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L’eredita’ di Luigi Einaudi
Opere d’arte, fotografie, testimonianze inedite e oggetti quotidiani, provenienti dagli archivi dello Stato, dalla Presidenza della Repubblica, dalla Banca d’Italia, dalla Camera dei Deputati, dalla Fondazione Corriere della Sera, dalle Fondazioni intitolate a Luigi Einaudi, dalla famiglia Einaudi e da collezioni private, documentano le fasi della vita di quest’intellettuale e statista di alto rigore morale e forte impegno civile. Le opere in mostra, oltre a far luce sulla figura di Einaudi, concorrono alla ricostruzione della memoria storica dell’Italia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 12 febbraio 2009 alle ore 18.00 alla presenza delle più alte Autorità
cittadine, provinciali e regionali si inaugurerà a Torino, all'Archivio di Stato, la
mostra "L'eredità di Luigi Einaudi: la nascita dell'Italia repubblicana e la
costruzione dell'Europa" che rimarrà aperta dal 13 febbraio al 26 aprile 2009.
L'esposizione è stata promossa dalle due Fondazioni, di Torino e di Roma,
intitolate a Luigi Einaudi. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha
voluto accogliere la mostra nel Palazzo del Quirinale in occasione del
sessantesimo anniversario dell'elezione di Luigi Einaudi nel maggio del 2008.
Realizzata in collaborazione con la Presidenza della Repubblica e la Banca
d'Italia, l'esposizione si avvale dei patrocini del Senato della Repubblica, della
Camera dei deputati, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Comune
di Torino.
L'edizione torinese della mostra deve la sua realizzazione in particolar modo al
contributo di Camera di Commercio di Torino, Compagnia di San Paolo e Intesa
Sanpaolo e la collaborazione tecnica de La Stampa. L'esposizione è stata resa
possibile anche grazie al supporto di Assicurazioni Generali, Associazione
Bancaria Italiana, Camera di Commercio di Roma, Camera di Commercio di
Milano, Fondazione Cariplo, San Giacomo Charitable Foundation e Unioncamere,
e alla collaborazione tecnica della Fondazione Corriere della Sera, dell'Istituto
Luce e di The Family Events.
Curata da Roberto Einaudi, la mostra ripropone la figura di Luigi Einaudi:
economista liberale, professore all'Università di Torino e all'Università Bocconi
di Milano, viticoltore nel suo podere a Dogliani, raffinato collezionista di libri rari,
giornalista de "La Stampa", "Corriere della Sera" e "The Economist", direttore di
riviste scientifiche come la "Riforma Sociale" e la "Rivista di storia economica",
Governatore della Banca d'Italia dal 1945 al 1948, Presidente della Repubblica
dal 1948 al 1955.
Come ha sottolineato il curatore, "Luigi Einaudi ritorna a Torino, in quel Piemonte
che è stato l'ispirazione alla sua azione di studioso, di intellettuale, di uomo di
Stato. Ritorna all'Archivio di Stato a piazza Castello dove all'inizio del Novecento
consultò quasi giornalmente gli archivi per le sue ricerche sullo Stato sabaudo.
Torna nella Torino che dovette abbandonare in quel lontano 1943, quando le SS
naziste e i fascisti lo aspettavano al rettorato dell'Università di Torino per
arrestarlo. Dal suo esilio svizzero andò direttamente a Roma dove gli fu affidata
la carica di Governatore della Banca d'Italia, in un paese ancora in guerra, diviso
in due. Quando finalmente poté ritornare alla Università di Torino in un'Italia
unita, iniziò la sua prima lezione con la frase: "Come stavo dicendo…". Tornò
simbolicamente nella capitale piemontese nel 1964, tre anni dopo la sua morte,
quando fu istituita la Fondazione Luigi Einaudi di Torino per raccogliere,
ordinare, incrementare e mettere a disposizione di un ampio pubblico la sua
importante biblioteca e il suo prezioso archivio. Torna oggi a Torino con la
mostra L'eredità di Luigi Einaudi: la nascita dell'Italia repubblicana e la
costruzione dell'Europa, proposta al grande pubblico piemontese".
Opere d'arte, fotografie, testimonianze inedite e oggetti quotidiani, provenienti
dagli archivi dello Stato, dalla Presidenza della Repubblica, dalla Banca d'Italia,
dalla Camera dei Deputati, dalla Fondazione Corriere della Sera, dalle
Fondazioni intitolate a Luigi Einaudi, dalla famiglia Einaudi e da collezioni
private, documentano le fasi della vita di quest'intellettuale e statista di alto
rigore morale e forte impegno civile. Le opere in mostra, oltre a far luce sulla
figura di Einaudi, concorrono alla ricostruzione della memoria storica dell'Italia.
Vengono ricostruiti nella mostra i tre studi di Luigi Einaudi: lo studio alla Banca
d'Italia, dove progettò la stabilizzazione della lira; lo studio al Quirinale, da dove
garantì la ripresa della vita democratica dell'Italia repubblicana; lo studio-scala
di San Giacomo, prediletto luogo di appartata riflessione.
All'interno degli ambienti evocati o ricostruiti troveranno posto i documenti, gli
oggetti, i quadri, gli arredi, i dipinti e le sculture originali.
Il percorso della mostra si articola in più sezioni affidate a studiosi coordinati da
Pierluigi Ciocca: dall'infanzia alla prima guerra mondiale, agli anni oscuri del
fascismo e della guerra, alle proposte einaudiane per l'Europa, alla Consulta e
alla Costituente, dove nacquero le nuove istituzioni democratiche, alla
ricostruzione economica come Governatore della Banca d'Italia e Ministro del
Bilancio, fino alla Presidenza della Repubblica.
SEZIONI:
1. "Gli anni formativi e prima maturità (1874 - 1914)", a cura di Roberto
Marchionatti
Questa sezione descrive gli anni dell'infanzia e della formazione culturale di
Einaudi in Piemonte, dedicando particolare attenzione alla sua formazione
universitaria, sotto la guida del professor Cognetti de Martiis nel suo Laboratorio
di economia politica, e alla sua vita privata di marito e padre. Largo spazio è
dedicato alla sua iniziale simpatia per il movimento operaio, alla direzione della
rivista "Riforma Sociale", alla sua carriera di giornalista prima a "La Stampa" poi
al "Corriere della Sera" e, dal 1909, al "The Economist" come corrispondente per
l'Italia.
2."Dalla Grande Guerra al fascismo regime (1914-1926)", a cura di Paolo
Silvestri
Allo scoppio della prima guerra mondiale Einaudi è schierato con l'Intesa.
Senatore del Regno (1919) e Direttore dell'Istituto di Economia Politica alla
Bocconi di Milano (1920), vide nel "Biennio Rosso"(1919-1920) la crisi sociale e
politica profonda che porterà al Fascismo come mezzo per il ripristino dell'ordine
pubblico. Ben presto deluso, il 1° maggio del 1925 firma il Manifesto degli
intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce. Il 28 novembre del 1925 si
dimette dal "Corriere della Sera", nel 1926 viene estromesso, per ragioni
politiche, dall'insegnamento all'Università "Bocconi" e al Politecnico di Torino.
3."Dagli anni del raccoglimento all'esilio svizzero (1926-1944)", a cura di
Riccardo Faucci
In questi anni Einaudi è perseguitato dal regime fascista, partecipa poco alla vita
politica e suo malgrado a quella universitaria, conservando solo la cattedra
presso l'Università di Torino. Tutti e tre i suoi figli hanno problemi col regime.
Luigi cerca di condurre un'esistenza normale, frequentando allievi ed amici e
dedicandosi alle riviste di economia che dirigeva. Scrive sui grandi economisti
nazionali e internazionali. Nel 1943 è costretto alla fuga attraverso le Alpi per
arrivare in Svizzera, dove vivrà in esilio per circa un anno.
4a."Luigi Einaudi e L'Europa", a cura di Umberto Morelli
Questa sezione mostra la modernità del pensiero di Einaudi, che già nel 1897, a
soli ventitre anni, aveva intuito la necessità di dar vita agli "Stati Uniti d'Europa".
Einaudi è annoverato tra i maestri del pensiero federalista del Novecento.
Scrisse pagine fondamentali su temi quali la distinzione tra federazione e
confederazione, la crisi dello Stato sovrano, l'origine della guerra,
l'organizzazione dello Stato federale, la necessità della Federazione europea.
4b. "Luigi Einaudi, dall'Europa ai mercati globali", a cura di Francesco Forte
Questa sezione prende le mosse da due saggi - Per una federazione economica
europea e I problemi economici della federazione europea - fondamentali per lo
sviluppo dell'analisi che Einaudi pone alla base di una Unione europea di natura
federale, aperta ad ulteriori sviluppi e operante in tendenziale regime di libero
scambio, in una economia che, con un termine ora in uso, possiamo definire di
mercati globali.
5. "Consulta e Costituente 1945 - 1948", a cura di Valerio Zanone, Christian
Blasberg
L'attività parlamentare di Einaudi alla Consulta e nella Costituente accompagna
la transizione dalla monarchia, di cui nella campagna elettorale del 1946 Einaudi
era sostenitore per tradizione subalpina e per motivazioni di equilibrio
costituzionale, all'esordio della Repubblica. Come tenne a ricordare dopo
l'elezione al Quirinale, Einaudi diede con decine di interventi alla Costituente
"qualcosa di più di una leale adesione".
6." Governatore della Banca d'Italia e Ministro del Bilancio 1945 - 1948",a cura di
Massimo Omiccioli
Quando Einaudi si insedia nella Banca d'Italia come Governatore, agli inizi del
1945, l'Italia è ancora "tagliata in due": fra le province liberate del Sud e quelle
del Nord, sotto l'occupazione nazista. Il ripristino della sovranità monetaria, la
ricostruzione economica del Paese, la stabilizzazione della lira e il
reinserimento dell'economia italiana nel nuovo contesto mondiale: furono,
queste, le grandi questioni che Einaudi dovette affrontare alla guida della Banca
d'Italia e, nel 1947, quale Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Bilancio nel
quarto Governo De Gasperi.
7. "La Presidenza della Repubblica 1948 - 1955", a cura di Paolo Soddu
La sezione centrale della mostra è dedicata ai sette anni della sua Presidenza
della Repubblica, dopo l'elezione avvenuta l'11 maggio 1948 (al quarto scrutinio
con 518 voti su 872). Come Presidente, Einaudi rappresenta l'unità del paese,
risorto dalla guerra, afferma il nuovo stile repubblicano, difendendo le
prerogative di nomina dei senatori a vita e di verifica delle leggi.
8. "San Giacomo e le terre di origine 1897 - 1961", a cura di Roberto Einaudi
Il podere di San Giacomo in Dogliani, acquistato a soli ventitre anni,
indebitandosi, è il luogo più amato da Luigi Einaudi. Vi ritornò sempre, per curare
i suoi vigneti e la sua grande biblioteca, arrivata nel tempo a 70.000 volumi.
La mostra è arricchita da un documentario di Luca Einaudi e Nicoletta Leggeri, in
collaborazione con l'Istituto Luce, sulla vita del Presidente. Il film ricostruisce,
attraverso fotografie e riprese originali, gli anni formativi e la prima maturità di
Luigi Einaudi, la sua esperienza durante la dittatura fascista e l'esilio svizzero,
la stagione della Consulta e della Costituente, soffermandosi sulla carriera di
Governatore della Banca d'Italia, Ministro del Bilancio e Presidente della
Repubblica.
In occasione della mostra il 16 e il 17 aprile sarà organizzato un convegno dal
titolo "Luigi Einaudi nella cultura, nella società e nella politica del Novecento" a
cui parteciperanno importanti studiosi come Giandomenica Becchio, Eugenio
Biagini, Giulia Bianchi, Giovanni Busino, Marcello De Cecco, Luigi R. Einaudi,
Riccardo Faucci, Stefano Fenoaltea, Francesco Forte, Giuseppe Galasso, Alberto
Giordano, Roberto Marchionatti, Giorgio Monasterolo, Umberto Morelli, Massimo
Salvadori, Paolo Silvestri,
Paolo Soddu e Valerio Zanone.
cittadine, provinciali e regionali si inaugurerà a Torino, all'Archivio di Stato, la
mostra "L'eredità di Luigi Einaudi: la nascita dell'Italia repubblicana e la
costruzione dell'Europa" che rimarrà aperta dal 13 febbraio al 26 aprile 2009.
L'esposizione è stata promossa dalle due Fondazioni, di Torino e di Roma,
intitolate a Luigi Einaudi. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha
voluto accogliere la mostra nel Palazzo del Quirinale in occasione del
sessantesimo anniversario dell'elezione di Luigi Einaudi nel maggio del 2008.
Realizzata in collaborazione con la Presidenza della Repubblica e la Banca
d'Italia, l'esposizione si avvale dei patrocini del Senato della Repubblica, della
Camera dei deputati, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Comune
di Torino.
L'edizione torinese della mostra deve la sua realizzazione in particolar modo al
contributo di Camera di Commercio di Torino, Compagnia di San Paolo e Intesa
Sanpaolo e la collaborazione tecnica de La Stampa. L'esposizione è stata resa
possibile anche grazie al supporto di Assicurazioni Generali, Associazione
Bancaria Italiana, Camera di Commercio di Roma, Camera di Commercio di
Milano, Fondazione Cariplo, San Giacomo Charitable Foundation e Unioncamere,
e alla collaborazione tecnica della Fondazione Corriere della Sera, dell'Istituto
Luce e di The Family Events.
Curata da Roberto Einaudi, la mostra ripropone la figura di Luigi Einaudi:
economista liberale, professore all'Università di Torino e all'Università Bocconi
di Milano, viticoltore nel suo podere a Dogliani, raffinato collezionista di libri rari,
giornalista de "La Stampa", "Corriere della Sera" e "The Economist", direttore di
riviste scientifiche come la "Riforma Sociale" e la "Rivista di storia economica",
Governatore della Banca d'Italia dal 1945 al 1948, Presidente della Repubblica
dal 1948 al 1955.
Come ha sottolineato il curatore, "Luigi Einaudi ritorna a Torino, in quel Piemonte
che è stato l'ispirazione alla sua azione di studioso, di intellettuale, di uomo di
Stato. Ritorna all'Archivio di Stato a piazza Castello dove all'inizio del Novecento
consultò quasi giornalmente gli archivi per le sue ricerche sullo Stato sabaudo.
Torna nella Torino che dovette abbandonare in quel lontano 1943, quando le SS
naziste e i fascisti lo aspettavano al rettorato dell'Università di Torino per
arrestarlo. Dal suo esilio svizzero andò direttamente a Roma dove gli fu affidata
la carica di Governatore della Banca d'Italia, in un paese ancora in guerra, diviso
in due. Quando finalmente poté ritornare alla Università di Torino in un'Italia
unita, iniziò la sua prima lezione con la frase: "Come stavo dicendo…". Tornò
simbolicamente nella capitale piemontese nel 1964, tre anni dopo la sua morte,
quando fu istituita la Fondazione Luigi Einaudi di Torino per raccogliere,
ordinare, incrementare e mettere a disposizione di un ampio pubblico la sua
importante biblioteca e il suo prezioso archivio. Torna oggi a Torino con la
mostra L'eredità di Luigi Einaudi: la nascita dell'Italia repubblicana e la
costruzione dell'Europa, proposta al grande pubblico piemontese".
Opere d'arte, fotografie, testimonianze inedite e oggetti quotidiani, provenienti
dagli archivi dello Stato, dalla Presidenza della Repubblica, dalla Banca d'Italia,
dalla Camera dei Deputati, dalla Fondazione Corriere della Sera, dalle
Fondazioni intitolate a Luigi Einaudi, dalla famiglia Einaudi e da collezioni
private, documentano le fasi della vita di quest'intellettuale e statista di alto
rigore morale e forte impegno civile. Le opere in mostra, oltre a far luce sulla
figura di Einaudi, concorrono alla ricostruzione della memoria storica dell'Italia.
Vengono ricostruiti nella mostra i tre studi di Luigi Einaudi: lo studio alla Banca
d'Italia, dove progettò la stabilizzazione della lira; lo studio al Quirinale, da dove
garantì la ripresa della vita democratica dell'Italia repubblicana; lo studio-scala
di San Giacomo, prediletto luogo di appartata riflessione.
All'interno degli ambienti evocati o ricostruiti troveranno posto i documenti, gli
oggetti, i quadri, gli arredi, i dipinti e le sculture originali.
Il percorso della mostra si articola in più sezioni affidate a studiosi coordinati da
Pierluigi Ciocca: dall'infanzia alla prima guerra mondiale, agli anni oscuri del
fascismo e della guerra, alle proposte einaudiane per l'Europa, alla Consulta e
alla Costituente, dove nacquero le nuove istituzioni democratiche, alla
ricostruzione economica come Governatore della Banca d'Italia e Ministro del
Bilancio, fino alla Presidenza della Repubblica.
SEZIONI:
1. "Gli anni formativi e prima maturità (1874 - 1914)", a cura di Roberto
Marchionatti
Questa sezione descrive gli anni dell'infanzia e della formazione culturale di
Einaudi in Piemonte, dedicando particolare attenzione alla sua formazione
universitaria, sotto la guida del professor Cognetti de Martiis nel suo Laboratorio
di economia politica, e alla sua vita privata di marito e padre. Largo spazio è
dedicato alla sua iniziale simpatia per il movimento operaio, alla direzione della
rivista "Riforma Sociale", alla sua carriera di giornalista prima a "La Stampa" poi
al "Corriere della Sera" e, dal 1909, al "The Economist" come corrispondente per
l'Italia.
2."Dalla Grande Guerra al fascismo regime (1914-1926)", a cura di Paolo
Silvestri
Allo scoppio della prima guerra mondiale Einaudi è schierato con l'Intesa.
Senatore del Regno (1919) e Direttore dell'Istituto di Economia Politica alla
Bocconi di Milano (1920), vide nel "Biennio Rosso"(1919-1920) la crisi sociale e
politica profonda che porterà al Fascismo come mezzo per il ripristino dell'ordine
pubblico. Ben presto deluso, il 1° maggio del 1925 firma il Manifesto degli
intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce. Il 28 novembre del 1925 si
dimette dal "Corriere della Sera", nel 1926 viene estromesso, per ragioni
politiche, dall'insegnamento all'Università "Bocconi" e al Politecnico di Torino.
3."Dagli anni del raccoglimento all'esilio svizzero (1926-1944)", a cura di
Riccardo Faucci
In questi anni Einaudi è perseguitato dal regime fascista, partecipa poco alla vita
politica e suo malgrado a quella universitaria, conservando solo la cattedra
presso l'Università di Torino. Tutti e tre i suoi figli hanno problemi col regime.
Luigi cerca di condurre un'esistenza normale, frequentando allievi ed amici e
dedicandosi alle riviste di economia che dirigeva. Scrive sui grandi economisti
nazionali e internazionali. Nel 1943 è costretto alla fuga attraverso le Alpi per
arrivare in Svizzera, dove vivrà in esilio per circa un anno.
4a."Luigi Einaudi e L'Europa", a cura di Umberto Morelli
Questa sezione mostra la modernità del pensiero di Einaudi, che già nel 1897, a
soli ventitre anni, aveva intuito la necessità di dar vita agli "Stati Uniti d'Europa".
Einaudi è annoverato tra i maestri del pensiero federalista del Novecento.
Scrisse pagine fondamentali su temi quali la distinzione tra federazione e
confederazione, la crisi dello Stato sovrano, l'origine della guerra,
l'organizzazione dello Stato federale, la necessità della Federazione europea.
4b. "Luigi Einaudi, dall'Europa ai mercati globali", a cura di Francesco Forte
Questa sezione prende le mosse da due saggi - Per una federazione economica
europea e I problemi economici della federazione europea - fondamentali per lo
sviluppo dell'analisi che Einaudi pone alla base di una Unione europea di natura
federale, aperta ad ulteriori sviluppi e operante in tendenziale regime di libero
scambio, in una economia che, con un termine ora in uso, possiamo definire di
mercati globali.
5. "Consulta e Costituente 1945 - 1948", a cura di Valerio Zanone, Christian
Blasberg
L'attività parlamentare di Einaudi alla Consulta e nella Costituente accompagna
la transizione dalla monarchia, di cui nella campagna elettorale del 1946 Einaudi
era sostenitore per tradizione subalpina e per motivazioni di equilibrio
costituzionale, all'esordio della Repubblica. Come tenne a ricordare dopo
l'elezione al Quirinale, Einaudi diede con decine di interventi alla Costituente
"qualcosa di più di una leale adesione".
6." Governatore della Banca d'Italia e Ministro del Bilancio 1945 - 1948",a cura di
Massimo Omiccioli
Quando Einaudi si insedia nella Banca d'Italia come Governatore, agli inizi del
1945, l'Italia è ancora "tagliata in due": fra le province liberate del Sud e quelle
del Nord, sotto l'occupazione nazista. Il ripristino della sovranità monetaria, la
ricostruzione economica del Paese, la stabilizzazione della lira e il
reinserimento dell'economia italiana nel nuovo contesto mondiale: furono,
queste, le grandi questioni che Einaudi dovette affrontare alla guida della Banca
d'Italia e, nel 1947, quale Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Bilancio nel
quarto Governo De Gasperi.
7. "La Presidenza della Repubblica 1948 - 1955", a cura di Paolo Soddu
La sezione centrale della mostra è dedicata ai sette anni della sua Presidenza
della Repubblica, dopo l'elezione avvenuta l'11 maggio 1948 (al quarto scrutinio
con 518 voti su 872). Come Presidente, Einaudi rappresenta l'unità del paese,
risorto dalla guerra, afferma il nuovo stile repubblicano, difendendo le
prerogative di nomina dei senatori a vita e di verifica delle leggi.
8. "San Giacomo e le terre di origine 1897 - 1961", a cura di Roberto Einaudi
Il podere di San Giacomo in Dogliani, acquistato a soli ventitre anni,
indebitandosi, è il luogo più amato da Luigi Einaudi. Vi ritornò sempre, per curare
i suoi vigneti e la sua grande biblioteca, arrivata nel tempo a 70.000 volumi.
La mostra è arricchita da un documentario di Luca Einaudi e Nicoletta Leggeri, in
collaborazione con l'Istituto Luce, sulla vita del Presidente. Il film ricostruisce,
attraverso fotografie e riprese originali, gli anni formativi e la prima maturità di
Luigi Einaudi, la sua esperienza durante la dittatura fascista e l'esilio svizzero,
la stagione della Consulta e della Costituente, soffermandosi sulla carriera di
Governatore della Banca d'Italia, Ministro del Bilancio e Presidente della
Repubblica.
In occasione della mostra il 16 e il 17 aprile sarà organizzato un convegno dal
titolo "Luigi Einaudi nella cultura, nella società e nella politica del Novecento" a
cui parteciperanno importanti studiosi come Giandomenica Becchio, Eugenio
Biagini, Giulia Bianchi, Giovanni Busino, Marcello De Cecco, Luigi R. Einaudi,
Riccardo Faucci, Stefano Fenoaltea, Francesco Forte, Giuseppe Galasso, Alberto
Giordano, Roberto Marchionatti, Giorgio Monasterolo, Umberto Morelli, Massimo
Salvadori, Paolo Silvestri,
Paolo Soddu e Valerio Zanone.
12
febbraio 2009
L’eredita’ di Luigi Einaudi
Dal 12 febbraio al 26 aprile 2009
fotografia
Location
ARCHIVIO DI STATO
Torino, Piazza Castello, 209, (Torino)
Torino, Piazza Castello, 209, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì ore 10.00 - 18.00, sabato ore 10.00 -19.00, domenica ore 15.00 -19.00. Su prenotazione 27 aprile - 10 maggio 2009
Vernissage
12 Febbraio 2009, ore 18 solo su invito
Sito web
www.mostraluigieinaudi.it
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
NOVELLA MIRRI
Ufficio stampa
MARIA BONMASSAR
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Curatore