm.
Marcello Jori (Merano, 1951 – vive e lavora a Bologna)
Dietro le quinte, 2006, acrilici e olio su tela, 160 x 195 cm.
Deposito dell’artista
Vasco Bendini (Bologna, 1922 – vive e lavora tra Parma e Roma)
Dalla serie delle ipotesi ultime, 1963, olio su tela, 100 x 81 cm.
Sergio Romiti (Bologna, 1928 - 2000)
Composizione, 1952-53, olio su tela, 85 x 120 cm.
Luigi Ontani (Vergato, Bologna, 1943 – vive e lavora a Roma)
Son testa son paesaggio turrito, 1984, ceramica, 25,5 x 23 x 9,5 cm.
Davide Benati (Reggio Emilia, 1949 – vive e lavora a Milano)
Calle dell’inquietudine, 1987, acquerello su carta intelata, 150 x 200 cm.
Giosetta Fioroni (Roma, 1932 – vive e lavora a Roma)
Autoritratto a sette anni, 1966, colore alluminio e smalto su tela, 80 x 180 cm.
Tano Festa (Roma, 1938 – 1988)
Persiana n. 8, 1964, tecnica mista, 90 x 70 cm.
Luciano Bartolini (Fiesole, 1948 – Milano, 1994)
Sinonimo, 1986, tecnica mista, 150 x 100 cm.
Mario Schifano (Horms, Libia, 1934 – Roma, 1998)
Coca Cola (particolare), 1962, smalto su carta intelata, 80,5 x 50,5 cm.
Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924 – vive e lavora tra Roma e Parigi)
Sulla oscenità dei cibi, 1976, olio su tavola, 7,5 x 8, 5 cm.
Sergio Lombardo (Roma, 1939 – vive e lavora a Roma)
Senza titolo, s.d. (1961-1963 ca.)
Franco Angeli (Roma, 1935 - 1988)
Corteo, 1968, smalto su carta intelata, 300 x 212 cm.
Pietro Gilardi (Torino, 1942 – vive e lavora a Torino)
Tappeto-natura per non vedenti, 1997, poliuretano espanso, 100 x 100 cm.
Enrico Castellani (Castelmassa, Rovigo, 1930 – vive e lavora a Celleno, Viterbo)
Superficie bianca, 1967, tecnica mista, 110 x 116 cm.
Carla Accardi (Trapani, 1924 – vive e lavora a Roma)
Integrazione n. 2, 1958, tempera su carta, 48 x 67,5 cm.
Lucio Saffaro (Trieste, 1929 – Bologna, 1998)
Autoritratto semantico, 1956, olio su cartone telato, 60 x 50 cm.
Getulio Alviani (Udine, 1939 – vive e lavora a Milano)
Superficie a stesura vibratile, s.d., alluminio, 42 x 42 cm.
Bruno Di Bello (Torre del Greco, Napoli, 1938 – vive e lavora a Milano)
Senza titolo, 1977, acrilico su tela, 120 x 120 cm.
Gruppo N (nato a Padova nel 1959 – manifesto del 1961 – all’epoca di questa opera formato da: Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi; il gruppo si scoglie nel 1964)
Deformazione ottico-dinamica, 1964
Deposito Ente Autonomo Fiere Internazionali, Bologna
Dadamaino (Milano, 1935 – 2004)
Volumi a moduli sfasati, 1960, fogli di materiale plastico intelaiato, 100 x 100 cm.
Deposito Collezione Privata
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè, Argentina, 1899 – Comabbio, Varese, 1968)
Concetto spaziale, s.d., tecnica mista, 33 x 28 cm.
Claudio Abate (Roma, 1943 – vive e lavora a Roma)
Performance di Trisha Brown, “Mentalità 23”, 1969, fotografia b/n, 285 x 387 mm.
Claudio Abate (Roma, 1943 – vive e lavora a Roma)
A dance to be seen several times on one concert, performance di Deborah Hay,
“Mentalità 21”, 1969, fotografia b/n, 400 x 278 mm.
Nino Migliori (Bologna, 1926 – vive e lavora a Bologna)
Gina Pane alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, 1976, fotografia b/n, 350 x 497 mm.
Marina Abramovic (Belgrado, Jugoslavia, 1946 – vive e lavora a New York), Ulay (Uwe Laysiepen – Solingen, Germania, 1943 – vive e lavora ad Amsterdam)
Imponderabilia, 2 giugno 1977, video della performance, Bologna, Galleria d'Arte Moderna, Settimana internazionale della performance.
Christopher Williams (Los Angeles, 1956 – vive e lavora a Los Angeles)
Nikkor W 300 mm f/5.6 with No. 3 Shutter 1:5.6 Product Aperture f/64 Product Number 1320 NAS Serial Number 780612 Large Format Camera Lens, 2005
Giuseppe Chiari (Firenze, 1926 – 2007)
Art is easy, 1984.
Maurizio Cattelan (Padova, 1960 – vive e lavora a New York)
Strategie, 1990, tecnica mista, 75 x 40 x 20,5 cm., n.8 pezzi componibili
Mimmo Paladino (Paduli, 1948)
Teste, 1994, china su carta applicata su tela
Giovanni Anselmo (Borgofranco d'Ivrea, 1934)
Direzione, 2006, Pietra, ago magnetico, vetro
Open Library
Pinot Gallizio
Il teorema di Pitagora, s.d., olio su tela, cm. 160 x 982
Deposito Amministrazione Provinciale, Bologna
Roberto Sebastian Matta
L'etre ouvert ou l'etre est vert, 1962, olio su tela, cm. 203 x 298
Concetto Pozzati
Per una grande sequenza, 1964, olio e smalto su tela, cm. 200 x 280
Focus on Contemporary Italian Art
Schede a cura di Claudio Musso
Stefano Arienti
Nato ad Asola, Mantova, nel 1961. Vive e lavora a Milano.
Stefano Arienti decontestualizza immagini tratte dalla storia dell’arte, dai manuali di scienza e dalla cultura popolare, ricostruendole con materiali come la carta, il marmo, il polistirolo. L’idea lieve e immateriale prende corpo e assume significati sempre diversi da quello originario.
Principali mostre personali
2007
The Asian Shore, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston
2006
Studio Guenzani - Guenzani via Melzo 5, Milano
Rhona Hoffman Gallery, Chicago
Lehmann Maupin, New York
Principali mostre colletive
2007
New Works: 07.2, ArtPace, San Antonio, Texas (con with Eduardo Muñoz Ordoqui e Lorraine O’Grady)
Stravolti, Galleria Martano, Torino
Collezionismi, Assab One, Milano (a cura di Elio Grazioli)
In Credible Show, New Gallery, Roma
Idea. Disegno italiano degli anni novanta, Istituto Nazionale per la Grafica, Palazzo Fontana di Trevi, Roma (2006); Archivio di Stato, Torino (a cura di Laura Cherubini, Giorgio Verzotti)
2006
D'Ombra, Papesse - Centro Arte Contemporanea, Siena (a cura di Lea Vergine)
Il marmo e la celluloide, nell'ambito della XXVII edizione di La Versiliana 2006, Marina di Pietrasanta (a cura di Marco Senaldi)
Airò, Arienti, Marisaldi, Galleria Massimo Minini, Brescia
Tuttolibri, Galleria Milano, Milano (a cura di Lea Verigine)
Opera esposta
Senza titolo, 1988
Collezione MAMbo
Una serie di libri che hanno perso la loro funzione canonica e hanno subito una trasformazione estetica, si stagliano come colonne, avendo assunto un volume diverso da quello originale grazie alle piegature attente e precise operate dall’artista. Pazienza, costanza e accurata manualità, proprio come quella di un esperto di origami o di un creatore di bonsai.
Sergia Avveduti
Nata a Lugo, Ravenna, nel 1965. Vive e lavora a Bologna.
Sergia Avveduti compone un immaginario surreale, che risponde non tanto alle regole della realtà quotidiana quanto a quelle dell’assurdo. Immagini manipolate, manufatti che invertono le scale proporzionali originarie e i materiali di fattura costituiscono il parco dei divertimenti dell'artista.
Principali mostre personali:
2004
Coalizione, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano, a cura di Luca Beatrice
2000
Arsenale, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano, a cura di Roberto Daolio
1999
Perspex, Galleria Neon, Bologna, a cura di Roberto Daolio
Principali mostre collettive:
2007
Tre Stanze Spazio A, Galleria Spazio A contemporanearte, Pistoia
Ad’A, area d’azione cinque, Rocca Sforzesca di Imola, a cura di Roberto Daolio
Residenza d’artista, Museo Carlo Zauli, Faenza, Ra, a cura di Daniela Lotta
La giovine Italia, Pinacoteca Nazionale di Bologna, a cura di Renato Barilli
2006
La giovine Italia, Spazio d’arte, Gambettola, Cesena, a cura di Renato Barilli
Sala di consultazione, Galleria Neon, Bologna
On Air, Palazzo Kapetan Misino Zdanje , Belgrad, a cura di A. Bruciati e A. Crippa
Opera esposta
Impallato, 2002
Collezione MAMbo
La manipolazione digitale, operata su una riproduzione fotografica dell’immagine originale, ottiene l’effetto di inscenare una situazione paradossale, uno spettacolo assurdo. I personaggi perdono la loro compostezza e la loro seriosità perché giustapposti in maniera ossimorica, e provocano, insieme alle modifiche architettoniche, il collasso della composizione.
Massimo Bartolini
Nato a Cecina, Livorno, nel 1962. Vive e lavora a Cecina.
Massimo Bartolini si compiace nel complicare il rapporto che intercorre tra linguaggio e architettura rendendo impossibile definirne i confini concettuali. Si adopera per confondere la percezione visiva allo scopo di materializzare un cortocircuito, che altrimenti rimarrebbe inevitabilmente ideale.
Principali mostre personali:
2008
Dialoghi con la città, a cura di Laura Cherubini, MAXXI - Museo delle Arti del XXI Secolo, Roma
2007
a cura di Joao Fernandes, Museu Serralves - Museu de Arte Contemporanea, Porto
Massimo Bartolini - Laboratorio di storia e storie, Cappella Anselmetti, Torino (To)
Massimo Bartolini: Airplanes and Horizon, D’Amelio Terras, New York
El Jardì de Roses - Intervencions a’artistes a CaixaForum, Fundaciòn La Caixa, Barcellona
Ikon Gallery - Ikon Eastside, Birmingham
Principali mostre collettive:
2008
3 Rooms - Cornelia Parker, Massimo Bartolini, Dario Robleto, D’Amelio Terras, New York
2007
Où? Scenes du Sud: Espagne, Italie, Portugal, Carrè d’Art - Musée d’Art Contemporain de Nimes, Nimes
Arte in memoria 2007, a cura di Adachiara Zevi, Sinagoga di Ostia Antica, Roma
Camera con vista, a cura di Claudia Gianferrari, Palazzo Reale, Milano
Ironia Domestica. Uno sguardo curioso tra collezioni private italiane, a cura di Letizia Ragaglia, Museion Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano
Fatto in Svezia, a cura di Oscar Aschan, Röda Sten, Göteborg
Opera esposta
Impressions, 2008
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milano
Il volere artistico piega l’architettura al fine di realizzare un palco retrattile, invisibile quando ne venga decretato l’inutilizzo, il cui sfondo è un paesaggio caro all’artista. Il museo diventa sempre più il luogo di spettacoli diversi dalle mostre o dalle canoniche esposizioni, ma in esso persiste l’immagine dell’opera d’arte come supporto bidimensionale appeso ad una parete.
Vanessa Beecroft
Nata a Genova nel 1969. Vive e lavora a Los Angeles.
Vanessa Beecroft sceglie tipologie umane, prevalentemente femminili, per renderle vittime dell’immaginario mass mediale. I corpi si ripetono differentemente, indossano scarpe, accessori e lingerie di identica foggia, occupando lo spazio con evidente presenza scultorea e notevole impatto decorativo.
Principali mostre personali:
2007
Vanessa Beecroft Retrospective, Gana Art Gallery, Seul
VB60 - Performance, Shinsegae, Seoul
2006
VB South Sudan, Lia Rumma Gallery, Milano
VB59, National Gallery, Londra
Alphabet Concept, Espace Louis Vuitton, Parigi
VB 53, CAC Centro de Arte Contemporáneo de Málaga, Málaga
Principali mostre collettive:
2007
Vertigo, MAMbo, Bologna
2006
War is over?, GAMeC, Bergamo
AltreLilith, Scuderie Aldobrandini, Frascati
Esposizione della Byblos Art Gallery, Verona
Ecce Uomo(33+1), Spazio Oberdan, Milano
The Garden Party, Deitch Project, New York
Il Potere delle Donne, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento
Il diavolo del focolare, Triennale di Milano Milano
People, Museo Madre, Napoli
La donna oggetto. Miti e metamorfosi al femminile1900-2005, Castello
Sforzesco Vigevano
Eretica. L’arte contemporanea dalla trascendenza al profano, Complesso Monumentale di Sant’Anna alla Misericordia, Palermo
Opera esposta
Performance vb26.021.ali, Galleria Lia Rumma, Napoli,3 aprile 1997
Collezione MAMbo
L’inquadratura sghemba offre un punto di vista singolare della perfomance. La visione dal basso, infatti, permette di focalizzare l’attenzione sugli indumenti e sulle scarpe indossate dalle performer, caratteristica peculiare nella ricerca dell’artista. Le donne vengono spogliate della loro personalità e individualità, e rivestite secondo le tendenze dettate delle riviste di moda e di fashion design.
Carlo Benvenuto
Nato a Stresa, Verbania, nel 1966. Vive e lavora a Milano.
Carlo Benvenuto fotografa oggetti in sospensione, sia che appaiano fluttuanti in uno spazio ameno, sia che risultino in bilico tra due forze. La precisione speculare degli scatti crea dei tranelli visivi, mettendo in discussione la veridicità insita nel mezzo fotografico.
Principali mostre personali:
2007
Natura muta, Galleria Emilio Mazzoli, Modena
2003
Carlo Benvenuto, Galerie Site Odeon 5, Parigi
Carlo Benvenuto, Museo di Arte Contemporanea di Roma MACRO, Roma
Principali mostre collettive:
2007
D’Ombra, a cura di Lea Vergine, Palazzo delle Papesse, MAN Museo d'Arte Contemporanea, Nuoro; Compton Verney, Warwichshire
Good Morning Babilonia, a cura di Sergio Risaliti, Marella Gallery, Pechino
2006
Biennale Europea di Arti Visive, a cura di Bruno Corà, Centro Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia
D’Ombra, a cura di Lea Vergine, Palazzo delle Papesse, Centro Arte Contemporanea, Siena
Il Gioco è Fatto, a cura di Achille Bonito Olive, Ravellofestival, Ravello
Il Vento, a cura di Elena Volpato per la Fondazione Torino Musei, Castagneto Po, Torino
Italy Made In Art: Now, a cura di Achille Bonito Oliva, Museo di Arte Contemporanea di Shanghai
Opera esposta
Senza Titolo (Il Sole Sul Cavalletto), 2007
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria d’Arte Contemporanea Emilio Mazzoli, Modena
Una fotografia può ingannare la percezione attraverso la trasparenza, la riflessione, il miraggio o ancora il fenomeno “fata Morgana”: tutti giochi di trasformazione dello spazio reale che dipendono dalla luce e dal suo comportamento. La potenza dell’obiettivo permette all’artista di porgere il Sole su di un cavalletto, compiendo ciò che la pittura aveva permesso a De Chirico.
Simone Berti
Nato ad Adria, Rovigo, nel 1966. Vive e lavora a Milano.
Simone Berti incastra tecnologia industriale, meccanica semplice ed elementi naturali per dar vita ad un universo parallelo e fantastico. La sua pratica infantile da ingegnere del giocattolo si applica con risultati sempre nuovi e sorprendenti alla pittura, alla scultura e alle installazioni.
Principali mostre personali:
2007
Copertine, a+mbookstore, Milano
2006
Simone Berti, Base, Firenze
2005
Riding the specific gravity train, Galleria Massimo De Carlo, Milano
Principali mostre collettive:
2007
Apocalittici Integrati, MAXXI, Roma
In Cima Alle Stelle, Forte di Bard, Bard (AO)
Camera con vista, Palazzo Reale, Milano
2006
Il Bel Paese, Marella Gallery Pechino, Pechino
Young Italian Artists At The Turn Of The Millennium, Galleria Continua, Pechino
Giardino - Luoghi della piccola realtà, Pan - Palazzo delle Arti Napoli, Napoli
Opera esposta
Cavaliere, 2002
Collezione MAMbo
Deposito Collezione Giulio di Groppello
Il soggetto del dipinto campeggia su uno sfondo neutro come quello dei Tacuina Sanitati medioevali. Il cavallo sembra essere uscito da un manuale di razze equine, mentre il cavaliere ha un’armatura modificata che imbriglia il suo corpo e la sella. La grande dimensione permette un rapporto uno a uno con la figura che si staglia ironica e severa nel contempo, come un novello Don Chisciotte.
Davide Bertocchi
Nato a Modena nel 1969. Vive e lavora a Parigi e Milano.
Davide Bertocchi riconduce costantemente la sua ricerca artistica alla musica, a volte interpretandone il valore emotivo legato all’istante dell’ascolto, altre volte sfruttandola come esemplificazione del fattore Tempo. Materializza l’impalpabile e dona forma monumentale al fugace e all’istantaneo.
Principali mostre personali:
2007
Easy Every Day, Art Brussels, stand SintLukas. A cura di Filip Luyckx
2006
Davide Bertocchi, OneTwenty Gallery, Ghent (B)
Contemporary – TOP100, Magazzino d’Arte Moderna, Roma. A cura di Maria Rosa Sossai
Memorials, Galleria Astuni, Pietrasanta (LU), a cura di Luca Beatrice
One Shot by… Davide Bertocchi, Nuke Gallery, Paris, a cura di Verane Pina
Modern Times, (con Kolkoz e Adrian Paci) MAN, Nuoro, a cura di Maria Rosa Sossai
Davide Bertocchi, Sint-LukasGalerie, Bruxellles, a cura di Filip Luyckx
La Cabane, Le Pavillion, Palais de Tokyo, Paris, a cura di Pascal Beausse
Principali mostre collettive:
2007
Round trip – An itinerary between Paris, Milan and New York; Centre International d’Accueil et d’Echanges des Récollets – Paris ; un progetto di Dena Foundation, curato da Francesca Di Nardo
Stardust ou La Derniere Frontiere, MAC/VAL Musée d'art contemporain du Val-de-Marne, a cura di Alexia Fabre, Frank Lamy
Promenade au Zoo, 9th Lyon Biennial of Contemporary Art, Lyon, a cura di Saâdane Afif
ArtwaveRadio, a project in Athens Biennial/Destroy Athens. Athens, a cura di Kostas Bassanos et Dimitris Foutris
Fatto in Svezia, Röda Sten, Göteborg (Svezia), a cura di Oscar Aschan
ICity-periferiche. Mappe mentali per una periferica, Palazzo Re Enzo, Bologna
A cura di Fabrizio Basso, Silvia Cini, Emanuele Piccardo, Elvira Vannini
Opera esposta
Nucleo, 2000
Collezione MAMbo
Deposito Collezione PLM
Un’enorme sfera lucida contiene un rumore segreto. Un carillon che si attiva nel momento in cui ci si affaccia dal foro circolare situato nella parte superiore della struttura. Superata la soglia che lo divide dall’esterno, la testa del visitatore viene avvolta come in un casco, la cui colonna sonora è composta dalla riproduzione e dalla rielaborazione della voce che lo occupa.
Monica Bonvicini
Nata a Venezia nel 1965. Vive e lavora a Berlino.
Monica Bonvicini predilige, gli oggetti e la parole simbolo della pratica quotidiana come materiale costitutivo delle sue opere. Catene e gabbie, affermazioni e desideri, sono i feticci del comportamento collettivo che si traduce in un equilibrio di decadenza e rinnovamento.
Principali mostre personali:
2007
Monica Bonvicini, Never Missing a line, Sculpture Center, Long Island City, NY
Monica Bonvicini, Bonniers Konsthall, Stockholm
2006
Monica Bonvicini, Galerie für Zeitgenössiche Kunst, Leipzig
Monica Bonvicini, Kunstraum, Innsbruck
Not for You, West of Rome, Los Angeles
Principali mostre collettive:
2008
Italics: Italian Art between tradition and revolution 1968 - 2008, curated by
F. Bonami, Palazzo Grassi, Venezia, traveling on 2009 to Museum of
Contemporary Art Chicago
Female Trouble, The camera as mirror and stage of female projection in
photography and video art, Pinakothek der Moderne, Munich, Germany.
Prospect: 1, New Orleans Biennal, New Orleans, USA
2007 La parola nell’arte, MART, Rovereto
Solo24Ore. Opere e performance al nuovo Museion, Museion, Bolzano
If I Can’t Dance, I Don’t Want To Be Part Of Your Revolution. Edition II:
“Feminist Legacies and Potentials in Contemporary Art Practice”, MuHKA,
Antwerp
Publiek 2007. Monica Bonvicini, Germaine Kruip, Ugo Rondinone, Sculpture
International Rotterdam, Rotterdam
Opera esposta
Belted Through, 2003
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria Emi Fontana, Milano
Destrutturando lo spazio architettonico, dal soffitto frana un groviglio di cinture maschili in pelle nera. Pendono a mezz’aria annodate tra loro a formare una catena. Contro ogni tipo di ornamento o formalismo l’opera rappresenta ciò che si vede, nella sua essenzialità, mantenendo la forza travolgente della realtà esposta così com’è e l’ambiguità insita nella sua possibile decodificazione.
Pierpaolo Campanini
Nato a Cento, Ferrara, nel 1964. Vive e lavora a Cento.
Pierpaolo Campanini rende reale e tangibile l’inesistente, o meglio il non ancora esistito. La precisione e la cura del particolare con cui le sue pennellate modellano i soggetti rappresentati, che siano macrografie di Lego o moderne macchine celibi, crea l’illusione che essi possano svelare la loro essenza allo sguardo attento dell’osservatore.
Principali mostre personali:
2008
Blum and Poe, Los Angeles
2007
Corvi-Mora, Londra
2006
Salon 94, New York
Principali mostre collettive:
2008
Residenza d’Artista, Museo Carlo Zauli, Faenza
2007
Apocalittici e Integrati. Ventiquattro artisti italiani, MAXXI, Roma
2006
Residenza d’Artista, Museo Carlo Zauli, Faenza
Painiting Codes, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone
Opera esposta
Senza titolo, 2001
Collezione MAMbo
L’alta definizione con cui l’oggetto non meglio identificato viene dipinto costringe a pensare che esso sia già esistito in un luogo e in un tempo precisi. Persino la superficie delineata in pianta induce a ritenere che la struttura polimaterica osservata sia già stata fornita di regolare brevetto. La verosimiglianza è tale, che l’ambiguità percettiva diventa disorientamento reale.
Loris Cecchini
Nato a Milano nel 1969. Vive e lavora in Toscana.
Loris Cecchini trasfigura il reale quotidiano attraverso giochi di illusione che si applicano incondizionatamente alla fotografia, all’architettura, al design. Ricomponendo elementi provenienti da ambiti diversi, usa lo straniamento come ponte verso un nuovo immaginario.
Principali mostre personali:
2007
Morphing wave, Galleria Continua, San Gimignano
Empty walls, just doors, Palais de Tokyo, Parigi
2006
Cloudless, P.S.1 MoMA, New York - Palais de Tokyo, Paris, France – Shanghai
Duolun MoMA, Shanghai - Galleria Continua, Pechino
Principali mostre collettive:
2008
Chanel Mobile Art, Hong Kong
2007
Dialogues Mèditerranées, Jardins et donjon de la citadelle, Musée de l’Annonciade, Lavoir Vasserot, Maison des Papillons and Oeuvres dans la Ville, Saint Tropez
Artempo, Palazzo Fortuny, Venezia
The Freak Show, Musée d'art contemporain, Lione
Expérience Pommery, Domaine Pommery, Reims
La Giovine Italia, Gambettola (Cesena), Pinacoteca Nazionale, Bologna
Opera esposta
Cloudless, 2006
Collezione MAMbo
UniCredit Group
L’opera è il risultato di due movimenti contrapposti che insieme generano la sospensione in energia potenziale. Le scale, che compongono l’anima strutturale, si avvitano in un dinamismo rotatorio, un ciclone metallico avvolto e contenuto dalle candide maglie di una rete di piccole sfere opalescenti. Architettura visionaria, design defunzionalizzato o ideogramma dell’espansione universale.
Lara Favaretto
Nata a Treviso nel 1973. Vive e lavora a Torino.
Lara Favaretto accosta elementi discordanti della realtà e della fantasia, creando un effetto-sorpresa del tutto spiazzante. Quotidiano e straordinario, emozione e rivelazione, riletti alla luce di un’ironia caustica, si connotano come esilaranti affermazioni dai toni quasi parossistici.
Principali mostre personali:
2007
Frieze art Projects, Londra
2006
‘Cominciò ch’era finita’, Galerie Klosterfelde, Berlino
‘Non ho creduto in Niente’, Galleria Franco Noero, Torino
Project Room, Galleria Franco Noero, ARCO’06, Madrid
Principali mostre collettive:
2008
‘Revolution-Forms That Turn’, 16th Sydney Biennial, curated by Carolyn Christov-
Bakargiev
‘Rumore: un buco nel silenzio’, curated by Giacinto di Pietrantonio, Spazio
Oberdan, Milano
‘The Furious Gaze/La Mirada Iracunda’, a cura di Xabier Arakistain and Maura
Reilly, Centro Cultural Montehermoso Kulturenea, Vitoria, Spagna
2007
‘Poesiezomers’, a cura di Giacinto di Pietrantonio, Watou, Belgio
‘Fatto in Svezia’. a cura di Oscar Aschan, Röda Sten, Göteborg
‘Mediterranean Dialogues’, a cura di Suzanne van Hagen,La Citadelle, St-Tropez
‘Urban Pedestals’, Nørre Volgade, Copenhagen
‘Oú? - Scènes du Sud’, curated by Françoise Cohen, Le Carré d’Art, Nîmes
‘Iscrizioni’, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene d’Alba
Opera esposta
Voce comune, 2007
Commissionato e prodotto da Frieze Foundation.
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Un boato rompe il silenzio attirando l'ignaro visitatore. L'eco di un grande evento che si è appena concluso si spande per i corridoi permeando lo spazio museale. Dalle compite platee teatrali alle fragorose ovazioni dei tifosi, l’artista ha registrato diverse manifestazioni corali di approvazione e le ha trasformate in un avviso di pubblica utilità.
Giuseppe Gabellone
Nato a Brindisi nel 1973. Vive e lavora a Milano.
Giuseppe Gabellone riproduce elementi naturali attraverso il filtro di materiali sintetici e artificiali. Ricollocati in ambienti urbani o urbanizzati e dilatati o costretti nelle dimensioni, essi acquistano una presenza scultorea, mantenendo un contatto formale congruente al modello da cui derivano.
Principali mostre personali:
2008
Domaine de Kerguehennec, Centre d’Art Contemporain, Bignan
2006
greengrassi, Londra
Galerie Emmanuel Perrotin, Parigi
Principali mostre collettive:
2006
Chers Amis, Domaine de Kerguéhennec, Bignan
Start@Hangar, Arte a Milano, a cura di Giorgio Verzotti,Hangar Bicocca, Milano
2005
La dolce crisi, Fotografia Contemporanea in Italia, a cura di Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto, VILLA MANIN, Centro Arte Contemporanea, Codroipo
Drive, Automobili nell’arte contemporanea, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
La Scultura Italiana del XX Secolo, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano
Bidibidobidiboo, 1995-2005, 10 anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a cura di Francesco Bonami,Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino e Guarene, Cavallerizza Reale, Torino
Generations of Art – 10 anni alla FAR, a cura di Giorgio Verzotti, Fondazione Antonio Ratti, Como
Opera esposta
Senza titolo, 1995
Collezione MAMbo
Un'interno urbano decadente viene animato dalla straniante presenza di sculture temporanee, prodotte unicamente per il set fotografico. Gli scatti inquadrano tre diversi punti di vista dell’installazione in cui alcune piante di Cactus in creta, i cui rimandi evocativi si collocano tra paesaggi desertici e brulle lande sconfinate, sono in netta contrapposizione con lo spazio in cui sono situate.
Luisa Lambri
Nata a Cantù, Como, nel 1969. Vive e lavora a Milano.
Luisa Lambri si prefigge di dare una lettura emotiva degli spazi attraverso la riproduzione fotografica di singoli elementi architettonici. L’indagine, che all’apparenza è di pura valenza formale, si connota per l'interpretazione del progetto nonché per l'enfasi poetica della pratica personale.
Principali mostre personali:
2008
Studio Guenzani, Milano
2007
Thomas Dane Gallery, Londra
Front Room: Luisa Lambri, Baltimore Museum of Art, Baltimora
2006
Gallery Koyanagi, Tokyo
Forum 57: Luisa Lambri and Ernesto Neto, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh
Marc Foxx, Los Angeles
Galeria Luisa Strina, San Paulo
Luhring Augustine, New York
Principali mostre collettive:
2008
Building Pictures, Museum of Contemporary Photography, Chicago, Apr. 4-May 31
Inside Architecture: Selections from the Permanent Collection, MOCA Pacific Design Center, Los Angeles
Painting the Glass House: Artists Revisit Modern Architecture, The Art + Architecture Gallery, Yale School of Architecture, New Haven; The Aldrich Contemporary Art Museum, Ridgefield
Brasil: desFocos [o olho de fora], Paço das Artes, San Paulo
Opera esposta
Senza titolo (Strathmore Apartments), 2002
Collezione MAMbo
UniCredit Group
La luce che penetra dalle aperture, finestre, infissi che siano, è il connotato inconfondibile nell’opera dell’artista. In questo caso il confronto con la sintassi architettonica chiama in causa Richard Neutra. Il particolare riproduce per sineddoche l’intento di rigore formale insito nel progetto, legandolo alla percezione di un silenzio sospeso, di un’atmosfera traspirante.
Eva Marisaldi
Nata a Bologna nel 1966. Vive e lavora a Bologna.
Eva Marisaldi conduce la sua ricerca alla scoperta degli inceppamenti nella “macchina-linguaggio”. Vede la realtà che ci circonda, gli eventi, i fenomeni, come degli ingranaggi in continuo movimento ai quali ogni tanto propone l’uscita dai soliti percorsi attraverso morbidi e delicati ostacoli.
Principali mostre personali:
2007
Services, Galleria Massimo De Carlo, Milano
40 - Eva Marisaldi, a cura di Giuliana Carbi, GC.AC - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone
Eva Marisaldi, Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Poirino
Jumps, a cura di Roberto Daolio, MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
2006
Airò Arienti Marisaldi, Galleria Massimo Minini, Brescia
Galerie Michael Zink, Monaco di Baviera
International Animation Film Festival, Annecy
Parties III, Art Positions, Art Basel | Miami Beach, Miami Beach
Principali mostre collettive:
2007
Timer 01 - Intimità/Intimacy, a cura di Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni, Triennale Bovisa, Milano
Ironia Domestica. Uno sguardo curioso tra collezioni private italiane, a cura di Letizia Ragaglia, Museion Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano
Fatto in Svezia, a cura di Oscar Aschan, Röda Sten, Göteborg
Italian Mentalscapes, a cura di Demetrio Paparoni, Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv
Opera esposta
Birthday Party, 2006
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Una festa di compleanno in miniatura. I gesti e i simboli, i colori e le icone di un evento cardine dell’infanzia collettiva vengono racchiusi in un piccolo teatro che può ripetere il suo spettacolo in continuazione senza perdere la poesia dell’istante. Il ritmo sincopato della musica è in accordo con i movimenti scanditi del braccio meccanico che esegue un copione scritto dall’artista.
Davide Minuti
Nato a Torino nel 1973. Vive e lavora a Londra.
Davide Minuti indaga gli spazi e i tempi dell’attesa, siano essi fisici o virtuali. Fa si che la processualità della produzione artistica si carichi di una forma fisica e spesso impone al visitatore un coinvolgimento diretto, esplicito o implicito, per la perfetta riuscita dell’operazione innescata.
Principali mostre personali:
2007
in/out, galleria Alfonso Artiaco, Napoli
2003
Folding, galleria Alfonso Artico, Pozzuoli, Napoli
2002
galleria Marabini, a cura di Guido Molinari, Bologna
Principali mostre collettive:
2007
Brennshluss, curata da Gyonata Bonvicini, Andreas Huber Gallery, Vienna
Clearly invisibile An (invisibile) Archive, curata da Filipa Ramos, Centro d’Arte
Santa Monica, Barcellona
2006
Dedica, a cura di Jiulia Draganovic, PAN Palazzo delle Arti, Napoli
2005
Take It Furtur!, curata da Gyonata Bonvicini, Andrew Mummery Gallery, Londra
Dojo, curata da Luca Cerizza, Ex Fabbrica Faema, Milano
Opera esposta
In/Out (AA-SELFPORTRAIT/HARD COPY), 2007
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli
Un tavolo, un piano d’appoggio che contiene un ricco repertorio di cartoline, inviti, lettere, raccomandate, timbri e francobolli. L’artista, infatti, ha raccolto la corrispondenza di una galleria d’arte ricevuta durante il periodo espositivo di una propria mostra, inserendola in un oggetto di uso comune, per rendere esplicita la potenziale dialettica tra il qui ed ora dell’opera e l’energia di un “mondo esterno”.
Luca Pancrazzi
Nato a Figline Valdarno, Firenze, nel 1961. Vive e lavora a Milano.
Luca Pancrazzi documenta gli scorci, gli elementi, i terreni urbani periferici e dimenticati privi di proprietà o di controllo pubblico. Mescolando l’idea di spostamento e di paesaggio trasporta la sua opera in una dimensione parallela, aliena e verosimile nello stesso tempo.
Principali mostre personali:
2007
1:1, II Moscow Biennale of Contemporary Art, Special Guest
2006
Luca Pancrazzi, Edicola Notte, Roma
The Every Life of a Window in Shanghai, Galeria Marta Cervera, Madrid
2005
Simmetria variata variable, Caratsch de Pury & Luxembourg, Zurigo
2004
Uno a uno, Galleria Continua, San Gimignano
Principali mostre collettive:
2007
Ouverture, Galleria Continua / Le Moulin, Boissy-le Châtel
La città che sale. We try to build the future, Arcos, Benevento; MACRO, Roma
Expérience Pommery, Domaine Pommery, Reims
Mostra Premio Agenore Fabbri 2007, Museo della Permanente, Milano
1:1, II Moscow Biennale of Contemporary Art, Special Guest
2006
One Color, Galleria Continua, Pechino
Young Italians Artists at the turn of the millennium, Galleria Continua, Pechino
I Costruttori, Centenario della CGL italiana, Reale Albergo delle Povere, Palermo
Il marmo e la celluloide, Parco e Villa della Versiliana, Marina di Pietrasanta
Metropolitanscapes. Paesaggi nell’arte contemporanea, Palazzo Cavour, Torino, Italia
Opera esposta
Aperundum, 2007
Collezione MAMbo
UniCredit Group
La sagoma, ancora riconoscibile, di uno dei più famosi e diffusi mezzi di trasporto commerciale assume una connotazione di pericolo. Il veicolo è interamente ricoperto di appuntiti e taglienti cocci di vetro che ne rendono impossibile l’utilizzo e al contempo donano alla forma semplice e minimale il fascino e la brillantezza di un gioiello incastonato di pietre preziose.
Paola Pivi
Nata a Milano nel 1971. Vive e lavora a Anchorage (AK).
Paola Pivi ha il gusto per il paradosso, che applica ad ogni tipo di linguaggio, da quello della natura a quello della pubblicità. Tende alla creazione di ossimori visivi, nati dall’accostamento di opposte categorie concettuali, che riflettono la schizofrenica complessità del mondo contemporaneo.
Principali mostre personali:
2008
It’s a Cocktail Party, Portikus, Frankfurt Am Main
2007
It Just Keeps Getting Better, Kunsthalle Basel, Basilea
You gotta be kidding me, La Criée centre d’art contemporain, Rennes
2006
Ffffffffffffffffff, Galerie Emmanuel Perrotin, Miami
No problem, have a nice day, Galerie Emmanuel Perrotin, Parigi
My Religion Is Kindness. Thank you, See You In The Future, a cura di Massimiliano Gioni, Fondazione Nicola Trussardi, Milano
Paola Pivi, Galerie Emmanuel Perrotin, Parigi
Principali mostre collettive:
2007
Où? Scenes du Sud: Espagne, Italie, Portugal, Carrè d’Art - Musée d’Art Contemporain de Nimes, Nimes
Italian Mentalscapes, a cura di Demetrio Paparoni, Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv
Hamsterwheel, Arsenale di Venezia, Venezia
Senso unico: A Show of Eight Contemporary Artists, P.S.1 Contemporary Art Center, New York
Collectors 1 - Collezione La Gaia, Cesac - Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, Caraglio
Le Printemps de Septembre , Tolosa
Opera esposta
I’m a raimbow too, 2004
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milano
Un autoritratto in veste d’arcobaleno in cui il fenomeno atmosferico più spettacolare e impalpabile viene ricostruito utilizzando i materiali sintetici tipici del mondo industriale. Nastri colorati si alternano, scanditi nella sistematica sequenza della rifrazione della luce solare, come a prendere forma concreta e peso reale.
Riccardo Previdi
Nato a Milano nel 1974. Vive e lavora a Berlino.
Riccardo Previdi innesta la sua ricerca nelle intercapedini di aree d’interesse diverse come il cinema, il design e la teoria della percezione. Sviscera i tratti salienti di queste discipline fornendo carattere di completezza alla fase progettuale e rendendo permanente il carattere di work in progress.
Principali mostre personali:
2008
PENDRE LA CREMAILLERE, Sommer & Kohl, Berlino
C Y K - BLACK TO THE FUTURE, Galerie Iris Kadel, Karlsruhe
2007
ART STATEMENTS, Art38Basel, Basilea
2006
Artists’Studio, Londra
C’ETAIT UN RENDEZ-VOUS, Francesca Minini, Milano
Principali mostre collettive:
2008
IF ON A WINTER’S NIGHT A TRAVELLER, Marta Herford
SPORGERSI PREGO, Lange & Pult, Zurigo
2007
SUPERRAPPERSWIL, AlteFabrik, Rapperswil Jona
EXTRA-ROOM, Arti et Amicitiae, Amsterdam
THE RE-CONQUEST OF SPACE, Overgaden, Copenhagen
ITALIA 1980-2006, Museo di Belle Arti, Hanoi
THE IMPORTANCE OF NOT BEING SEEN, Cafè Moskau, curato da Luca Cerizza per Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino
Opera esposta
Walking Clouds, 2007
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Lo sviluppo di un modulo geometrico, derivante dalle ricerche di Bruno Munari, formato da un triangolo e un arco di cerchio dà luogo alla rappresentazione iconica di una nuvola. La serie di elementi in cartone trafitti da tubi al neon a guisa di fulmine, rispecchiandosi nelle pareti, rendono l’impressione di uno squarcio di cielo animato in base alla visione in movimento dello spettatore.
Elisa Sighicelli
Nata a Torino nel 1968. Vive e lavora a Torino.
Elisa Sighicelli mette in scena l’epifania che deriva da una visione straniante del reale, spesso basata sul contrasto nel rapporto tra luminosità e oscurità, luce e ombra. Ne derivano video e fotografie dal carattere estatico, concentrati su di una fissità esasperata e sulla rarefazione del contenuto.
Principali mostre personali:
2008
Flinders University City Gallery, Adelaide
2007
GAM, Torino
2006
The River Suite, Gagosian Gallery, Londra
Phi, Giò Marconi, Milano
2005
Cohan and Leslie, New York
Sottovoce, Palazzo delle Papesse Centro d'Arte Contemporanea, Siena
Principali mostre collettive:
2007
Isobar, Fieldgate Gallery, Londra
Apocalittici e integrati, MAXXI, Roma
Poi piovve dentro l'alta fantasia, Museo Marino Marini, Firenze
Albedo: A New Perspective in Italian Moving Images, XII International Media Art Biennale WRO 07, Wroclaw; Teatro Junghars, Venezia and GC.AC, Monfalcone
Italy 1980-2007: Tendencies of Contemporary Research, Vietnam Museum of Fine Arts, Hanoi
Le luci dell'arte: cinque artisti illuminano la Roma sotterranea, Case Romane sotto San Paolo alla Regola
Opera esposta
Dance Bound, 2007
Collezione MAMbo
UniCredit Group
L’elegante e armoniosa danza dei cavallucci marini risulta astratta dal contesto in cui avviene, proprio perché avvolta in un buio cosmico. Il fenomeno inquadrato, ordinario e ripetitivo nella realtà, assume una forte valenza lirica: sembra orchestrato da una rigorosa coreografia, sceneggiato in un copione ed eseguito in un ambiente teatrale.
Alessandra Tesi
Nata a Bologna nel 1969. Vive e lavora a Parigi.
Alessandra Tesi è alla ricerca del margine, del limite che separa lo spazio architettonico dallo spazio vissuto. Fotografie e video di luoghi vuoti, che parlano della vita che li ha invasi attraverso i segni che essa ha lasciato, tracce indelebili dell’umanità che li permeava in un passato.
Principali mostre personali:
2004
Glass Movie, performance, Italian Academy at Columbia University, New York
2003
Borsa per Giovani Artisti Italiani, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino
2002
MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, Roma
Principali mostre collettive:
2006
Hyper design, VI Biennale di Shanghai, Shanghai
2005
Theorema. Une collection privée en Italie, la collection d'Enea Righi, Collection Lambert en Avignon
Fuori Tema/Italian Feeling, XIV Quadriennale di Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
Nuove Acquisizioni. Due anni di crescita della collezione, MACRO, Roma
Agua sin ti no soy, III Biennale di Valencia, Valencia
2003
Immagini del nostro tempo. Fotografie della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, IVAM, Valencia
Colors. Declinazioni della monocromia, Galleria Civica, Bolzano
Opera esposta
Todos los dias de mi vida, 2005
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Una tenda di perle fluttua nello spazio divenendo, nell'attimo in cui la proiezione impatta sulla superficie virtrea, instabile e prezioso schermo. L'installazione dialoga con l'architettura del museo mentre il video si adagia sull'inconsueto supporto. I fotogrammi densi di storie che trapelano dagli antri conventuali si susseguono intercalando tenui sfumature e vivaci dinamiche chiaroscurali.
Patrick Tuttofuoco
Nato a Milano nel 1974. Vive e lavora a Milano.
Patrick Tuttofuoco dialoga costantemente con lo spazio architettonico e urbanistico, memore della sua formazione, estrapolando emergenze strutturali e strategie progettuali. Restituisce forma concreta e dona accenti ludici alle metafore concettuali della caotica metropoli contemporanea.
Principali mostre personali:
2007
Enel Contemporanea, Roma, Piazza del Popolo
2006
Revolving Landscape, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
Chindia, Haunch of Venison, Londra
2005
The Circle, Guenzani via Melzo 5
Principali mostre collettive:
2008
Electronic Lounge, Exhibair, Aeroporto di Malpensa
2007
Il futuro del futurismo, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo
Space for your future, Recombining the DNA of Art and Design, Museum of contemporary art, Tokyo
Luce di Pietra, Villa Medici (Academy of France in Rome) e altre sedi, Roma
Apocalittici e integrati, a cura di Anna Mattirolo e Paolo Colombo, MAXXI, Roma
Ou? Scènes du sud: Espagne, Italie, Portugal, Carré d’art, Musée d’art contemporain de Nîmes, Nîmes
Opera esposta
Chinese Theatre, 2008
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Elegante scultura ambientale e architettura componibile a cielo coperto, l’opera nasconde a prima vista la sua precipua finalità. Una sala cinematografica di proporzioni ridotte che si pone come polo funzionale per il museo, disponibile ad accogliere opere filmiche di altri artisti, ma che non dimentica il proprio valore formale. Cromatismi vintage, compenetrazioni iridescenti e riverberi dalle megalopoli fantascientifiche.
Nico Vascellari
Nato a Vittorio Veneto, Treviso, nel 1976. Vive e lavora tra Vittorio Veneto e New York.
Nico Vascellari rielabora le forme e i contenuti tipici della musica rock, hard rock e indie rock, fondendoli con i riti e le celebrazioni pagane e arcaiche al fine di dare nuova vita all’atto performativo, sempre più vicino al soddisfacimento di un bisogno primario di comunicazione.
Principali mostre personali:
2007
Monitor Gallery, Roma
2007
Untitled, a cura di M.R. Sossai ,Museo Man, Nuoro
Revenge, a cura di P. Colombo and M. Pignatti, 52a Biennale di Venezia, Venezia
Premio New York, Italian Accademy at Columbia University, New York
Untitled, Gallery ArratiaBeer, Berlino
Principali mostre collettive:
2008
Pigs of today are hams of tomorrow, a cura di M. Abramovic, Plymouth Art Center
Manifesta 7, a cura di A. Budak, Rovereto
Quadriennale, Palazzo delle Esposizioni, Roma
MySpace, PAN Museum, Napoli
Stultifera Navis, a cura di Andrea Bruciati e M. Tagliafierro, Bergamo
Netmage, a cura di Xing, Palazzo Re Enzo, Bologna
2007
Luci dell’Arte, curated by L. Pratesi, Museo Delle Mura/Case Romane, Roma
Il video d’autore made in Italy genio e sregolatezza, a cura di Xing, Filmstudio 80, Roma
As it screams just please love me, a cura di C. Riva, Formcontent, Londra
Sculptrue, a cura di G. Hudson, Pawnshop Gallery, Los Angeles
Il Velo, a cura di A. Busto, Cesac, Caraglio
Opera esposta
Nico and the Vascellari’s, 2005
Collezione MAMbo
Deposito Collezione My Private srl
L’insegna al neon è il feticcio di un’esperienza, è l’oggetto che campeggiava sullo sfondo della performance omonima. L’artista-frontman mimava le movenze di una rockstar sul palco mentre i suoi familiari reggevano un soffitto pericolante. I rapporti e i legami familiari assumevano così una valenza pubblica e venivano raccontati attraverso cliché provenienti dal mondo della musica indipendente.
Francesco Vezzoli
Nato a Brescia nel 1971. Vive e lavora a
Francesco Vezzoli fonda la pratica artistica sul contatto diretto con i suoi personali miti del cinema e dello spettacolo. L’approccio relazionale ha come scopo la realizzazione di progetti fotografici, videografici e oggettuali di carattere citazionista, in cui i personaggi famosi donano un autografo, un cameo.
Principali mostre:
2007
Francesco Vezzoli: Primadonnas, Pinakothek der Moderne, Munich
Right You Are (If You Think You Are), Solomon R. Guggenheim Museum, Performa07, New York
Francesco Vezzoli: A True Hollywood Story!, The Power Plant, Toronto
Francesco Vezzoli: Democrazy, 52° Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia, Padiglione Italiano, Venezia
Vertigo : Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web, MAMBO Museo d’Arte Moderna di Bologna
Passage du Temps: Une sélection d’oeuvres autour de l’image, Collection François Pinault Foundation, Tripostal, Lille
Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula, Museum Ludwig, Colonia
2006
2006 Taipei Biennial: Dirty Yoga, Taipei Fine Arts Museum, Taipei
Hyper Design, 6th Shanghai Biennale, Shanghai Art Museum, Shanghai
Marlene Redux: A true Hollywood story!, Tate Modern, Londra
Francesco Vezzoli, Le Consortium, Dijon
Le Paradoxe du comédien – Figures de l’acteur, Collection Lambert, Avignone
La force de l’Art, Galeries Nationales du Grand Palais, Parigi
The Bruce Nauman Trilogy, Galerie Neu, Berlino
Yes Bruce Nauman, Zwirner and Wirth, New York
The Gore Vidal Trilogy, Gagosian Gallery, Beverly Hills
Short History of Performance IV, Whitechapel Art Gallery, Londra
The 2006 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York
Satellite of Love, Witte de With Center for Contemporary Art, Rotterdam
Opera esposta
Il ragazzo che ha freddo (Helmut Berger e Luchino Visconti), 2000-2001
Collezione MAMbo
Deposito Collezione Privata
Luchino Visconti scruta Helmut Berger come il creatore spia la sua creatura. I primissimi piani visti attraverso il taglio dell’obiettivo cinematografico compongono un’elegia del rapporto attore-regista. L’artista, impossessatosi del personaggio, ottiene l’effetto di un movimento rallentato con la sovrapposizione fotografica e stigmatizza le occhiate, gli sguardi con dei vezzosi ricami.
A dieci mesi dalla sua apertura, il museo presenta un nuovo e articolato progetto espositivo, sotto la direzione scientifica di Gianfranco Maraniello, che prevede il riallestimento di una ricca selezione di opere provenienti dalla collezione della ex-GAM, l’apertura di nuovi spazi dedicati alle attività collaterali ma soprattutto l’esposizione delle recenti acquisizioni dell’istituzione, frutto della partnership con UniCredit e del sostegno della Regione Emilia Romagna.
A partire dal 16 marzo 2008 MAMbo adibisce le sale espositive del piano terra a luogo dedicato alle collezioni, concludendo il processo di trasformazione iniziato con il trasferimento del museo nella nuova sede dell’Ex Forno del Pane e consolidando quella vocazione verso le pratiche artistiche e culturali del contemporaneo che già caratterizzava l’attività della Galleria d’Arte Moderna. La naturale inclinazione dell’Istituzione alla
cultura visiva e alla sperimentazione pone quindi come fine primario quello di fare del museo un testimone attento e scrupoloso del proprio tempo. Da qui l’idea di presentare la collezione, cuore del patrimonio e dell’attività del MAMbo, suddividendola in due aree principali, SpazioGAM e Focus on Contemporary Italian Art, concepite con l’intento di creare un percorso in grado di far comprendere al visitatore l’evoluzione storica, artistica e metodologica che ha caratterizzato l’operato della Galleria d’Arte Moderna in passato e che traccia le linee guida del lavoro di MAMbo oggi.
Come accade per tutte le collezioni dei musei bolognesi, anche alla collezione del MAMbo l’ingresso sarà gratuito, secondo una politica culturale che mira a sviluppare nei cittadini un legame con il patrimonio artistico, creando un’importante e produttiva familiarità con i luoghi della cultura e della ricerca.
SpazioGAM
Lo SpazioGAM intende diventare un luogo di rivisitazione delle collezioni del Museo, di interazione con la città, di approfondimenti sul panorama artistico del territorio. Dalla GAM il museo eredita un consistente patrimonio di opere, soprattutto emiliano-romagnole, che vanno dall’Ottocento ai giorni nostri e che sono state raccolte in modo frammentario e ramificato, rispecchiando l’iter culturale della Galleria d’Arte Moderna nel corso dei decenni della sua attività.
Grazie a questo nuovo lavoro sull’esposizione della propria collezione permanente, MAMbo coglie l’occasione per una rilettura critica delle collezioni contemporanee ereditate, valorizzandole e riscoprendole attraverso mostre a rotazione, specifici progetti espositivi, restauri, acquisizioni di opere e documenti, incontri, pubblicazioni e dibattiti capaci di inquadrare la storia della GAM in una cornice multidisciplinare che faccia comprendere le ragioni culturali e il contesto sociale entro cui si sono susseguite le vicende dell’arte contemporanea a Bologna. SpazioGAM è quindi la denominazione scelta per definire questa pratica poliedrica di lavoro che, partendo dalle proprie radici culturali, cercherà di interpretare le collezioni storiche come costante occasione di verifica metodologica. Un’area polivalente concepita, quindi, come zona di raccordo con la storia della Galleria d’Arte Moderna di Bologna dalla quale il MAMbo ha avuto origine. Il confronto tra passato e presente dell’entità museale è ponte diretto verso il futuro, nonché efficace strumento di indagine delle strategie e delle pratiche espositivo-museali contemporanee.
Tale progetto viene annunciato da SpazioGAM.intro: una selezione di opere pittoriche, fotografiche e video dagli anni ’50 alla fine degli anni ’90 raggruppate in una suggestiva quadreria che accoglie il visitatore al suo ingresso e lo obbliga ad attraversare fisicamente uno spazio che metaforicamente rappresenta le radici del museo e la sua memoria storica; SpazioGAM.topics è invece un’area polivalente dedicata ad incontri e mostre temporanee, destinata ad accogliere una specifica programmazione e concepita come zona di raccordo tra la storia della GAM e il futuro del MAMbo; infine, SpazioGAM.open library è il luogo dell’approfondimento: uno spazio aperto dove si possono trovare cataloghi, saggi e riviste da consultare liberamente e dove i visitatori sono invitati a contribuire, con spirito analogo al bookcrossing, alla costituzione di una biblioteca complementare a quella del museo donando libri o documenti come autonome visioni e testimonianze del valore del contemporaneo.
In esposizione opere di: Claudio Abate, Marina Abramovic, Carla Accardi, Getulio Alviani, Franco Angeli, Ugo Attardi, Donald Baechler, Luciano Bartolini, Gianfranco Baruchello, Davide Benati, Vasco Bendini, Alighiero Boetti, Ennio Borlotti, James Brown, Alberto Burri, Enrico Castellani, Maurizio Cattelan, Giuseppe Chiari, Pier Achille Cuniberti, Dadamaino, Luciano De Vita, Bruno Di Bello, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Pietro Gilardi, Gruppo N, Virgilio Guidi, Emilio Isgrò, Marcello Jori, Sergio Lombardo, Pompilio Mandelli, Roberto Sebastian Matta, Fausto Melotti, Nino Migliori, Mattia Moreni, Zoran Music, Mario Nanni, Luigi Ontani, Tancredi Parmeggiani, Achille Perilli, Concetto Pozzati, Sergio Romiti, Ilario Rossi, Mimmo Rotella, Lucio Saffaro, Julião Sarmento, Germano Sartelli, Mario Schifano, Antoni Tàpies, Giulio Turcato, Giuseppe Uncini, Sergio Vacchi, Christopher Williams, Kenji Yanobe, Giuseppe Zigaina.
Focus on Contemporary Italian Art
Pur disponendo di opere di artisti internazionali, MAMbo ha deciso in quest’occasione di focalizzare l’attenzione sulla più recente scena italiana. Per la prima volta un'istituzione museale si pone in modo esplicito quella che è una vera e propria questione generazionale, dimostrandosi non solo sensibile al tema più generale della ricerca in Italia, ma sottolineando come sia dovere di un museo d’arte contemporanea fare il punto sulla produzione artistica del suo Paese.
MAMbo ospita tale progetto nella grande sala dei forni: spazio che più di ogni altro sembra evocare l’idea di laboratorio, di fabbrica creativa in grado non solo di contenere ma anche di confrontarsi con opere e forme espressive differenti tra loro. Evitando percorsi cronologici o forzati raggruppamenti tematici, è il rapporto “aperto” tra i lavori di alcuni dei più interessanti artisti di oggi a creare un ambiente vivo, in cui trovano espressione poetiche e pratiche artistiche ibride in continuo confronto con l’architettura e il design. Uno spazio dove si intraprendono la sperimentazione di nuovi media e il ripensamento delle tecniche tradizionali, si concepiscono opere che sono veri e propri dispositivi in cui ospitare film, concerti o performance di altri protagonisti della cultura magari provenienti da diversi versanti disciplinari.
Per la realizzazione di questo ambizioso progetto MAMbo si avvale della prestigiosa partnership avviata con UniCredit Group nel 2007 e tesa non solo all’acquisizione, ma alla produzione di opere da proporre in occasione di importanti eventi artistici così da sostenere e favorire sempre più la presenza di artisti italiani nei maggiori circuiti espositivi con la qualità dei loro progetti. L’impegno per il futuro consiste quindi nel consolidare questa importante partnership, in cui la progettualità imprenditoriale affianca il lavoro del museo, garantendo un alto livello di qualità delle sue proposte e un costante sviluppo e approfondimento della propria ricerca.
Artisti: Stefano Arienti, Sergia Avveduti, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft, Carlo Benvenuto, Simone Berti, Davide Bertocchi, Monica Bonvicini, Pierpaolo Campanini, Loris Cecchini, Lara Favaretto, Giuseppe Gabellone, Luisa Lambri, Eva Marisaldi, Davide Minuti, Luca Pancrazzi, Paola Pivi, Riccardo Previdi, Elisa Sighicelli, Alessandra Tesi, Patrick Tuttofuoco, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli.
in partnership con
SpazioGAM
Opere esposte
(in ordine di allestimento)
Intro
Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1994)
Non parto non resto, 1984, biro su carta, 100 x 140 cm.
Sarmento Julião (Lisbona, 1948 – vive e lavora in Portogallo, a Estoril)
Ruinas Recentes, 1990, tecnica mista su tela, 190 x 220 cm.
Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, 1937 – Vive e lavora a Milano)
Senza titolo, 1972, assemblage, 34,5 x 40 cm.
Giuseppe Uncini (Fabriano, 1929 – Vive e lavora a Roma e Trevi -PG)
Cementoarmato, 1960, cemento e ferro, 58,5 x 90,5 x 4 cm.
Deposito Cooperativa L’Operosa, Bologna
Germano Sartelli (Imola, 1925 - vive e lavora a Imola)
Stracci, 1958, tecnica mista, 60 x 110 cm.
Fausto Melotti (Rovereto, Trento, 1901 – Milano, 1986)
Modulazione ascendente, 1977, ottone, 95 x 46 x 52 cm.
Achille Perilli (Roma, 1927 – vive e lavora a Roma)
Marcia indietro, 1958, tecnica mista su tela, 65 x 85 cm.
Deposito Legacoop Emilia Romagna, Bologna
Mario Nanni (Castellina in Chianti, Siena, 1922 – vive e lavora a Bologna)
Figura, 1958, olio su cartone, 97 x 67,5 cm.
Antoni Tàpies (Barcellona, 1923 – vive e lavora a Barcellona)
Pintura, 1955, tecnica mista su tela, 97 x 130 cm.
Ennio Morlotti (Lecco, 1910 – Milano, 1992)
Studio di nudi, 1956, olio su tela, 120 x 110 cm.
Alberto Burri (Città di Castello, Perugia, 1915 – Nizza, 1995)
Bianco plastica, 1966, colori acrovinilici e politene su tavola, 122 x 107,5 x 6,5 cm.
Sergio Romiti (Bologna, 1928 - 2000)
Pensando Parigi, 1951-52 ca., olio su tela, 50 x 40 cm.
Mattia Moreni (Pavia, 1920 – Brisighella, Ravenna, 1999)
Il giardino delle mimose, 1954, olio su tela, 120 x 112 cm.
Sergio Vacchi (Castenaso, Bologna, 1925 – Vive e lavora a Ville di Corsano, Siena)
Siepelunga, 1956, olio su tela, 130 x 150 cm.
Concetto Pozzati (Vò di Padova, 1935 – vive e lavora a Bologna)
Organico, 1959, carbone, gessi colorati e tempera su masonite, 122,5 x 106 cm.
Tancredi Parmeggiani, (Feltre, Belluno, 1927 – Roma, 1964)
Momento della luce, 1960, tempera su carta intelata, 155 x 140 cm.
Pier Achille Cuniberti (Padulle di Sala Bolognese, Bologna, 1923 – vive e lavora a Bologna)
Ritratto giallo e blu, 1962, olio su tela, 100 x 100 cm.
Luciano De Vita (Ancona, 1929 – Bologna, 1992)
Testa, 1957, olio su tela, 59,5 x 43,5 cm.
Giulio Turcato (Mantova, 1912 – Roma, 1995)
Sospensione, 1979, olio e tecnica mista su tela, 180 x 110 cm.
Giuseppe Zigaina (Cervignano del Friuli, 1924 – vive e lavora a Cervignano)
Attesa del traghetto serale, 1951, olio su tela, 140 x 120 cm.
Zoran Music (Gorizia, 1909 – Venezia, 2005)
Non siamo gli ultimi, 1971, olio su tela, 100 x 65 cm.
James Brown (Los Angeles, USA, 1951 – vive e lavora a Oaxaca, Mexico)
Senza titolo, 1983, tempera su tela, 76 x 71 cm.
Virgilio Guidi (Roma, 1891 – Venezia, 1984)
Testa, 1959, olio su cartone, 40 x 29,5 cm.
Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 – Milano, 2006)
Viso trasparente, 1961, decollage, 75 x 62 cm.
Ugo Attardi (Sori, Genova, 1923 – Roma, 2006)
L’agnello, 1969, olio su cartone, 27 x 68 cm.
Donald Baechler (Hartford, Connecticut, 1956 – vive e lavora a New York City)
Thinking about pussy, 1984, acrilico su tela, 86,5 x 86 cm.
Kenji Yanobe (Osaka, Giappone, 1965 - )
Atom suit project: desert, 1998, light-box, 120 x 120 cm.
Ilario Rossi (Bologna, 1911 – 1994)
Paesaggio, 1958, olio su tela, 71 x 111 cm.
Pompilio Mandelli (Villarotta di Luzzara, Reggio Emilia, 1912 – Bologna, 2006)
Paesaggio a San Lazzaro, 1952, olio su tela, 80 x 80 cm.
Marcello Jori (Merano, 1951 – vive e lavora a Bologna)
Dietro le quinte, 2006, acrilici e olio su tela, 160 x 195 cm.
Deposito dell’artista
Vasco Bendini (Bologna, 1922 – vive e lavora tra Parma e Roma)
Dalla serie delle ipotesi ultime, 1963, olio su tela, 100 x 81 cm.
Sergio Romiti (Bologna, 1928 - 2000)
Composizione, 1952-53, olio su tela, 85 x 120 cm.
Luigi Ontani (Vergato, Bologna, 1943 – vive e lavora a Roma)
Son testa son paesaggio turrito, 1984, ceramica, 25,5 x 23 x 9,5 cm.
Davide Benati (Reggio Emilia, 1949 – vive e lavora a Milano)
Calle dell’inquietudine, 1987, acquerello su carta intelata, 150 x 200 cm.
Giosetta Fioroni (Roma, 1932 – vive e lavora a Roma)
Autoritratto a sette anni, 1966, colore alluminio e smalto su tela, 80 x 180 cm.
Tano Festa (Roma, 1938 – 1988)
Persiana n. 8, 1964, tecnica mista, 90 x 70 cm.
Luciano Bartolini (Fiesole, 1948 – Milano, 1994)
Sinonimo, 1986, tecnica mista, 150 x 100 cm.
Mario Schifano (Horms, Libia, 1934 – Roma, 1998)
Coca Cola (particolare), 1962, smalto su carta intelata, 80,5 x 50,5 cm.
Gianfranco Baruchello (Livorno, 1924 – vive e lavora tra Roma e Parigi)
Sulla oscenità dei cibi, 1976, olio su tavola, 7,5 x 8, 5 cm.
Sergio Lombardo (Roma, 1939 – vive e lavora a Roma)
Senza titolo, s.d. (1961-1963 ca.)
Franco Angeli (Roma, 1935 - 1988)
Corteo, 1968, smalto su carta intelata, 300 x 212 cm.
Pietro Gilardi (Torino, 1942 – vive e lavora a Torino)
Tappeto-natura per non vedenti, 1997, poliuretano espanso, 100 x 100 cm.
Enrico Castellani (Castelmassa, Rovigo, 1930 – vive e lavora a Celleno, Viterbo)
Superficie bianca, 1967, tecnica mista, 110 x 116 cm.
Carla Accardi (Trapani, 1924 – vive e lavora a Roma)
Integrazione n. 2, 1958, tempera su carta, 48 x 67,5 cm.
Lucio Saffaro (Trieste, 1929 – Bologna, 1998)
Autoritratto semantico, 1956, olio su cartone telato, 60 x 50 cm.
Getulio Alviani (Udine, 1939 – vive e lavora a Milano)
Superficie a stesura vibratile, s.d., alluminio, 42 x 42 cm.
Bruno Di Bello (Torre del Greco, Napoli, 1938 – vive e lavora a Milano)
Senza titolo, 1977, acrilico su tela, 120 x 120 cm.
Gruppo N (nato a Padova nel 1959 – manifesto del 1961 – all’epoca di questa opera formato da: Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi, Manfredo Massironi; il gruppo si scoglie nel 1964)
Deformazione ottico-dinamica, 1964
Deposito Ente Autonomo Fiere Internazionali, Bologna
Dadamaino (Milano, 1935 – 2004)
Volumi a moduli sfasati, 1960, fogli di materiale plastico intelaiato, 100 x 100 cm.
Deposito Collezione Privata
Lucio Fontana (Rosario di Santa Fè, Argentina, 1899 – Comabbio, Varese, 1968)
Concetto spaziale, s.d., tecnica mista, 33 x 28 cm.
Claudio Abate (Roma, 1943 – vive e lavora a Roma)
Performance di Trisha Brown, “Mentalità 23”, 1969, fotografia b/n, 285 x 387 mm.
Claudio Abate (Roma, 1943 – vive e lavora a Roma)
A dance to be seen several times on one concert, performance di Deborah Hay,
“Mentalità 21”, 1969, fotografia b/n, 400 x 278 mm.
Nino Migliori (Bologna, 1926 – vive e lavora a Bologna)
Gina Pane alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, 1976, fotografia b/n, 350 x 497 mm.
Marina Abramovic (Belgrado, Jugoslavia, 1946 – vive e lavora a New York), Ulay (Uwe Laysiepen – Solingen, Germania, 1943 – vive e lavora ad Amsterdam)
Imponderabilia, 2 giugno 1977, video della performance, Bologna, Galleria d'Arte Moderna, Settimana internazionale della performance.
Christopher Williams (Los Angeles, 1956 – vive e lavora a Los Angeles)
Nikkor W 300 mm f/5.6 with No. 3 Shutter 1:5.6 Product Aperture f/64 Product Number 1320 NAS Serial Number 780612 Large Format Camera Lens, 2005
Giuseppe Chiari (Firenze, 1926 – 2007)
Art is easy, 1984.
Maurizio Cattelan (Padova, 1960 – vive e lavora a New York)
Strategie, 1990, tecnica mista, 75 x 40 x 20,5 cm., n.8 pezzi componibili
Mimmo Paladino (Paduli, 1948)
Teste, 1994, china su carta applicata su tela
Giovanni Anselmo (Borgofranco d'Ivrea, 1934)
Direzione, 2006, Pietra, ago magnetico, vetro
Open Library
Pinot Gallizio
Il teorema di Pitagora, s.d., olio su tela, cm. 160 x 982
Deposito Amministrazione Provinciale, Bologna
Roberto Sebastian Matta
L'etre ouvert ou l'etre est vert, 1962, olio su tela, cm. 203 x 298
Concetto Pozzati
Per una grande sequenza, 1964, olio e smalto su tela, cm. 200 x 280
Focus on Contemporary Italian Art
Schede a cura di Claudio Musso
Stefano Arienti
Nato ad Asola, Mantova, nel 1961. Vive e lavora a Milano.
Stefano Arienti decontestualizza immagini tratte dalla storia dell’arte, dai manuali di scienza e dalla cultura popolare, ricostruendole con materiali come la carta, il marmo, il polistirolo. L’idea lieve e immateriale prende corpo e assume significati sempre diversi da quello originario.
Principali mostre personali
2007
The Asian Shore, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston
2006
Studio Guenzani - Guenzani via Melzo 5, Milano
Rhona Hoffman Gallery, Chicago
Lehmann Maupin, New York
Principali mostre colletive
2007
New Works: 07.2, ArtPace, San Antonio, Texas (con with Eduardo Muñoz Ordoqui e Lorraine O’Grady)
Stravolti, Galleria Martano, Torino
Collezionismi, Assab One, Milano (a cura di Elio Grazioli)
In Credible Show, New Gallery, Roma
Idea. Disegno italiano degli anni novanta, Istituto Nazionale per la Grafica, Palazzo Fontana di Trevi, Roma (2006); Archivio di Stato, Torino (a cura di Laura Cherubini, Giorgio Verzotti)
2006
D'Ombra, Papesse - Centro Arte Contemporanea, Siena (a cura di Lea Vergine)
Il marmo e la celluloide, nell'ambito della XXVII edizione di La Versiliana 2006, Marina di Pietrasanta (a cura di Marco Senaldi)
Airò, Arienti, Marisaldi, Galleria Massimo Minini, Brescia
Tuttolibri, Galleria Milano, Milano (a cura di Lea Verigine)
Opera esposta
Senza titolo, 1988
Collezione MAMbo
Una serie di libri che hanno perso la loro funzione canonica e hanno subito una trasformazione estetica, si stagliano come colonne, avendo assunto un volume diverso da quello originale grazie alle piegature attente e precise operate dall’artista. Pazienza, costanza e accurata manualità, proprio come quella di un esperto di origami o di un creatore di bonsai.
Sergia Avveduti
Nata a Lugo, Ravenna, nel 1965. Vive e lavora a Bologna.
Sergia Avveduti compone un immaginario surreale, che risponde non tanto alle regole della realtà quotidiana quanto a quelle dell’assurdo. Immagini manipolate, manufatti che invertono le scale proporzionali originarie e i materiali di fattura costituiscono il parco dei divertimenti dell'artista.
Principali mostre personali:
2004
Coalizione, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano, a cura di Luca Beatrice
2000
Arsenale, Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano, a cura di Roberto Daolio
1999
Perspex, Galleria Neon, Bologna, a cura di Roberto Daolio
Principali mostre collettive:
2007
Tre Stanze Spazio A, Galleria Spazio A contemporanearte, Pistoia
Ad’A, area d’azione cinque, Rocca Sforzesca di Imola, a cura di Roberto Daolio
Residenza d’artista, Museo Carlo Zauli, Faenza, Ra, a cura di Daniela Lotta
La giovine Italia, Pinacoteca Nazionale di Bologna, a cura di Renato Barilli
2006
La giovine Italia, Spazio d’arte, Gambettola, Cesena, a cura di Renato Barilli
Sala di consultazione, Galleria Neon, Bologna
On Air, Palazzo Kapetan Misino Zdanje , Belgrad, a cura di A. Bruciati e A. Crippa
Opera esposta
Impallato, 2002
Collezione MAMbo
La manipolazione digitale, operata su una riproduzione fotografica dell’immagine originale, ottiene l’effetto di inscenare una situazione paradossale, uno spettacolo assurdo. I personaggi perdono la loro compostezza e la loro seriosità perché giustapposti in maniera ossimorica, e provocano, insieme alle modifiche architettoniche, il collasso della composizione.
Massimo Bartolini
Nato a Cecina, Livorno, nel 1962. Vive e lavora a Cecina.
Massimo Bartolini si compiace nel complicare il rapporto che intercorre tra linguaggio e architettura rendendo impossibile definirne i confini concettuali. Si adopera per confondere la percezione visiva allo scopo di materializzare un cortocircuito, che altrimenti rimarrebbe inevitabilmente ideale.
Principali mostre personali:
2008
Dialoghi con la città, a cura di Laura Cherubini, MAXXI - Museo delle Arti del XXI Secolo, Roma
2007
a cura di Joao Fernandes, Museu Serralves - Museu de Arte Contemporanea, Porto
Massimo Bartolini - Laboratorio di storia e storie, Cappella Anselmetti, Torino (To)
Massimo Bartolini: Airplanes and Horizon, D’Amelio Terras, New York
El Jardì de Roses - Intervencions a’artistes a CaixaForum, Fundaciòn La Caixa, Barcellona
Ikon Gallery - Ikon Eastside, Birmingham
Principali mostre collettive:
2008
3 Rooms - Cornelia Parker, Massimo Bartolini, Dario Robleto, D’Amelio Terras, New York
2007
Où? Scenes du Sud: Espagne, Italie, Portugal, Carrè d’Art - Musée d’Art Contemporain de Nimes, Nimes
Arte in memoria 2007, a cura di Adachiara Zevi, Sinagoga di Ostia Antica, Roma
Camera con vista, a cura di Claudia Gianferrari, Palazzo Reale, Milano
Ironia Domestica. Uno sguardo curioso tra collezioni private italiane, a cura di Letizia Ragaglia, Museion Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano
Fatto in Svezia, a cura di Oscar Aschan, Röda Sten, Göteborg
Opera esposta
Impressions, 2008
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milano
Il volere artistico piega l’architettura al fine di realizzare un palco retrattile, invisibile quando ne venga decretato l’inutilizzo, il cui sfondo è un paesaggio caro all’artista. Il museo diventa sempre più il luogo di spettacoli diversi dalle mostre o dalle canoniche esposizioni, ma in esso persiste l’immagine dell’opera d’arte come supporto bidimensionale appeso ad una parete.
Vanessa Beecroft
Nata a Genova nel 1969. Vive e lavora a Los Angeles.
Vanessa Beecroft sceglie tipologie umane, prevalentemente femminili, per renderle vittime dell’immaginario mass mediale. I corpi si ripetono differentemente, indossano scarpe, accessori e lingerie di identica foggia, occupando lo spazio con evidente presenza scultorea e notevole impatto decorativo.
Principali mostre personali:
2007
Vanessa Beecroft Retrospective, Gana Art Gallery, Seul
VB60 - Performance, Shinsegae, Seoul
2006
VB South Sudan, Lia Rumma Gallery, Milano
VB59, National Gallery, Londra
Alphabet Concept, Espace Louis Vuitton, Parigi
VB 53, CAC Centro de Arte Contemporáneo de Málaga, Málaga
Principali mostre collettive:
2007
Vertigo, MAMbo, Bologna
2006
War is over?, GAMeC, Bergamo
AltreLilith, Scuderie Aldobrandini, Frascati
Esposizione della Byblos Art Gallery, Verona
Ecce Uomo(33+1), Spazio Oberdan, Milano
The Garden Party, Deitch Project, New York
Il Potere delle Donne, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento
Il diavolo del focolare, Triennale di Milano Milano
People, Museo Madre, Napoli
La donna oggetto. Miti e metamorfosi al femminile1900-2005, Castello
Sforzesco Vigevano
Eretica. L’arte contemporanea dalla trascendenza al profano, Complesso Monumentale di Sant’Anna alla Misericordia, Palermo
Opera esposta
Performance vb26.021.ali, Galleria Lia Rumma, Napoli,3 aprile 1997
Collezione MAMbo
L’inquadratura sghemba offre un punto di vista singolare della perfomance. La visione dal basso, infatti, permette di focalizzare l’attenzione sugli indumenti e sulle scarpe indossate dalle performer, caratteristica peculiare nella ricerca dell’artista. Le donne vengono spogliate della loro personalità e individualità, e rivestite secondo le tendenze dettate delle riviste di moda e di fashion design.
Carlo Benvenuto
Nato a Stresa, Verbania, nel 1966. Vive e lavora a Milano.
Carlo Benvenuto fotografa oggetti in sospensione, sia che appaiano fluttuanti in uno spazio ameno, sia che risultino in bilico tra due forze. La precisione speculare degli scatti crea dei tranelli visivi, mettendo in discussione la veridicità insita nel mezzo fotografico.
Principali mostre personali:
2007
Natura muta, Galleria Emilio Mazzoli, Modena
2003
Carlo Benvenuto, Galerie Site Odeon 5, Parigi
Carlo Benvenuto, Museo di Arte Contemporanea di Roma MACRO, Roma
Principali mostre collettive:
2007
D’Ombra, a cura di Lea Vergine, Palazzo delle Papesse, MAN Museo d'Arte Contemporanea, Nuoro; Compton Verney, Warwichshire
Good Morning Babilonia, a cura di Sergio Risaliti, Marella Gallery, Pechino
2006
Biennale Europea di Arti Visive, a cura di Bruno Corà, Centro Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia
D’Ombra, a cura di Lea Vergine, Palazzo delle Papesse, Centro Arte Contemporanea, Siena
Il Gioco è Fatto, a cura di Achille Bonito Olive, Ravellofestival, Ravello
Il Vento, a cura di Elena Volpato per la Fondazione Torino Musei, Castagneto Po, Torino
Italy Made In Art: Now, a cura di Achille Bonito Oliva, Museo di Arte Contemporanea di Shanghai
Opera esposta
Senza Titolo (Il Sole Sul Cavalletto), 2007
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria d’Arte Contemporanea Emilio Mazzoli, Modena
Una fotografia può ingannare la percezione attraverso la trasparenza, la riflessione, il miraggio o ancora il fenomeno “fata Morgana”: tutti giochi di trasformazione dello spazio reale che dipendono dalla luce e dal suo comportamento. La potenza dell’obiettivo permette all’artista di porgere il Sole su di un cavalletto, compiendo ciò che la pittura aveva permesso a De Chirico.
Simone Berti
Nato ad Adria, Rovigo, nel 1966. Vive e lavora a Milano.
Simone Berti incastra tecnologia industriale, meccanica semplice ed elementi naturali per dar vita ad un universo parallelo e fantastico. La sua pratica infantile da ingegnere del giocattolo si applica con risultati sempre nuovi e sorprendenti alla pittura, alla scultura e alle installazioni.
Principali mostre personali:
2007
Copertine, a+mbookstore, Milano
2006
Simone Berti, Base, Firenze
2005
Riding the specific gravity train, Galleria Massimo De Carlo, Milano
Principali mostre collettive:
2007
Apocalittici Integrati, MAXXI, Roma
In Cima Alle Stelle, Forte di Bard, Bard (AO)
Camera con vista, Palazzo Reale, Milano
2006
Il Bel Paese, Marella Gallery Pechino, Pechino
Young Italian Artists At The Turn Of The Millennium, Galleria Continua, Pechino
Giardino - Luoghi della piccola realtà, Pan - Palazzo delle Arti Napoli, Napoli
Opera esposta
Cavaliere, 2002
Collezione MAMbo
Deposito Collezione Giulio di Groppello
Il soggetto del dipinto campeggia su uno sfondo neutro come quello dei Tacuina Sanitati medioevali. Il cavallo sembra essere uscito da un manuale di razze equine, mentre il cavaliere ha un’armatura modificata che imbriglia il suo corpo e la sella. La grande dimensione permette un rapporto uno a uno con la figura che si staglia ironica e severa nel contempo, come un novello Don Chisciotte.
Davide Bertocchi
Nato a Modena nel 1969. Vive e lavora a Parigi e Milano.
Davide Bertocchi riconduce costantemente la sua ricerca artistica alla musica, a volte interpretandone il valore emotivo legato all’istante dell’ascolto, altre volte sfruttandola come esemplificazione del fattore Tempo. Materializza l’impalpabile e dona forma monumentale al fugace e all’istantaneo.
Principali mostre personali:
2007
Easy Every Day, Art Brussels, stand SintLukas. A cura di Filip Luyckx
2006
Davide Bertocchi, OneTwenty Gallery, Ghent (B)
Contemporary – TOP100, Magazzino d’Arte Moderna, Roma. A cura di Maria Rosa Sossai
Memorials, Galleria Astuni, Pietrasanta (LU), a cura di Luca Beatrice
One Shot by… Davide Bertocchi, Nuke Gallery, Paris, a cura di Verane Pina
Modern Times, (con Kolkoz e Adrian Paci) MAN, Nuoro, a cura di Maria Rosa Sossai
Davide Bertocchi, Sint-LukasGalerie, Bruxellles, a cura di Filip Luyckx
La Cabane, Le Pavillion, Palais de Tokyo, Paris, a cura di Pascal Beausse
Principali mostre collettive:
2007
Round trip – An itinerary between Paris, Milan and New York; Centre International d’Accueil et d’Echanges des Récollets – Paris ; un progetto di Dena Foundation, curato da Francesca Di Nardo
Stardust ou La Derniere Frontiere, MAC/VAL Musée d'art contemporain du Val-de-Marne, a cura di Alexia Fabre, Frank Lamy
Promenade au Zoo, 9th Lyon Biennial of Contemporary Art, Lyon, a cura di Saâdane Afif
ArtwaveRadio, a project in Athens Biennial/Destroy Athens. Athens, a cura di Kostas Bassanos et Dimitris Foutris
Fatto in Svezia, Röda Sten, Göteborg (Svezia), a cura di Oscar Aschan
ICity-periferiche. Mappe mentali per una periferica, Palazzo Re Enzo, Bologna
A cura di Fabrizio Basso, Silvia Cini, Emanuele Piccardo, Elvira Vannini
Opera esposta
Nucleo, 2000
Collezione MAMbo
Deposito Collezione PLM
Un’enorme sfera lucida contiene un rumore segreto. Un carillon che si attiva nel momento in cui ci si affaccia dal foro circolare situato nella parte superiore della struttura. Superata la soglia che lo divide dall’esterno, la testa del visitatore viene avvolta come in un casco, la cui colonna sonora è composta dalla riproduzione e dalla rielaborazione della voce che lo occupa.
Monica Bonvicini
Nata a Venezia nel 1965. Vive e lavora a Berlino.
Monica Bonvicini predilige, gli oggetti e la parole simbolo della pratica quotidiana come materiale costitutivo delle sue opere. Catene e gabbie, affermazioni e desideri, sono i feticci del comportamento collettivo che si traduce in un equilibrio di decadenza e rinnovamento.
Principali mostre personali:
2007
Monica Bonvicini, Never Missing a line, Sculpture Center, Long Island City, NY
Monica Bonvicini, Bonniers Konsthall, Stockholm
2006
Monica Bonvicini, Galerie für Zeitgenössiche Kunst, Leipzig
Monica Bonvicini, Kunstraum, Innsbruck
Not for You, West of Rome, Los Angeles
Principali mostre collettive:
2008
Italics: Italian Art between tradition and revolution 1968 - 2008, curated by
F. Bonami, Palazzo Grassi, Venezia, traveling on 2009 to Museum of
Contemporary Art Chicago
Female Trouble, The camera as mirror and stage of female projection in
photography and video art, Pinakothek der Moderne, Munich, Germany.
Prospect: 1, New Orleans Biennal, New Orleans, USA
2007 La parola nell’arte, MART, Rovereto
Solo24Ore. Opere e performance al nuovo Museion, Museion, Bolzano
If I Can’t Dance, I Don’t Want To Be Part Of Your Revolution. Edition II:
“Feminist Legacies and Potentials in Contemporary Art Practice”, MuHKA,
Antwerp
Publiek 2007. Monica Bonvicini, Germaine Kruip, Ugo Rondinone, Sculpture
International Rotterdam, Rotterdam
Opera esposta
Belted Through, 2003
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria Emi Fontana, Milano
Destrutturando lo spazio architettonico, dal soffitto frana un groviglio di cinture maschili in pelle nera. Pendono a mezz’aria annodate tra loro a formare una catena. Contro ogni tipo di ornamento o formalismo l’opera rappresenta ciò che si vede, nella sua essenzialità, mantenendo la forza travolgente della realtà esposta così com’è e l’ambiguità insita nella sua possibile decodificazione.
Pierpaolo Campanini
Nato a Cento, Ferrara, nel 1964. Vive e lavora a Cento.
Pierpaolo Campanini rende reale e tangibile l’inesistente, o meglio il non ancora esistito. La precisione e la cura del particolare con cui le sue pennellate modellano i soggetti rappresentati, che siano macrografie di Lego o moderne macchine celibi, crea l’illusione che essi possano svelare la loro essenza allo sguardo attento dell’osservatore.
Principali mostre personali:
2008
Blum and Poe, Los Angeles
2007
Corvi-Mora, Londra
2006
Salon 94, New York
Principali mostre collettive:
2008
Residenza d’Artista, Museo Carlo Zauli, Faenza
2007
Apocalittici e Integrati. Ventiquattro artisti italiani, MAXXI, Roma
2006
Residenza d’Artista, Museo Carlo Zauli, Faenza
Painiting Codes, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone
Opera esposta
Senza titolo, 2001
Collezione MAMbo
L’alta definizione con cui l’oggetto non meglio identificato viene dipinto costringe a pensare che esso sia già esistito in un luogo e in un tempo precisi. Persino la superficie delineata in pianta induce a ritenere che la struttura polimaterica osservata sia già stata fornita di regolare brevetto. La verosimiglianza è tale, che l’ambiguità percettiva diventa disorientamento reale.
Loris Cecchini
Nato a Milano nel 1969. Vive e lavora in Toscana.
Loris Cecchini trasfigura il reale quotidiano attraverso giochi di illusione che si applicano incondizionatamente alla fotografia, all’architettura, al design. Ricomponendo elementi provenienti da ambiti diversi, usa lo straniamento come ponte verso un nuovo immaginario.
Principali mostre personali:
2007
Morphing wave, Galleria Continua, San Gimignano
Empty walls, just doors, Palais de Tokyo, Parigi
2006
Cloudless, P.S.1 MoMA, New York - Palais de Tokyo, Paris, France – Shanghai
Duolun MoMA, Shanghai - Galleria Continua, Pechino
Principali mostre collettive:
2008
Chanel Mobile Art, Hong Kong
2007
Dialogues Mèditerranées, Jardins et donjon de la citadelle, Musée de l’Annonciade, Lavoir Vasserot, Maison des Papillons and Oeuvres dans la Ville, Saint Tropez
Artempo, Palazzo Fortuny, Venezia
The Freak Show, Musée d'art contemporain, Lione
Expérience Pommery, Domaine Pommery, Reims
La Giovine Italia, Gambettola (Cesena), Pinacoteca Nazionale, Bologna
Opera esposta
Cloudless, 2006
Collezione MAMbo
UniCredit Group
L’opera è il risultato di due movimenti contrapposti che insieme generano la sospensione in energia potenziale. Le scale, che compongono l’anima strutturale, si avvitano in un dinamismo rotatorio, un ciclone metallico avvolto e contenuto dalle candide maglie di una rete di piccole sfere opalescenti. Architettura visionaria, design defunzionalizzato o ideogramma dell’espansione universale.
Lara Favaretto
Nata a Treviso nel 1973. Vive e lavora a Torino.
Lara Favaretto accosta elementi discordanti della realtà e della fantasia, creando un effetto-sorpresa del tutto spiazzante. Quotidiano e straordinario, emozione e rivelazione, riletti alla luce di un’ironia caustica, si connotano come esilaranti affermazioni dai toni quasi parossistici.
Principali mostre personali:
2007
Frieze art Projects, Londra
2006
‘Cominciò ch’era finita’, Galerie Klosterfelde, Berlino
‘Non ho creduto in Niente’, Galleria Franco Noero, Torino
Project Room, Galleria Franco Noero, ARCO’06, Madrid
Principali mostre collettive:
2008
‘Revolution-Forms That Turn’, 16th Sydney Biennial, curated by Carolyn Christov-
Bakargiev
‘Rumore: un buco nel silenzio’, curated by Giacinto di Pietrantonio, Spazio
Oberdan, Milano
‘The Furious Gaze/La Mirada Iracunda’, a cura di Xabier Arakistain and Maura
Reilly, Centro Cultural Montehermoso Kulturenea, Vitoria, Spagna
2007
‘Poesiezomers’, a cura di Giacinto di Pietrantonio, Watou, Belgio
‘Fatto in Svezia’. a cura di Oscar Aschan, Röda Sten, Göteborg
‘Mediterranean Dialogues’, a cura di Suzanne van Hagen,La Citadelle, St-Tropez
‘Urban Pedestals’, Nørre Volgade, Copenhagen
‘Oú? - Scènes du Sud’, curated by Françoise Cohen, Le Carré d’Art, Nîmes
‘Iscrizioni’, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene d’Alba
Opera esposta
Voce comune, 2007
Commissionato e prodotto da Frieze Foundation.
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Un boato rompe il silenzio attirando l'ignaro visitatore. L'eco di un grande evento che si è appena concluso si spande per i corridoi permeando lo spazio museale. Dalle compite platee teatrali alle fragorose ovazioni dei tifosi, l’artista ha registrato diverse manifestazioni corali di approvazione e le ha trasformate in un avviso di pubblica utilità.
Giuseppe Gabellone
Nato a Brindisi nel 1973. Vive e lavora a Milano.
Giuseppe Gabellone riproduce elementi naturali attraverso il filtro di materiali sintetici e artificiali. Ricollocati in ambienti urbani o urbanizzati e dilatati o costretti nelle dimensioni, essi acquistano una presenza scultorea, mantenendo un contatto formale congruente al modello da cui derivano.
Principali mostre personali:
2008
Domaine de Kerguehennec, Centre d’Art Contemporain, Bignan
2006
greengrassi, Londra
Galerie Emmanuel Perrotin, Parigi
Principali mostre collettive:
2006
Chers Amis, Domaine de Kerguéhennec, Bignan
Start@Hangar, Arte a Milano, a cura di Giorgio Verzotti,Hangar Bicocca, Milano
2005
La dolce crisi, Fotografia Contemporanea in Italia, a cura di Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto, VILLA MANIN, Centro Arte Contemporanea, Codroipo
Drive, Automobili nell’arte contemporanea, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
La Scultura Italiana del XX Secolo, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano
Bidibidobidiboo, 1995-2005, 10 anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a cura di Francesco Bonami,Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino e Guarene, Cavallerizza Reale, Torino
Generations of Art – 10 anni alla FAR, a cura di Giorgio Verzotti, Fondazione Antonio Ratti, Como
Opera esposta
Senza titolo, 1995
Collezione MAMbo
Un'interno urbano decadente viene animato dalla straniante presenza di sculture temporanee, prodotte unicamente per il set fotografico. Gli scatti inquadrano tre diversi punti di vista dell’installazione in cui alcune piante di Cactus in creta, i cui rimandi evocativi si collocano tra paesaggi desertici e brulle lande sconfinate, sono in netta contrapposizione con lo spazio in cui sono situate.
Luisa Lambri
Nata a Cantù, Como, nel 1969. Vive e lavora a Milano.
Luisa Lambri si prefigge di dare una lettura emotiva degli spazi attraverso la riproduzione fotografica di singoli elementi architettonici. L’indagine, che all’apparenza è di pura valenza formale, si connota per l'interpretazione del progetto nonché per l'enfasi poetica della pratica personale.
Principali mostre personali:
2008
Studio Guenzani, Milano
2007
Thomas Dane Gallery, Londra
Front Room: Luisa Lambri, Baltimore Museum of Art, Baltimora
2006
Gallery Koyanagi, Tokyo
Forum 57: Luisa Lambri and Ernesto Neto, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh
Marc Foxx, Los Angeles
Galeria Luisa Strina, San Paulo
Luhring Augustine, New York
Principali mostre collettive:
2008
Building Pictures, Museum of Contemporary Photography, Chicago, Apr. 4-May 31
Inside Architecture: Selections from the Permanent Collection, MOCA Pacific Design Center, Los Angeles
Painting the Glass House: Artists Revisit Modern Architecture, The Art + Architecture Gallery, Yale School of Architecture, New Haven; The Aldrich Contemporary Art Museum, Ridgefield
Brasil: desFocos [o olho de fora], Paço das Artes, San Paulo
Opera esposta
Senza titolo (Strathmore Apartments), 2002
Collezione MAMbo
UniCredit Group
La luce che penetra dalle aperture, finestre, infissi che siano, è il connotato inconfondibile nell’opera dell’artista. In questo caso il confronto con la sintassi architettonica chiama in causa Richard Neutra. Il particolare riproduce per sineddoche l’intento di rigore formale insito nel progetto, legandolo alla percezione di un silenzio sospeso, di un’atmosfera traspirante.
Eva Marisaldi
Nata a Bologna nel 1966. Vive e lavora a Bologna.
Eva Marisaldi conduce la sua ricerca alla scoperta degli inceppamenti nella “macchina-linguaggio”. Vede la realtà che ci circonda, gli eventi, i fenomeni, come degli ingranaggi in continuo movimento ai quali ogni tanto propone l’uscita dai soliti percorsi attraverso morbidi e delicati ostacoli.
Principali mostre personali:
2007
Services, Galleria Massimo De Carlo, Milano
40 - Eva Marisaldi, a cura di Giuliana Carbi, GC.AC - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone
Eva Marisaldi, Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Poirino
Jumps, a cura di Roberto Daolio, MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
2006
Airò Arienti Marisaldi, Galleria Massimo Minini, Brescia
Galerie Michael Zink, Monaco di Baviera
International Animation Film Festival, Annecy
Parties III, Art Positions, Art Basel | Miami Beach, Miami Beach
Principali mostre collettive:
2007
Timer 01 - Intimità/Intimacy, a cura di Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni, Triennale Bovisa, Milano
Ironia Domestica. Uno sguardo curioso tra collezioni private italiane, a cura di Letizia Ragaglia, Museion Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano
Fatto in Svezia, a cura di Oscar Aschan, Röda Sten, Göteborg
Italian Mentalscapes, a cura di Demetrio Paparoni, Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv
Opera esposta
Birthday Party, 2006
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Una festa di compleanno in miniatura. I gesti e i simboli, i colori e le icone di un evento cardine dell’infanzia collettiva vengono racchiusi in un piccolo teatro che può ripetere il suo spettacolo in continuazione senza perdere la poesia dell’istante. Il ritmo sincopato della musica è in accordo con i movimenti scanditi del braccio meccanico che esegue un copione scritto dall’artista.
Davide Minuti
Nato a Torino nel 1973. Vive e lavora a Londra.
Davide Minuti indaga gli spazi e i tempi dell’attesa, siano essi fisici o virtuali. Fa si che la processualità della produzione artistica si carichi di una forma fisica e spesso impone al visitatore un coinvolgimento diretto, esplicito o implicito, per la perfetta riuscita dell’operazione innescata.
Principali mostre personali:
2007
in/out, galleria Alfonso Artiaco, Napoli
2003
Folding, galleria Alfonso Artico, Pozzuoli, Napoli
2002
galleria Marabini, a cura di Guido Molinari, Bologna
Principali mostre collettive:
2007
Brennshluss, curata da Gyonata Bonvicini, Andreas Huber Gallery, Vienna
Clearly invisibile An (invisibile) Archive, curata da Filipa Ramos, Centro d’Arte
Santa Monica, Barcellona
2006
Dedica, a cura di Jiulia Draganovic, PAN Palazzo delle Arti, Napoli
2005
Take It Furtur!, curata da Gyonata Bonvicini, Andrew Mummery Gallery, Londra
Dojo, curata da Luca Cerizza, Ex Fabbrica Faema, Milano
Opera esposta
In/Out (AA-SELFPORTRAIT/HARD COPY), 2007
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli
Un tavolo, un piano d’appoggio che contiene un ricco repertorio di cartoline, inviti, lettere, raccomandate, timbri e francobolli. L’artista, infatti, ha raccolto la corrispondenza di una galleria d’arte ricevuta durante il periodo espositivo di una propria mostra, inserendola in un oggetto di uso comune, per rendere esplicita la potenziale dialettica tra il qui ed ora dell’opera e l’energia di un “mondo esterno”.
Luca Pancrazzi
Nato a Figline Valdarno, Firenze, nel 1961. Vive e lavora a Milano.
Luca Pancrazzi documenta gli scorci, gli elementi, i terreni urbani periferici e dimenticati privi di proprietà o di controllo pubblico. Mescolando l’idea di spostamento e di paesaggio trasporta la sua opera in una dimensione parallela, aliena e verosimile nello stesso tempo.
Principali mostre personali:
2007
1:1, II Moscow Biennale of Contemporary Art, Special Guest
2006
Luca Pancrazzi, Edicola Notte, Roma
The Every Life of a Window in Shanghai, Galeria Marta Cervera, Madrid
2005
Simmetria variata variable, Caratsch de Pury & Luxembourg, Zurigo
2004
Uno a uno, Galleria Continua, San Gimignano
Principali mostre collettive:
2007
Ouverture, Galleria Continua / Le Moulin, Boissy-le Châtel
La città che sale. We try to build the future, Arcos, Benevento; MACRO, Roma
Expérience Pommery, Domaine Pommery, Reims
Mostra Premio Agenore Fabbri 2007, Museo della Permanente, Milano
1:1, II Moscow Biennale of Contemporary Art, Special Guest
2006
One Color, Galleria Continua, Pechino
Young Italians Artists at the turn of the millennium, Galleria Continua, Pechino
I Costruttori, Centenario della CGL italiana, Reale Albergo delle Povere, Palermo
Il marmo e la celluloide, Parco e Villa della Versiliana, Marina di Pietrasanta
Metropolitanscapes. Paesaggi nell’arte contemporanea, Palazzo Cavour, Torino, Italia
Opera esposta
Aperundum, 2007
Collezione MAMbo
UniCredit Group
La sagoma, ancora riconoscibile, di uno dei più famosi e diffusi mezzi di trasporto commerciale assume una connotazione di pericolo. Il veicolo è interamente ricoperto di appuntiti e taglienti cocci di vetro che ne rendono impossibile l’utilizzo e al contempo donano alla forma semplice e minimale il fascino e la brillantezza di un gioiello incastonato di pietre preziose.
Paola Pivi
Nata a Milano nel 1971. Vive e lavora a Anchorage (AK).
Paola Pivi ha il gusto per il paradosso, che applica ad ogni tipo di linguaggio, da quello della natura a quello della pubblicità. Tende alla creazione di ossimori visivi, nati dall’accostamento di opposte categorie concettuali, che riflettono la schizofrenica complessità del mondo contemporaneo.
Principali mostre personali:
2008
It’s a Cocktail Party, Portikus, Frankfurt Am Main
2007
It Just Keeps Getting Better, Kunsthalle Basel, Basilea
You gotta be kidding me, La Criée centre d’art contemporain, Rennes
2006
Ffffffffffffffffff, Galerie Emmanuel Perrotin, Miami
No problem, have a nice day, Galerie Emmanuel Perrotin, Parigi
My Religion Is Kindness. Thank you, See You In The Future, a cura di Massimiliano Gioni, Fondazione Nicola Trussardi, Milano
Paola Pivi, Galerie Emmanuel Perrotin, Parigi
Principali mostre collettive:
2007
Où? Scenes du Sud: Espagne, Italie, Portugal, Carrè d’Art - Musée d’Art Contemporain de Nimes, Nimes
Italian Mentalscapes, a cura di Demetrio Paparoni, Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv
Hamsterwheel, Arsenale di Venezia, Venezia
Senso unico: A Show of Eight Contemporary Artists, P.S.1 Contemporary Art Center, New York
Collectors 1 - Collezione La Gaia, Cesac - Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, Caraglio
Le Printemps de Septembre , Tolosa
Opera esposta
I’m a raimbow too, 2004
Collezione MAMbo
Courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milano
Un autoritratto in veste d’arcobaleno in cui il fenomeno atmosferico più spettacolare e impalpabile viene ricostruito utilizzando i materiali sintetici tipici del mondo industriale. Nastri colorati si alternano, scanditi nella sistematica sequenza della rifrazione della luce solare, come a prendere forma concreta e peso reale.
Riccardo Previdi
Nato a Milano nel 1974. Vive e lavora a Berlino.
Riccardo Previdi innesta la sua ricerca nelle intercapedini di aree d’interesse diverse come il cinema, il design e la teoria della percezione. Sviscera i tratti salienti di queste discipline fornendo carattere di completezza alla fase progettuale e rendendo permanente il carattere di work in progress.
Principali mostre personali:
2008
PENDRE LA CREMAILLERE, Sommer & Kohl, Berlino
C Y K - BLACK TO THE FUTURE, Galerie Iris Kadel, Karlsruhe
2007
ART STATEMENTS, Art38Basel, Basilea
2006
Artists’Studio, Londra
C’ETAIT UN RENDEZ-VOUS, Francesca Minini, Milano
Principali mostre collettive:
2008
IF ON A WINTER’S NIGHT A TRAVELLER, Marta Herford
SPORGERSI PREGO, Lange & Pult, Zurigo
2007
SUPERRAPPERSWIL, AlteFabrik, Rapperswil Jona
EXTRA-ROOM, Arti et Amicitiae, Amsterdam
THE RE-CONQUEST OF SPACE, Overgaden, Copenhagen
ITALIA 1980-2006, Museo di Belle Arti, Hanoi
THE IMPORTANCE OF NOT BEING SEEN, Cafè Moskau, curato da Luca Cerizza per Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino
Opera esposta
Walking Clouds, 2007
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Lo sviluppo di un modulo geometrico, derivante dalle ricerche di Bruno Munari, formato da un triangolo e un arco di cerchio dà luogo alla rappresentazione iconica di una nuvola. La serie di elementi in cartone trafitti da tubi al neon a guisa di fulmine, rispecchiandosi nelle pareti, rendono l’impressione di uno squarcio di cielo animato in base alla visione in movimento dello spettatore.
Elisa Sighicelli
Nata a Torino nel 1968. Vive e lavora a Torino.
Elisa Sighicelli mette in scena l’epifania che deriva da una visione straniante del reale, spesso basata sul contrasto nel rapporto tra luminosità e oscurità, luce e ombra. Ne derivano video e fotografie dal carattere estatico, concentrati su di una fissità esasperata e sulla rarefazione del contenuto.
Principali mostre personali:
2008
Flinders University City Gallery, Adelaide
2007
GAM, Torino
2006
The River Suite, Gagosian Gallery, Londra
Phi, Giò Marconi, Milano
2005
Cohan and Leslie, New York
Sottovoce, Palazzo delle Papesse Centro d'Arte Contemporanea, Siena
Principali mostre collettive:
2007
Isobar, Fieldgate Gallery, Londra
Apocalittici e integrati, MAXXI, Roma
Poi piovve dentro l'alta fantasia, Museo Marino Marini, Firenze
Albedo: A New Perspective in Italian Moving Images, XII International Media Art Biennale WRO 07, Wroclaw; Teatro Junghars, Venezia and GC.AC, Monfalcone
Italy 1980-2007: Tendencies of Contemporary Research, Vietnam Museum of Fine Arts, Hanoi
Le luci dell'arte: cinque artisti illuminano la Roma sotterranea, Case Romane sotto San Paolo alla Regola
Opera esposta
Dance Bound, 2007
Collezione MAMbo
UniCredit Group
L’elegante e armoniosa danza dei cavallucci marini risulta astratta dal contesto in cui avviene, proprio perché avvolta in un buio cosmico. Il fenomeno inquadrato, ordinario e ripetitivo nella realtà, assume una forte valenza lirica: sembra orchestrato da una rigorosa coreografia, sceneggiato in un copione ed eseguito in un ambiente teatrale.
Alessandra Tesi
Nata a Bologna nel 1969. Vive e lavora a Parigi.
Alessandra Tesi è alla ricerca del margine, del limite che separa lo spazio architettonico dallo spazio vissuto. Fotografie e video di luoghi vuoti, che parlano della vita che li ha invasi attraverso i segni che essa ha lasciato, tracce indelebili dell’umanità che li permeava in un passato.
Principali mostre personali:
2004
Glass Movie, performance, Italian Academy at Columbia University, New York
2003
Borsa per Giovani Artisti Italiani, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Torino
2002
MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, Roma
Principali mostre collettive:
2006
Hyper design, VI Biennale di Shanghai, Shanghai
2005
Theorema. Une collection privée en Italie, la collection d'Enea Righi, Collection Lambert en Avignon
Fuori Tema/Italian Feeling, XIV Quadriennale di Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
Nuove Acquisizioni. Due anni di crescita della collezione, MACRO, Roma
Agua sin ti no soy, III Biennale di Valencia, Valencia
2003
Immagini del nostro tempo. Fotografie della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, IVAM, Valencia
Colors. Declinazioni della monocromia, Galleria Civica, Bolzano
Opera esposta
Todos los dias de mi vida, 2005
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Una tenda di perle fluttua nello spazio divenendo, nell'attimo in cui la proiezione impatta sulla superficie virtrea, instabile e prezioso schermo. L'installazione dialoga con l'architettura del museo mentre il video si adagia sull'inconsueto supporto. I fotogrammi densi di storie che trapelano dagli antri conventuali si susseguono intercalando tenui sfumature e vivaci dinamiche chiaroscurali.
Patrick Tuttofuoco
Nato a Milano nel 1974. Vive e lavora a Milano.
Patrick Tuttofuoco dialoga costantemente con lo spazio architettonico e urbanistico, memore della sua formazione, estrapolando emergenze strutturali e strategie progettuali. Restituisce forma concreta e dona accenti ludici alle metafore concettuali della caotica metropoli contemporanea.
Principali mostre personali:
2007
Enel Contemporanea, Roma, Piazza del Popolo
2006
Revolving Landscape, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
Chindia, Haunch of Venison, Londra
2005
The Circle, Guenzani via Melzo 5
Principali mostre collettive:
2008
Electronic Lounge, Exhibair, Aeroporto di Malpensa
2007
Il futuro del futurismo, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo
Space for your future, Recombining the DNA of Art and Design, Museum of contemporary art, Tokyo
Luce di Pietra, Villa Medici (Academy of France in Rome) e altre sedi, Roma
Apocalittici e integrati, a cura di Anna Mattirolo e Paolo Colombo, MAXXI, Roma
Ou? Scènes du sud: Espagne, Italie, Portugal, Carré d’art, Musée d’art contemporain de Nîmes, Nîmes
Opera esposta
Chinese Theatre, 2008
Collezione MAMbo
UniCredit Group
Elegante scultura ambientale e architettura componibile a cielo coperto, l’opera nasconde a prima vista la sua precipua finalità. Una sala cinematografica di proporzioni ridotte che si pone come polo funzionale per il museo, disponibile ad accogliere opere filmiche di altri artisti, ma che non dimentica il proprio valore formale. Cromatismi vintage, compenetrazioni iridescenti e riverberi dalle megalopoli fantascientifiche.
Nico Vascellari
Nato a Vittorio Veneto, Treviso, nel 1976. Vive e lavora tra Vittorio Veneto e New York.
Nico Vascellari rielabora le forme e i contenuti tipici della musica rock, hard rock e indie rock, fondendoli con i riti e le celebrazioni pagane e arcaiche al fine di dare nuova vita all’atto performativo, sempre più vicino al soddisfacimento di un bisogno primario di comunicazione.
Principali mostre personali:
2007
Monitor Gallery, Roma
2007
Untitled, a cura di M.R. Sossai ,Museo Man, Nuoro
Revenge, a cura di P. Colombo and M. Pignatti, 52a Biennale di Venezia, Venezia
Premio New York, Italian Accademy at Columbia University, New York
Untitled, Gallery ArratiaBeer, Berlino
Principali mostre collettive:
2008
Pigs of today are hams of tomorrow, a cura di M. Abramovic, Plymouth Art Center
Manifesta 7, a cura di A. Budak, Rovereto
Quadriennale, Palazzo delle Esposizioni, Roma
MySpace, PAN Museum, Napoli
Stultifera Navis, a cura di Andrea Bruciati e M. Tagliafierro, Bergamo
Netmage, a cura di Xing, Palazzo Re Enzo, Bologna
2007
Luci dell’Arte, curated by L. Pratesi, Museo Delle Mura/Case Romane, Roma
Il video d’autore made in Italy genio e sregolatezza, a cura di Xing, Filmstudio 80, Roma
As it screams just please love me, a cura di C. Riva, Formcontent, Londra
Sculptrue, a cura di G. Hudson, Pawnshop Gallery, Los Angeles
Il Velo, a cura di A. Busto, Cesac, Caraglio
Opera esposta
Nico and the Vascellari’s, 2005
Collezione MAMbo
Deposito Collezione My Private srl
L’insegna al neon è il feticcio di un’esperienza, è l’oggetto che campeggiava sullo sfondo della performance omonima. L’artista-frontman mimava le movenze di una rockstar sul palco mentre i suoi familiari reggevano un soffitto pericolante. I rapporti e i legami familiari assumevano così una valenza pubblica e venivano raccontati attraverso cliché provenienti dal mondo della musica indipendente.
Francesco Vezzoli
Nato a Brescia nel 1971. Vive e lavora a
Francesco Vezzoli fonda la pratica artistica sul contatto diretto con i suoi personali miti del cinema e dello spettacolo. L’approccio relazionale ha come scopo la realizzazione di progetti fotografici, videografici e oggettuali di carattere citazionista, in cui i personaggi famosi donano un autografo, un cameo.
Principali mostre:
2007
Francesco Vezzoli: Primadonnas, Pinakothek der Moderne, Munich
Right You Are (If You Think You Are), Solomon R. Guggenheim Museum, Performa07, New York
Francesco Vezzoli: A True Hollywood Story!, The Power Plant, Toronto
Francesco Vezzoli: Democrazy, 52° Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia, Padiglione Italiano, Venezia
Vertigo : Il secolo di arte off-media dal Futurismo al web, MAMBO Museo d’Arte Moderna di Bologna
Passage du Temps: Une sélection d’oeuvres autour de l’image, Collection François Pinault Foundation, Tripostal, Lille
Trailer for a remake of Gore Vidal’s Caligula, Museum Ludwig, Colonia
2006
2006 Taipei Biennial: Dirty Yoga, Taipei Fine Arts Museum, Taipei
Hyper Design, 6th Shanghai Biennale, Shanghai Art Museum, Shanghai
Marlene Redux: A true Hollywood story!, Tate Modern, Londra
Francesco Vezzoli, Le Consortium, Dijon
Le Paradoxe du comédien – Figures de l’acteur, Collection Lambert, Avignone
La force de l’Art, Galeries Nationales du Grand Palais, Parigi
The Bruce Nauman Trilogy, Galerie Neu, Berlino
Yes Bruce Nauman, Zwirner and Wirth, New York
The Gore Vidal Trilogy, Gagosian Gallery, Beverly Hills
Short History of Performance IV, Whitechapel Art Gallery, Londra
The 2006 Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York
Satellite of Love, Witte de With Center for Contemporary Art, Rotterdam
Opera esposta
Il ragazzo che ha freddo (Helmut Berger e Luchino Visconti), 2000-2001
Collezione MAMbo
Deposito Collezione Privata
Luchino Visconti scruta Helmut Berger come il creatore spia la sua creatura. I primissimi piani visti attraverso il taglio dell’obiettivo cinematografico compongono un’elegia del rapporto attore-regista. L’artista, impossessatosi del personaggio, ottiene l’effetto di un movimento rallentato con la sovrapposizione fotografica e stigmatizza le occhiate, gli sguardi con dei vezzosi ricami.
15
marzo 2008
Collezione. Focus on Contemporary Italian Art
15 marzo 2008
arte contemporanea
Location
MAMBO – MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Orario di apertura
martedì – domenica 10.00 - 18.00; giovedì 10.00 - 22.00; lunedì chiuso
Vernissage
15 Marzo 2008, ore 19