Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Emila Sirakova – Paper Swan
L’artista declina la proteiforme identità femminile esaltandone il fascino primordiale racchiuso in un modello archetipo ricco di complessità e sfaccettature, esulando tuttavia dall’iconografia tradizionale della femme fatale nella direzione di un tributo a quella moltitudine d’anime che alberga in ogni donna
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Emila Sirakova (Sofia, Bulgaria, 1984) declina la proteiforme identità femminile esaltandone il fascino primordiale racchiuso in un modello archetipo ricco di complessità e sfaccettature, esulando tuttavia dall’iconografia tradizionale della femme fatale nella direzione di un tributo a quella moltitudine d’anime che alberga in ogni donna.
Le opere di Emila Sirakova sono ispirate alla performance Turpiacque , curata da Nila Shabnam Bonetti – Associazione Culturale Laboratorio Alchemico (Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia - 26 Novembre 2010). Gli abiti in esposizione sono stati realizzati da Emila Sirakova e Mahboob Zavar, gli accessori da Barbara Matilde Aloisio ed Elena Salmistraro.
Des femmes (pas) fatales
di Emanuele Beluffi
Diamo l’abbrivio in medias res, anzi a bomba, coronando codesto incipit con un titolo ahimè rifiutato da Emila Sirakova. Non m’è ancora chiaro il motivo del gran rifiuto professato in fase di brain storming curatoriale, dal momento che a me invece è sembrato fin da subito piuttosto consono all’argomento trattato. E difatti, con atto d’imperio da parte di chi scrive, Des femmes (pas) fatales resuscita ora come titolo complementare della prima personale di Emila Sirakova nella metropoli meneghina. Non che Paper Swan non mi garbasse, anzi - ducetto quale io sono, non avrei mancato di esternare i miei dubbi se questa opzione mi fosse parsa men che convincente. Ma a mio modesto parere Donne (non) fatali contiene in nuce sotto forma simbolica il retroterra concettuale della produzione artistica di questa giovane disegnatrice che, lettrice dei classici, ha dalla sua anche una formazione stricto sensu umanistica.
L’arte, diversamente dall’impresa scientifica, prescinde dai fatti duri dell’esperienza – dalla “lordura dell’esperienza”, per dirla à la Immanuel Kant - e gravita nell’orbita ermeneutica delle metodologia esegetica. Insomma, nell’universo delle arti visive abbiamo interpretazioni e non fatti. Sarà un portato del pensiero debole, ma con tutto questo gran parlare di Baudrillard e compagnia brutta sfido chiunque a negare che ci si trovi quantomeno nella temperie del post-postmodernismo. Comunque, bando alle ciance, Ernst Cassirer ce l’insegna: l’arte è una forma simbolica. E, proprio perchè essa può richiamare ataviche associazioni simboliche, nel caso specifico della produzione di Emila Sirakova – quasi dimenticavo che qui di lei si parla, vedete il potere evocativo dell’arte? –, Paper Swan rievoca il potere mistagogico dell’inconscio e psicoterapeutico dell’arte. Quasi una salamandrica immaginazione alchemica. Del resto, Carl Gustav Jung non diceva forse che?:
Ogni uomo porta in sè l’immagine eterna della donna, non l’immagine di questa o quella donna in particolare, ma un’immagine femminile ben definita. Tale immagine è fondamentalmente inconscia, fattore ereditario di origine primordiale, scolpita nell’organismo vivente dell’uomo, un “marchio” o”archetipo” di tutte le esperienze ancestrali della donna, per così dire il sedimento di tutte le impressioni prodotte dalla donna nel corso del tempo. 1
1. Carl Gustav Jung, Marriage as Psychological Relationship, 1925, CW XXVII: Development of Personality, The Collected Works of C.G. Jung, Princeton University Press
(Dal testo di Emanuele Beluffi)
Le opere di Emila Sirakova sono ispirate alla performance Turpiacque , curata da Nila Shabnam Bonetti – Associazione Culturale Laboratorio Alchemico (Milano, Museo della Scienza e della Tecnologia - 26 Novembre 2010). Gli abiti in esposizione sono stati realizzati da Emila Sirakova e Mahboob Zavar, gli accessori da Barbara Matilde Aloisio ed Elena Salmistraro.
Des femmes (pas) fatales
di Emanuele Beluffi
Diamo l’abbrivio in medias res, anzi a bomba, coronando codesto incipit con un titolo ahimè rifiutato da Emila Sirakova. Non m’è ancora chiaro il motivo del gran rifiuto professato in fase di brain storming curatoriale, dal momento che a me invece è sembrato fin da subito piuttosto consono all’argomento trattato. E difatti, con atto d’imperio da parte di chi scrive, Des femmes (pas) fatales resuscita ora come titolo complementare della prima personale di Emila Sirakova nella metropoli meneghina. Non che Paper Swan non mi garbasse, anzi - ducetto quale io sono, non avrei mancato di esternare i miei dubbi se questa opzione mi fosse parsa men che convincente. Ma a mio modesto parere Donne (non) fatali contiene in nuce sotto forma simbolica il retroterra concettuale della produzione artistica di questa giovane disegnatrice che, lettrice dei classici, ha dalla sua anche una formazione stricto sensu umanistica.
L’arte, diversamente dall’impresa scientifica, prescinde dai fatti duri dell’esperienza – dalla “lordura dell’esperienza”, per dirla à la Immanuel Kant - e gravita nell’orbita ermeneutica delle metodologia esegetica. Insomma, nell’universo delle arti visive abbiamo interpretazioni e non fatti. Sarà un portato del pensiero debole, ma con tutto questo gran parlare di Baudrillard e compagnia brutta sfido chiunque a negare che ci si trovi quantomeno nella temperie del post-postmodernismo. Comunque, bando alle ciance, Ernst Cassirer ce l’insegna: l’arte è una forma simbolica. E, proprio perchè essa può richiamare ataviche associazioni simboliche, nel caso specifico della produzione di Emila Sirakova – quasi dimenticavo che qui di lei si parla, vedete il potere evocativo dell’arte? –, Paper Swan rievoca il potere mistagogico dell’inconscio e psicoterapeutico dell’arte. Quasi una salamandrica immaginazione alchemica. Del resto, Carl Gustav Jung non diceva forse che?:
Ogni uomo porta in sè l’immagine eterna della donna, non l’immagine di questa o quella donna in particolare, ma un’immagine femminile ben definita. Tale immagine è fondamentalmente inconscia, fattore ereditario di origine primordiale, scolpita nell’organismo vivente dell’uomo, un “marchio” o”archetipo” di tutte le esperienze ancestrali della donna, per così dire il sedimento di tutte le impressioni prodotte dalla donna nel corso del tempo. 1
1. Carl Gustav Jung, Marriage as Psychological Relationship, 1925, CW XXVII: Development of Personality, The Collected Works of C.G. Jung, Princeton University Press
(Dal testo di Emanuele Beluffi)
25
maggio 2011
Emila Sirakova – Paper Swan
Dal 25 maggio al 15 giugno 2011
disegno e grafica
Location
DEODATO ARTE
Milano, Via Carlo Pisacane, 36, (Milano)
Milano, Via Carlo Pisacane, 36, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdi dalle 9 alle 18; sabato su appuntamento
Vernissage
25 Maggio 2011, ore 18.30
Autore