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Paola Mattioli – Dalmine
Diverse generazioni (che, dal Dopoguerra a oggi, vivono nella stessa città e lavorano nella stessa fabbrica) rappresentano e raccontano, attraverso l’esperienza in una città nata intorno a una grande impresa e le sue trasformazioni, un frammento importante della storia sociale, economica, culturale, politica del nostro Paese. Le bellissime fotografie di Paola Mattioli ci conducono nel cuore pulsante della fabbrica e ce ne mostrano la fisicità, ci fanno intuire la fatica ancora oggi così necessaria alla produzione, nonostante la grande rimozione collettiva che ne teorizza la scomparsa: gli stessi operai hanno in buona parte dimenticato la loro appartenenza di classe e, abbracciati valori di puro mercato, fanno di tutto per omologarsi alle altre classi sociali.
Lunedì 19 gennaio, alle ore 18, presso la Sala Spazio Guicciardini, Via Macedonio Melloni 3: presentazione del volume “Dalmine” di Paola Mattioli, edito da Skira.
La serata è promossa da Provincia di Milano/Settore cultura in collaborazione con Skira Editore.
Oltre all’autrice, intervengono: Francesca Pasini, direttrice della fondazione Remotti di Camogli; Roberta Valtorta, direttrice scientifica del museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo; Luigi Tomassini, professore di storia contemporanea all’università di Bologna, presidente della Società italiana per lo studio della fotografia; Carolina Lussana, responsabile della Fondazione Dalmine. Conclude la discussione Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom Cgil.
Coordina Eugenia Valtulina, responsabile della biblioteca "Di Vittorio" della Cgil di Bergamo.
L’ingresso è libero, fino ad esaurimento posti.
Diverse generazioni (che, dal Dopoguerra a oggi, vivono nella stessa città e lavorano nella stessa fabbrica) rappresentano e raccontano, attraverso l’esperienza in una città nata intorno a una grande impresa e le sue trasformazioni, un frammento importante della storia sociale, economica, culturale, politica del nostro Paese.
Le bellissime fotografie di Paola Mattioli ci conducono nel cuore pulsante della fabbrica e ce ne mostrano la fisicità, ci fanno intuire la fatica ancora oggi così necessaria alla produzione, nonostante la grande rimozione collettiva che ne teorizza la scomparsa: gli stessi operai hanno in buona parte dimenticato la loro appartenenza di classe e, abbracciati valori di puro mercato, fanno di tutto per omologarsi alle altre classi sociali.
Le lavoratrici e i lavoratori della Dalmine (dalle ipotesi di ricerca di Francesco Garibaldo e Emilio Rebecchi che ne hanno raccolto le testimonianze) liberamente danno corpo e intelligenza agli effetti dei cambiamenti di questi ultimi cinquant’anni sulle condizioni materiali, sul sentire individuale e collettivo, sul lavoro produttivo che si intrecciano con la vita personale e di comunità. Il microcosmo della città-fabbrica è un punto di osservazione specifico e privilegiato che dà all’indagine uno spessore particolare di grande interesse politico e sindacale. Emerge così con chiarezza la funzione propulsiva dell’incontro-scontro fra l’affermarsi di un forte movimento delle lavoratrici e dei lavoratori e la proprietà, che attraversa la prima industrializzazione, il percorso delle partecipazioni statali, per approdare alla grande azienda multinazionale. I ritmi della fabbrica seguono i tempi della vita e modificano le relazioni familiari, mentre l’impegno e la partecipazione sociale scoprono terreni e motivazioni, rappresentando anche i cambiamenti culturali del nostro Paese.
Paola Mattioli è nata a Milano nel 1948. Ha studiato filosofia e si è laureata con una tesi sul linguaggio fotografico. I temi principali del suo lavoro sono il ritratto, l’interrogazione sul vedere, il linguaggio, la
differenza femminile, le grandi e le piccole storie (dall’Africa alla fonderia). Ha esposto sue fotografie in numerose mostre personali e collettive. Tra le principali: “Immagini del no” (1974); “Donne allo specchio” (1977); “Cellophane” (1979); “Ritratti” (1985); “Statuine” (1987); “Ce n’est qu’un début” (1998); “Trieste dei manicomi” (1998); “Un lavoro a regola d’arte” (2003); “Regine d’Africa” (2004); “Perturbamenti” (2005); “Consiglio di Amministrazione” (2006); “Oltre Lilith” (2006); “Arte dell’altro mondo” (2006); “Alfabeti” (2007). Tra le sue pubblicazioni: Ungaretti (1972); Ci vediamo mercoledì (1978); Cattivi sentimenti (1991); Donne irritanti (1995); Tre storie (2003); Regine d’Africa (2004); Omaggio a Paci (2006); Fabbrico (2006). Dice del suo lavoro: “Ho scelto di stare su due piani. Uno narrativo e uno concettuale, in cui tengo conto del mezzo che uso, che a sua volta non può prescindere dal tema del vedere”.
Paola Mattioli – Dalmine
Milano, Via Francesco Guicciardini, 6, (Milano)