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Francesco Clemente – 1974-2004. Naufragio con spettatore
110 opere che percorrono il viaggio artistico di Clemente dal ’74 al 2004, una sezione inedita di 10 ‘mappe’ datate 2009, 21 disegni originali delle illustrazioni del racconto inedito di Salman Rushdie, pubblicato in esclusiva per il Madre e allegato al catalogo Electa
Comunicato stampa
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Dopo la mostra del 2003 al Museo Nazionale di Napoli, apre al MADRE l’antologica dedicata a Francesco Clemente. Un felice ritorno dell’artista nella sua città natale e anche nel museo in cui ha lavorato per 4 mesi nel 2005 ad un affresco, articolato in due sale, di proporzioni monumentali e a un pavimento in ceramica che ripercorre con la memoria dell’infanzia i luoghi e simboli antichi di Napoli.
A differenza di quanto sostenuto con la retrospettiva del 1999 al Guggenheim di New York, questa mostra indaga fino a che punto la cultura italiana, e in particolare quella partenopea, hanno costantemente, se pur tortuosamente, nutrito l’arte di Francesco Clemente. Per più di trent’anni Clemente ha continuato a “salpare” dal suo luogo natale (verso Roma, l’India, gli Stati Uniti) per poter poi lentamente intrecciare percorsi che lo riconducessero sempre a casa. Infatti è la storia di Napoli e dell’Italia, paese che l’artista costantemente si è lasciato alle spalle, il vero motore che le sue opere sottendono.
Allo scopo di rendere visibile una tale ampia mappa di viaggi geografici e mentali – che Clemente ha rivelato dopo aver navigato con tanti andirivieni per tanti anni – questa mostra sarà organizzata in otto sezioni che copriranno la produzione dell’artista dal 1974 al 2004.
Protagonista sin dalla fine degli anni Settanta della Transavangurdia (movimento teorizzato da Achille Bonito Oliva) , Francesco Clemente ha poi maturato un profilo artistico sempre più solitario e innovativo che ne ha accresciuto la fama a livello internazionale.
Navigando sulla superficie senza tracciati del mare, chiuso nella nave della sua opera, al sicuro, Clemente cominciò a poco a poco a sbirciare in direzione di una ricerca che sarebbe diventata centrale per la sua estetica: la riconciliazione tra eredità greco – romana antica e una percezione contemporanea del mondo.
La sua è una riflessione continua e tormentata sulla forma e sostanza delle cose, sull’arbitrarietà della percezione ordinaria. Il monologo interiore di Clemente è imbevuto di continui riferimenti alla filosofia antica, alla simbologia, alle mitologia ma anche alla pratica religiosa, e si esprime figurativamente con immagini arcane, forme ambivalenti, autoritratti deformati. Varia è anche la sperimentazione tecnica – stilistica che va dall’olio all’acquerello, dall’affresco, al mosaico.
A differenza di quanto sostenuto con la retrospettiva del 1999 al Guggenheim di New York, questa mostra indaga fino a che punto la cultura italiana, e in particolare quella partenopea, hanno costantemente, se pur tortuosamente, nutrito l’arte di Francesco Clemente. Per più di trent’anni Clemente ha continuato a “salpare” dal suo luogo natale (verso Roma, l’India, gli Stati Uniti) per poter poi lentamente intrecciare percorsi che lo riconducessero sempre a casa. Infatti è la storia di Napoli e dell’Italia, paese che l’artista costantemente si è lasciato alle spalle, il vero motore che le sue opere sottendono.
Allo scopo di rendere visibile una tale ampia mappa di viaggi geografici e mentali – che Clemente ha rivelato dopo aver navigato con tanti andirivieni per tanti anni – questa mostra sarà organizzata in otto sezioni che copriranno la produzione dell’artista dal 1974 al 2004.
Protagonista sin dalla fine degli anni Settanta della Transavangurdia (movimento teorizzato da Achille Bonito Oliva) , Francesco Clemente ha poi maturato un profilo artistico sempre più solitario e innovativo che ne ha accresciuto la fama a livello internazionale.
Navigando sulla superficie senza tracciati del mare, chiuso nella nave della sua opera, al sicuro, Clemente cominciò a poco a poco a sbirciare in direzione di una ricerca che sarebbe diventata centrale per la sua estetica: la riconciliazione tra eredità greco – romana antica e una percezione contemporanea del mondo.
La sua è una riflessione continua e tormentata sulla forma e sostanza delle cose, sull’arbitrarietà della percezione ordinaria. Il monologo interiore di Clemente è imbevuto di continui riferimenti alla filosofia antica, alla simbologia, alle mitologia ma anche alla pratica religiosa, e si esprime figurativamente con immagini arcane, forme ambivalenti, autoritratti deformati. Varia è anche la sperimentazione tecnica – stilistica che va dall’olio all’acquerello, dall’affresco, al mosaico.
29
maggio 2009
Francesco Clemente – 1974-2004. Naufragio con spettatore
Dal 29 maggio al 12 ottobre 2009
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
MADRE – MUSEO D’ARTE DONNA REGINA
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Biglietti
Intero: euro 7.00
Ridotto: euro 3.50
Gratuito tutti i lunedì Audioguide euro 4.00
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 21.00
sabato e domenica ore 10.00 – 24.00
Giorno di chiusura: martedì
Vernissage
29 Maggio 2009, ore 19
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
ELECTA NAPOLI
Autore
Curatore