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Presentazione del volume “Ranaldi”
L’ampia monografia dell’artista Renato Ranaldi curata da Bruno Corà sarà presentata venerdì 20 gennaio alla Biblioteca degli Uffizi con interventi del Soprintendente Antonio Paolucci, dell’artista Luciano Fabro, di Gianni Pettena, professore presso l’Università di Architettura di Firenze e del critico d’arte Mario Bretoni.
Comunicato stampa
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Il volume, 452 pagine con oltre 400 foto e traduzione in inglese è edito da Gli Ori, si articola in 18 capitoli tematici attraverso i quali è possibile ripercorrere tutta l'attività dell'artista dalla pittura al disegno, dal cinema alle istallazioni, dalla scultura alla produzione letteraria.
Sono stati inoltre pubblicati una serie di scritti teorici di Ranaldi, alcuni dei quali inediti.
Nato nel 1941 a Firenze, Ranaldi frequenta il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti, dove si diploma nel 1962.
Attraverso un’intensa sperimentazione di tecniche e materiali e sulla base di un costante esercizio dell’attività del disegno, ben presto l’opera pittorica e quella plastica si dissolvono l’una nell’altra. Nel tracciare un proprio percorso autonomo rispetto alle tendenze del minimalismo, della pop, dell’arte povera e della costellazione dei neoespressionismi, Ranaldi mette a punto negli anni Settanta un repertorio di opere che trovano – fuori da schemi accademici – interlocuzioni con la grande tradizione, ancorché lontana e con le maggiori e minori esperienze del ‘900. Sono gli anni in cui si lega di amicizia con artisti come Giuseppe Chiari, Eugenio Miccini, Ketty La Rocca, ma anche come Andrea Granchi e Sandro Chia, con i quali condivide l’esperienza del Teatro Musicale Integrale (1967-69) e parzialmente anche l’esperienza cinematografica del film d’artista (a partire da Senilix, 1968). Negli stessi anni incontra anche Fernando Melani e Luciano Fabro ed esegue le prime fusioni in bronzo dell’Archetipo (1979-80), considerata “Forma delle forme”.
Dopo aver esposto in gallerie e musei europei (Galleria Vivita, Firenze, Konsthall Malmö), nel 1988 è invitato con una Sala personale alla XLIII Biennale di Venezia.
Dagli anni Novanta, attraverso una ricchissima creazione di sculture, dove utilizza laminati di zinco, rame, ottone, e giunge spesso a opere che si dipanano da telai in legno, quasi a dare la suggestione di trovarsi di fronte a una pittura scolpita, cui si lega costantemente la necessità interiore del segnare la carta, si afferma nel novero degli artisti italiani contemporanei di maggior interesse, con esposizioni personali in gallerie private e in musei in Italia (Ravenna, Pinacoteca Comunale; Firenze, Galleria Gentili; Perugia, Opera; Pistoia, Palazzo Fabroni, La Spezia) e all’estero (Los Angeles, Convention Center; Parigi, Gran Palais, FIAC; Fresnes, Maison d’Art Contemporain Chaillioux; Vienna, Galleria Christine König).
Sono stati inoltre pubblicati una serie di scritti teorici di Ranaldi, alcuni dei quali inediti.
Nato nel 1941 a Firenze, Ranaldi frequenta il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti, dove si diploma nel 1962.
Attraverso un’intensa sperimentazione di tecniche e materiali e sulla base di un costante esercizio dell’attività del disegno, ben presto l’opera pittorica e quella plastica si dissolvono l’una nell’altra. Nel tracciare un proprio percorso autonomo rispetto alle tendenze del minimalismo, della pop, dell’arte povera e della costellazione dei neoespressionismi, Ranaldi mette a punto negli anni Settanta un repertorio di opere che trovano – fuori da schemi accademici – interlocuzioni con la grande tradizione, ancorché lontana e con le maggiori e minori esperienze del ‘900. Sono gli anni in cui si lega di amicizia con artisti come Giuseppe Chiari, Eugenio Miccini, Ketty La Rocca, ma anche come Andrea Granchi e Sandro Chia, con i quali condivide l’esperienza del Teatro Musicale Integrale (1967-69) e parzialmente anche l’esperienza cinematografica del film d’artista (a partire da Senilix, 1968). Negli stessi anni incontra anche Fernando Melani e Luciano Fabro ed esegue le prime fusioni in bronzo dell’Archetipo (1979-80), considerata “Forma delle forme”.
Dopo aver esposto in gallerie e musei europei (Galleria Vivita, Firenze, Konsthall Malmö), nel 1988 è invitato con una Sala personale alla XLIII Biennale di Venezia.
Dagli anni Novanta, attraverso una ricchissima creazione di sculture, dove utilizza laminati di zinco, rame, ottone, e giunge spesso a opere che si dipanano da telai in legno, quasi a dare la suggestione di trovarsi di fronte a una pittura scolpita, cui si lega costantemente la necessità interiore del segnare la carta, si afferma nel novero degli artisti italiani contemporanei di maggior interesse, con esposizioni personali in gallerie private e in musei in Italia (Ravenna, Pinacoteca Comunale; Firenze, Galleria Gentili; Perugia, Opera; Pistoia, Palazzo Fabroni, La Spezia) e all’estero (Los Angeles, Convention Center; Parigi, Gran Palais, FIAC; Fresnes, Maison d’Art Contemporain Chaillioux; Vienna, Galleria Christine König).
20
gennaio 2006
Presentazione del volume “Ranaldi”
20 gennaio 2006
presentazione
Location
GALLERIE DEGLI UFFIZI
Firenze, Piazzale Degli Uffizi, 1, (Firenze)
Firenze, Piazzale Degli Uffizi, 1, (Firenze)
Vernissage
20 Gennaio 2006, ore 18
Editore
GLI ORI
Ufficio stampa
CSC SIGMA