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Maria Cristina Carlini – Reperti
prosegue l’affascinante viaggio che Maria Cristina Carlini ha intrapreso all’interno del composito pianeta umano per indagarne i valori più profondi e nascosti attraverso i suoi rapporti con la materia
Comunicato stampa
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Dopo “Tracce e Luoghi”, a Sant’Ivo alla Sapienza di Roma e “Stanze”, a Palazzo Reale di Torino, prosegue con “Reperti”, una grande mostra che si inaugura il 1 ottobre nella settecentesca Villa Pisani a Strà (Venezia), l’affascinante viaggio che Maria Cristina Carlini ha intrapreso all’interno del composito pianeta umano per indagarne i valori più profondi e nascosti attraverso i suoi rapporti con la materia.
L’artista, che si e’ imposta all’attenzione della critica internazionale per la sua originalissima capacità di saper coniugare la primogenita’ materica delle culture primitive californiane, a lungo studiate in quel di Palo Alto, da dove è partita la sua ricerca, con gli archetipi consolidati della grande scuola della scultura europea, porta a conclusione, in certo qual senso, con questa mostra un viaggio filologico-antropologico intrapreso alla ricerca delle ragioni profonde ed originali che sottendono al rapporto uomo- materia – natura – mistero.
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’INAC, Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea e dalla Galleria Arte Borgogna, a cura di Carlo Franza che con Claudio Cerritelli firma l’importante catalogo edito da Skirà propone, fino al 27 novembre, negli ampi e suggestivi spazi di Villa Pisani, la più monumentale fra le ville venete con le sue 114 stanze, 14 “opere-installazioni” che costituiscono la più recente produzione dell’artista milanese. Gia’ i materiali che hanno sollecitato la sua ispirazione nell’arco degli ultimi due anni, ferro, oro, manganese, legno, carta, gres, ceramica, cosi’come il titolo dato a questa mostra “Reperti” lasciano capire, fin dal primo impatto con queste complesse strutture, come l’artista sia venuta maturando nel tempo una straordinaria capacità di penetrare nei significati più reconditi della materia e di leggere i rapporti che negli anni, nei secoli, nei millenni, sono intercorsi fra questa e l’uomo. “Si osservi l’opera –installazione “Reperti “ che dà titolo alla mostra – suggerisce il Prof. Carlo Franza nell’introduzione al catalogo - sembrerebbe una grande tavola su cui vivono un insieme di ciotole slabbrate, anfore, piatti, mattoni, che trasudano di incisioni , segni , una sorta di iconografia rurale, cui si adegua un colore che va dal rosso mattone al rosso pallido e lattiginoso, fino all’affumicato. Ma l’intera opera appare anche un paesaggio antico di manufatti che raccontano il tempo e l’uomo, e soprattutto svelano il destino delle cose costruite, gli scambi, gli scarti, gli sfasamenti, la loro connotazione iniziale che ha perso di primarietà per acquisirne di secondarietà ,e cioè artistica e storica”.
Reperti dunque come un percorso della conoscenza a ritroso nel tempo al quale la Carlini invita il pubblico così come nelle sue due precedenti grandi mostre lo aveva accompagnato alla ricerca ed alla scoperta delle “Tracce e Luoghi” dell’umanità , e lo aveva in certo qual senso fisicamente introdotto ad esplorare le “Stanze”, intese come ambiti in cui l’Uomo aveva costruito la sua più intima essenza. Le mostre della Carlini acquistano pertanto il senso di un dialogo costante e interattivo fra l’artista e il suo pubblico, un percorso, concepito come strumento cognitivo e di arricchimento dei valori più profondi ed interiori dell’animo umano, in cui artista e pubblico, protagonista e spettatore non si pongono mai su piani separati, ma vivono un dialogo costante, alla ricerca delle ragioni più profonde dell’esistenza e di come essa si rapporti con il fascinoso e affabulante mondo della materia.Dopo “Tracce e Luoghi”, a Sant’Ivo alla Sapienza di Roma e “Stanze”, a Palazzo Reale di Torino, prosegue con “Reperti”, una grande mostra che si inaugura il 1 ottobre nella settecentesca Villa Pisani a Strà (Venezia), l’affascinante viaggio che Maria Cristina Carlini ha intrapreso all’interno del composito pianeta umano per indagarne i valori più profondi e nascosti attraverso i suoi rapporti con la materia.
L’artista, che si e’ imposta all’attenzione della critica internazionale per la sua originalissima capacità di saper coniugare la primogenita’ materica delle culture primitive californiane, a lungo studiate in quel di Palo Alto, da dove è partita la sua ricerca, con gli archetipi consolidati della grande scuola della scultura europea, porta a conclusione, in certo qual senso, con questa mostra un viaggio filologico-antropologico intrapreso alla ricerca delle ragioni profonde ed originali che sottendono al rapporto uomo- materia – natura – mistero.
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’INAC, Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea e dalla Galleria Arte Borgogna, a cura di Carlo Franza che con Claudio Cerritelli firma l’importante catalogo edito da Skirà propone, fino al 27 novembre, negli ampi e suggestivi spazi di Villa Pisani, la più monumentale fra le ville venete con le sue 114 stanze, 14 “opere-installazioni” che costituiscono la più recente produzione dell’artista milanese. Gia’ i materiali che hanno sollecitato la sua ispirazione nell’arco degli ultimi due anni, ferro, oro, manganese, legno, carta, gres, ceramica, cosi’come il titolo dato a questa mostra “Reperti” lasciano capire, fin dal primo impatto con queste complesse strutture, come l’artista sia venuta maturando nel tempo una straordinaria capacità di penetrare nei significati più reconditi della materia e di leggere i rapporti che negli anni, nei secoli, nei millenni, sono intercorsi fra questa e l’uomo. “Si osservi l’opera –installazione “Reperti “ che dà titolo alla mostra – suggerisce il Prof. Carlo Franza nell’introduzione al catalogo - sembrerebbe una grande tavola su cui vivono un insieme di ciotole slabbrate, anfore, piatti, mattoni, che trasudano di incisioni , segni , una sorta di iconografia rurale, cui si adegua un colore che va dal rosso mattone al rosso pallido e lattiginoso, fino all’affumicato. Ma l’intera opera appare anche un paesaggio antico di manufatti che raccontano il tempo e l’uomo, e soprattutto svelano il destino delle cose costruite, gli scambi, gli scarti, gli sfasamenti, la loro connotazione iniziale che ha perso di primarietà per acquisirne di secondarietà ,e cioè artistica e storica”.
Reperti dunque come un percorso della conoscenza a ritroso nel tempo al quale la Carlini invita il pubblico così come nelle sue due precedenti grandi mostre lo aveva accompagnato alla ricerca ed alla scoperta delle “Tracce e Luoghi” dell’umanità , e lo aveva in certo qual senso fisicamente introdotto ad esplorare le “Stanze”, intese come ambiti in cui l’Uomo aveva costruito la sua più intima essenza. Le mostre della Carlini acquistano pertanto il senso di un dialogo costante e interattivo fra l’artista e il suo pubblico, un percorso, concepito come strumento cognitivo e di arricchimento dei valori più profondi ed interiori dell’animo umano, in cui artista e pubblico, protagonista e spettatore non si pongono mai su piani separati, ma vivono un dialogo costante, alla ricerca delle ragioni più profonde dell’esistenza e di come essa si rapporti con il fascinoso e affabulante mondo della materia.
L’artista, che si e’ imposta all’attenzione della critica internazionale per la sua originalissima capacità di saper coniugare la primogenita’ materica delle culture primitive californiane, a lungo studiate in quel di Palo Alto, da dove è partita la sua ricerca, con gli archetipi consolidati della grande scuola della scultura europea, porta a conclusione, in certo qual senso, con questa mostra un viaggio filologico-antropologico intrapreso alla ricerca delle ragioni profonde ed originali che sottendono al rapporto uomo- materia – natura – mistero.
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’INAC, Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea e dalla Galleria Arte Borgogna, a cura di Carlo Franza che con Claudio Cerritelli firma l’importante catalogo edito da Skirà propone, fino al 27 novembre, negli ampi e suggestivi spazi di Villa Pisani, la più monumentale fra le ville venete con le sue 114 stanze, 14 “opere-installazioni” che costituiscono la più recente produzione dell’artista milanese. Gia’ i materiali che hanno sollecitato la sua ispirazione nell’arco degli ultimi due anni, ferro, oro, manganese, legno, carta, gres, ceramica, cosi’come il titolo dato a questa mostra “Reperti” lasciano capire, fin dal primo impatto con queste complesse strutture, come l’artista sia venuta maturando nel tempo una straordinaria capacità di penetrare nei significati più reconditi della materia e di leggere i rapporti che negli anni, nei secoli, nei millenni, sono intercorsi fra questa e l’uomo. “Si osservi l’opera –installazione “Reperti “ che dà titolo alla mostra – suggerisce il Prof. Carlo Franza nell’introduzione al catalogo - sembrerebbe una grande tavola su cui vivono un insieme di ciotole slabbrate, anfore, piatti, mattoni, che trasudano di incisioni , segni , una sorta di iconografia rurale, cui si adegua un colore che va dal rosso mattone al rosso pallido e lattiginoso, fino all’affumicato. Ma l’intera opera appare anche un paesaggio antico di manufatti che raccontano il tempo e l’uomo, e soprattutto svelano il destino delle cose costruite, gli scambi, gli scarti, gli sfasamenti, la loro connotazione iniziale che ha perso di primarietà per acquisirne di secondarietà ,e cioè artistica e storica”.
Reperti dunque come un percorso della conoscenza a ritroso nel tempo al quale la Carlini invita il pubblico così come nelle sue due precedenti grandi mostre lo aveva accompagnato alla ricerca ed alla scoperta delle “Tracce e Luoghi” dell’umanità , e lo aveva in certo qual senso fisicamente introdotto ad esplorare le “Stanze”, intese come ambiti in cui l’Uomo aveva costruito la sua più intima essenza. Le mostre della Carlini acquistano pertanto il senso di un dialogo costante e interattivo fra l’artista e il suo pubblico, un percorso, concepito come strumento cognitivo e di arricchimento dei valori più profondi ed interiori dell’animo umano, in cui artista e pubblico, protagonista e spettatore non si pongono mai su piani separati, ma vivono un dialogo costante, alla ricerca delle ragioni più profonde dell’esistenza e di come essa si rapporti con il fascinoso e affabulante mondo della materia.Dopo “Tracce e Luoghi”, a Sant’Ivo alla Sapienza di Roma e “Stanze”, a Palazzo Reale di Torino, prosegue con “Reperti”, una grande mostra che si inaugura il 1 ottobre nella settecentesca Villa Pisani a Strà (Venezia), l’affascinante viaggio che Maria Cristina Carlini ha intrapreso all’interno del composito pianeta umano per indagarne i valori più profondi e nascosti attraverso i suoi rapporti con la materia.
L’artista, che si e’ imposta all’attenzione della critica internazionale per la sua originalissima capacità di saper coniugare la primogenita’ materica delle culture primitive californiane, a lungo studiate in quel di Palo Alto, da dove è partita la sua ricerca, con gli archetipi consolidati della grande scuola della scultura europea, porta a conclusione, in certo qual senso, con questa mostra un viaggio filologico-antropologico intrapreso alla ricerca delle ragioni profonde ed originali che sottendono al rapporto uomo- materia – natura – mistero.
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall’INAC, Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea e dalla Galleria Arte Borgogna, a cura di Carlo Franza che con Claudio Cerritelli firma l’importante catalogo edito da Skirà propone, fino al 27 novembre, negli ampi e suggestivi spazi di Villa Pisani, la più monumentale fra le ville venete con le sue 114 stanze, 14 “opere-installazioni” che costituiscono la più recente produzione dell’artista milanese. Gia’ i materiali che hanno sollecitato la sua ispirazione nell’arco degli ultimi due anni, ferro, oro, manganese, legno, carta, gres, ceramica, cosi’come il titolo dato a questa mostra “Reperti” lasciano capire, fin dal primo impatto con queste complesse strutture, come l’artista sia venuta maturando nel tempo una straordinaria capacità di penetrare nei significati più reconditi della materia e di leggere i rapporti che negli anni, nei secoli, nei millenni, sono intercorsi fra questa e l’uomo. “Si osservi l’opera –installazione “Reperti “ che dà titolo alla mostra – suggerisce il Prof. Carlo Franza nell’introduzione al catalogo - sembrerebbe una grande tavola su cui vivono un insieme di ciotole slabbrate, anfore, piatti, mattoni, che trasudano di incisioni , segni , una sorta di iconografia rurale, cui si adegua un colore che va dal rosso mattone al rosso pallido e lattiginoso, fino all’affumicato. Ma l’intera opera appare anche un paesaggio antico di manufatti che raccontano il tempo e l’uomo, e soprattutto svelano il destino delle cose costruite, gli scambi, gli scarti, gli sfasamenti, la loro connotazione iniziale che ha perso di primarietà per acquisirne di secondarietà ,e cioè artistica e storica”.
Reperti dunque come un percorso della conoscenza a ritroso nel tempo al quale la Carlini invita il pubblico così come nelle sue due precedenti grandi mostre lo aveva accompagnato alla ricerca ed alla scoperta delle “Tracce e Luoghi” dell’umanità , e lo aveva in certo qual senso fisicamente introdotto ad esplorare le “Stanze”, intese come ambiti in cui l’Uomo aveva costruito la sua più intima essenza. Le mostre della Carlini acquistano pertanto il senso di un dialogo costante e interattivo fra l’artista e il suo pubblico, un percorso, concepito come strumento cognitivo e di arricchimento dei valori più profondi ed interiori dell’animo umano, in cui artista e pubblico, protagonista e spettatore non si pongono mai su piani separati, ma vivono un dialogo costante, alla ricerca delle ragioni più profonde dell’esistenza e di come essa si rapporti con il fascinoso e affabulante mondo della materia.
01
ottobre 2005
Maria Cristina Carlini – Reperti
Dal primo ottobre al 27 novembre 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO NAZIONALE VILLA PISANI
Stra, Via Doge A. Pisani, 7, (Venezia)
Stra, Via Doge A. Pisani, 7, (Venezia)
Orario di apertura
9-16, chiuso lunedì
Vernissage
1 Ottobre 2005, ore 18.30 su invito
Sito web
www.mariacristinacarlini.com
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
RC MEDIA
Autore
Curatore