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Kazimir Malevic – Oltre la figurazione, oltre l’astrazione
L’attuale Mostra romana è in grado così di presentare una retrospettiva completa dell’opera di Malevic
Comunicato stampa
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La Mostra su Kazimir Malevic nata da una collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, ed il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, si terrà presso il Museo del Corso della Fondazione dal 23 aprile al 17 di luglio. L’esposizione, realizzata e prodotta da ArtificioSkira, rappresenta un evento culturale tra i più significativi di questa stagione, sia a livello nazionale che internazionale.
Un Comitato scientifico internazionale, mai raccolto prima, costituito dai maggiori studiosi e filosofi dell'arte dell'avanguardia russa, da Joyn Bowlt a Jean Claude Marcadé, da Nicoletta Misler a Josef Kiblitsky, da Eugenia Petrova allo stesso Claudio Strinati soprintendente del Polo Museale Romano, ha analizzato la figura del più grande, del più profetico artista dell'avanguardia russa con l'intento di dare della sua opera una lettura finalmente definitiva.
Benché il personaggio di Malevic fosse ben conosciuto e quasi mitizzato dagli artisti delle avanguardie europee del ‘900 - il suo celeberrimo Quadrato nero (presente in Mostra) venne definito l'icona del XX secolo - la sua opera rimase però del tutto sconosciuta al grande pubblico fino alla fine degli anni 50. Di lui si conosceva bene il ruolo avuto nell'ideazione del movimento di avanguardia del Suprematismo- che lo aveva portato al famoso scontro con Chagall, quando insieme lavoravano a Vitebsk come commissari della nuova arte russa, conclusosi poi con la vittoria di Malevic e la definitiva partenza di Chagall per l'esilio. Di lui si conoscevano anche le rivoluzionarie teorie sulla pittura contenute nel libro Il mondo come non-oggettività pubblicato dal Bauhaus.
Le opere invece, che egli aveva esposto in una importante esposizione nel 1927 a Berlino - da cui partì precipitosamente in seguito a una misteriosa lettera che lo aveva richiamato in Russia - rimasero nascoste fino a quando, negli anni 50, vennero acquistate dallo Stedelijk Museum di Amsterdam e mostrate al mondo in una storica mostra che, nel '59, toccò anche Roma, presentata dal grande storico e critico d'arte Giovanni Carandente.
Ma del resto della sua opera, rimasta in Russia, nulla si seppe più fino agli inizi degli anni 90, dopo il disgelo con i Paesi sovietici.
Tutte le opere russe di Malevic vennero conferite al Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, il secondo Museo della Russia, e sono ora presentate al Museo del Corso in una selezione operata dalla direttrice del Museo, Eugenia Petrova, a ideale completamento dell'esposizione del '59.
L'attuale Mostra romana è in grado così di presentare una retrospettiva completa dell'opera di Malevic, dai primi quadri simbolisti in cui l'artista, già attento ai temi simbolici che costituiranno la cifra principale della sua opera, subisce l'influsso delle opere postimpressioniste viste a casa dei grandi collezionisti russi Sciukin e Morozov, alle opere cubofuturiste direttamente connesse all'incontro in Russia con il pittore futurista italiano Marinetti, ai grandi quadri astratti del Suprematismo e al famosissimo trittico del Quadrato nero, della Croce nera, del Cerchio nero.
Il pubblico potrà così seguire come Malevic superi nella sua opera la questione della figurazione tradizionale in pittura per inventare una nuova, completa, totale, forma di astrazione.
Negli anni successivi al suo rientro in Russia però, l'artista, ormai riconosciuto a furor di popolo come il vate della nuova pittura (al punto che i suoi adepti si facevano cucire un quadrato nero sulla manica) e quindi divenuto quasi intoccabile per un regime cui peraltro era stato sempre inviso, cominciò ad analizzare nuovamente il tema della figurazione attraverso quella che lui definirà "la nuova ottica suprematista". Egli costruì così un suo itinerario nella storia della pittura, dal periodo impressionista, a quello fauve riutilizzando vecchie opere non partite per Berlino o ridatando opere dipinte successivamente in una sorta di autobiografia pittorica rivista con occhi nuovi "dopo l'astrazione".
Infine egli lavorò alla realizzazione di ritratti, non più puramente astratti ma nemmeno semplicemente figurativi, inventando quelle famosissime silhouette di manichini dipinti nei colori suprematisti che lo renderanno così famoso anche al grande pubblico.
La Mostra presenta un'amplissima selezione di opere di questo periodo, di cui alcune non sono mai uscite precedentemente dal Museo Russo. Per terminare infine con i celeberrimi e raramente visti ritratti neo-rinascimentali, in cui Malevic raffigura se stesso, sua moglie e sua figlia, e di cui Claudio Strinati ci darà in catalogo una lettura critica brillante e significativa.
Infine, per documentare nel modo più completo l'attività di Malevic anche come architetto e designer, verranno presentati due dei suoi famosissimi Architekton, oltre alle uniche copie esistenti al mondo dei suoi oggetti di porcellana.
Il video dell'opera suprematista 'La vittoria sul sole' realizzato dall'Università di Los Angeles, alcuni costumi disegnati per essa da Malevic, la maschera funeraria che, come i grandi dell'umanità, venne ricalcata sul viso di Malevic subito dopo il suo decesso, e, infine un breve testo e la documentazione fotografica realizzati da Ettore Sottsass che descrive la sua riscoperta attuale della tomba - con quadrato nero - di Malevic, concluderanno questa Mostra che si presenta come un evento internazionale dotato di tutti i caratteri dell' eccezionalità.
I temi simbolici così forti e così significativi per Malevic verranno infine ripresi, in modo del tutto originale nel progetto dell’allestimento firmato dall’architetto professor David Palterer e perfino nel formato del catalogo, quadrato con quadrato nero, a sottolineare l’importanza simbolica di quella che fu definita, e tuttora permane, l’icona del XX secolo.
Un Comitato scientifico internazionale, mai raccolto prima, costituito dai maggiori studiosi e filosofi dell'arte dell'avanguardia russa, da Joyn Bowlt a Jean Claude Marcadé, da Nicoletta Misler a Josef Kiblitsky, da Eugenia Petrova allo stesso Claudio Strinati soprintendente del Polo Museale Romano, ha analizzato la figura del più grande, del più profetico artista dell'avanguardia russa con l'intento di dare della sua opera una lettura finalmente definitiva.
Benché il personaggio di Malevic fosse ben conosciuto e quasi mitizzato dagli artisti delle avanguardie europee del ‘900 - il suo celeberrimo Quadrato nero (presente in Mostra) venne definito l'icona del XX secolo - la sua opera rimase però del tutto sconosciuta al grande pubblico fino alla fine degli anni 50. Di lui si conosceva bene il ruolo avuto nell'ideazione del movimento di avanguardia del Suprematismo- che lo aveva portato al famoso scontro con Chagall, quando insieme lavoravano a Vitebsk come commissari della nuova arte russa, conclusosi poi con la vittoria di Malevic e la definitiva partenza di Chagall per l'esilio. Di lui si conoscevano anche le rivoluzionarie teorie sulla pittura contenute nel libro Il mondo come non-oggettività pubblicato dal Bauhaus.
Le opere invece, che egli aveva esposto in una importante esposizione nel 1927 a Berlino - da cui partì precipitosamente in seguito a una misteriosa lettera che lo aveva richiamato in Russia - rimasero nascoste fino a quando, negli anni 50, vennero acquistate dallo Stedelijk Museum di Amsterdam e mostrate al mondo in una storica mostra che, nel '59, toccò anche Roma, presentata dal grande storico e critico d'arte Giovanni Carandente.
Ma del resto della sua opera, rimasta in Russia, nulla si seppe più fino agli inizi degli anni 90, dopo il disgelo con i Paesi sovietici.
Tutte le opere russe di Malevic vennero conferite al Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, il secondo Museo della Russia, e sono ora presentate al Museo del Corso in una selezione operata dalla direttrice del Museo, Eugenia Petrova, a ideale completamento dell'esposizione del '59.
L'attuale Mostra romana è in grado così di presentare una retrospettiva completa dell'opera di Malevic, dai primi quadri simbolisti in cui l'artista, già attento ai temi simbolici che costituiranno la cifra principale della sua opera, subisce l'influsso delle opere postimpressioniste viste a casa dei grandi collezionisti russi Sciukin e Morozov, alle opere cubofuturiste direttamente connesse all'incontro in Russia con il pittore futurista italiano Marinetti, ai grandi quadri astratti del Suprematismo e al famosissimo trittico del Quadrato nero, della Croce nera, del Cerchio nero.
Il pubblico potrà così seguire come Malevic superi nella sua opera la questione della figurazione tradizionale in pittura per inventare una nuova, completa, totale, forma di astrazione.
Negli anni successivi al suo rientro in Russia però, l'artista, ormai riconosciuto a furor di popolo come il vate della nuova pittura (al punto che i suoi adepti si facevano cucire un quadrato nero sulla manica) e quindi divenuto quasi intoccabile per un regime cui peraltro era stato sempre inviso, cominciò ad analizzare nuovamente il tema della figurazione attraverso quella che lui definirà "la nuova ottica suprematista". Egli costruì così un suo itinerario nella storia della pittura, dal periodo impressionista, a quello fauve riutilizzando vecchie opere non partite per Berlino o ridatando opere dipinte successivamente in una sorta di autobiografia pittorica rivista con occhi nuovi "dopo l'astrazione".
Infine egli lavorò alla realizzazione di ritratti, non più puramente astratti ma nemmeno semplicemente figurativi, inventando quelle famosissime silhouette di manichini dipinti nei colori suprematisti che lo renderanno così famoso anche al grande pubblico.
La Mostra presenta un'amplissima selezione di opere di questo periodo, di cui alcune non sono mai uscite precedentemente dal Museo Russo. Per terminare infine con i celeberrimi e raramente visti ritratti neo-rinascimentali, in cui Malevic raffigura se stesso, sua moglie e sua figlia, e di cui Claudio Strinati ci darà in catalogo una lettura critica brillante e significativa.
Infine, per documentare nel modo più completo l'attività di Malevic anche come architetto e designer, verranno presentati due dei suoi famosissimi Architekton, oltre alle uniche copie esistenti al mondo dei suoi oggetti di porcellana.
Il video dell'opera suprematista 'La vittoria sul sole' realizzato dall'Università di Los Angeles, alcuni costumi disegnati per essa da Malevic, la maschera funeraria che, come i grandi dell'umanità, venne ricalcata sul viso di Malevic subito dopo il suo decesso, e, infine un breve testo e la documentazione fotografica realizzati da Ettore Sottsass che descrive la sua riscoperta attuale della tomba - con quadrato nero - di Malevic, concluderanno questa Mostra che si presenta come un evento internazionale dotato di tutti i caratteri dell' eccezionalità.
I temi simbolici così forti e così significativi per Malevic verranno infine ripresi, in modo del tutto originale nel progetto dell’allestimento firmato dall’architetto professor David Palterer e perfino nel formato del catalogo, quadrato con quadrato nero, a sottolineare l’importanza simbolica di quella che fu definita, e tuttora permane, l’icona del XX secolo.
22
aprile 2005
Kazimir Malevic – Oltre la figurazione, oltre l’astrazione
Dal 22 aprile al 17 luglio 2005
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE ROMA MUSEO – PALAZZO CIPOLLA
Roma, Via Del Corso, 320, (Roma)
Roma, Via Del Corso, 320, (Roma)
Biglietti
Intero: € 7,50;
Ridotto: € 5 (giovani fino a 26 anni; adulti oltre i 65 anni; gruppi con prenotazione obbligatoria (minimo 15 – massimo 25 persone); gruppi convenzionati; forze dell’ordine e militari con tessera di riconoscimento; studenti e docenti delle Facoltà di Architettura e di Lettere (indirizzo Storia dell’arte), previa presentazione del libretto in corso di validità; dipendenti MiBAC – Ministero per i Beni e attività culturali).
Scuole € 3,50 (min 15 – max 25);
L’ingresso è gratui
Orario di apertura
tutti i giorni 10 – 20 (lunedì chiuso)
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
STUDIO BEGNINI
Autore