Così l’artista russo Alexei Shulgin introduce il proprio web project “DESKTOP IS”, quello che lui stesso definisce ‘la prima mostra internazionale on line da scrivania”.
Dall’ottobre del 1997 all’aprile 1998 decine di persone hanno inviato una jpg del proprio desktop al sito di Shulgin, dando così vita ad un ‘opera collettiva e in progress che invita a riflettere sull’importanza che l’interfaccia (e in particolare quella principale, il desktop) ha assunto nella vita quotidiana di ognuno di noi.
Da quando tutti i computer hanno adottato il sistema GUI (graphical user interface) il rapporto tra l’utente e la macchina è totalmente cambiato, infatti non abbiamo più bisogno di inserire dati in codice per utilizzare il nostro pc perché l’interfaccia fa da tramite tra le esigenze umane e quelle dell’elaboratore elettronico. Così ogni volta che accendiamo il nostro computer appare una schermata familiare, una scrivania virtuale organizzata in modo da richiamarci alla mente oggetti e situazioni con cui trattiamo abitualmente. Tutti i software difatti funzionano secondo un sistema simbolico basato sull’uso ricorrente delle metafore: c’è il desktop (scrivania), le cartelle, il cestino, la cassetta della posta e così via. Questo accade ovviamente a causa della tendenza umana ad applicare concetti già noti ad esperienze nuove ; un’esigenza fondamentale che favorisce la comprensione delle novità e il traghettamento verso il futuro.
In “Interface Culture”, testo basilare per comprendere le caratteristiche della nuova cultura dei media, Steven Johnson spiega come l’interfaccia crei una sensazione di immediatezza tattile, dando all’utente la piacevole impressione di avere tutto il materiale a portata di mano, di fare “qualcosa direttamente con i suoi dati, invece che ordinare al computer cosa fare”.
Nel mondo sempre più sovraccarico e caotico dell’informazione digitale il compito di traduzione svolto dall’interfaccia è dunque molto importante e ha permesso l’utilizzo dei sistemi informatici ad un pubblico più vasto e non necessariamente esperto. Tuttavia il GUI non ha raccolto consensi unanimi a causa della presunta chiusura dei sistemi operativi che questo tipo di software provocherebbe, impedendo l’intervento su di essi a scopi personali.
Sul sito di Shulgin (http://www.easylife.org/desktop) potrete sbirciare sul desktop di decine di persone, guardare gli sfondi scelti (davvero di tutto, dalle opere d’arte alle foto porno), curiosare tra le icone e le cartelle. L’esperienza è uno scambio tra privato e pubblico; le persone che hanno deciso di mostrare la loro scrivania, ci regalano una fetta della loro individualità perchè il desktop, come la nostra casa o la nostra biblioteca, riflette gli interessi, i gusti e le occupazioni di ognuno di noi.
Valentina Tanni
[exibart]
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