Fino al 8.VII.2001 | Koozo Watabiki Oriente arte natura | Milano, Palazzo dell’Arengario

di - 28 Giugno 2001

Oggi l’Arengario – un tempo utilizzato come palazzo di rappresentanza – resta un grande spazio non ancora ristrutturato e per nulla adeguato alle esigenze di funzionalità spazio-ambientali di un museo d’avanguardia; l’ambiente non è rinfrescato e la visita, a maggior titolo in questo periodo, non è rilassante. Manca un valido bookshoop, il servizio ristorazione e non si vedono possibilità di salita e/o accesso per persone in difficoltà. Questo premesso, la mostra a cura di Lanfranco Colombo, è imponente per quantità e qualità iconografiche; accompagna la visita una musica lenta, delicata, di sottofondo: note come fiori di pesco quando in primavera esplodono meravigliose masse in caduta. Oltre 200 immagini di medie e piccole dimensioni secondo un ideale percorso fotografico che si organizza secondo due linee espositive: la zona ingresso – “Hokkaido, da stagione a stagione”, dove l’occhio meccanico dell’artista ferma i passaggi delle stagioni e il salone galleria quando le esplorazioni di K. W. guardano i lavori dello scultore giapponese Kan Yasuda “Dialogo tra natura e scultura”. Qui le serie di scatti dedicati a Isamu Noguchi “Un’anima perpetuamente alla ricerca della sua natura” e ai lavori in ceramica di Hiroshi Nakashima “Bellezza armonizzata tra ceramica e spazio”. Il naturalismo fotografico di K. W. si fa ripresa di sculture contemporanee ambientate in spazi aperti, piazze, strade, paesaggi oppure ri-contestualizzate in ambienti e paesaggi naturali.
Cambiano visuali le immagini che raccontano le escursioni dolomitiche di Koozo Watabiki; qui l’artista ha voluto evocare i luoghi che hanno ispirato le musiche di Gustav Mahler dedicando ai sassi granitici e alle valli erbose frammenti di indimenticabile perfezione. Due particolarissimi esempi di Ikebana, a Maki Igura, a latere della navata, creano, secondo le tradizionali concettualizzazioni giapponesi, un’arte-natura parlata in versi: “Fior gentile, ginestra, che prorompi fuori dal nero vaso, coi tuoi cespi odorati nascondi le campanule violette” – “ignorando il richiamo dei rigidi bambù sinuosa si affaccia questa rossa calla fra i rami già secchi dell’estate”.
Immediatamente evocative delle culture del Sol Levante le piccole foto disposte su un supporto nero, come a impressionare una lunghissima pellicola di storie: raffigurano le culinarie del Sushi e del Tempora, raffinate gioiellerie che, talvolta, confinano con arredi teatrali decorati (maschere/kimono), coloratissimi aquiloni, e racconti di abitudini, usi e costumi giapponesi. Al piano-ingresso quattro pergamene scivolano sul muro; oggi le tele scrivono estetiche, punti di vista, emozioni e riflessioni della gente in visita; una bellissima frase invita a questo piccolo gesto performativo: “se i vostri occhi hanno qualcosa da dire scrivetelo qui”. Le parole, commenti alle immagini, evocano lo stile compositivo di alcune fotografie di Koozo Watabiki, quando l’artista istantaneizza le nature, i paesaggi, gli alberi, i fiori, sottoscrivendo le foto con antichissime poesie: storie, vissuti di monaci, poeti e pellegrini, alla ricerca di vie per le illuminazioni.
A Torrente di montagna in corsa nel verde primaverile, 1985 Tobetsu (Giappone) Aoyama, scrive Saigyo (1118-1190), I canti dell’eremo: “ascoltando il rumore del torrente montano si può conoscere lo scorrere veloce della vita umana” ; con altrettanta potenza evocativa e spirito riflessivo le parole di Fuji no Okikaze (intorno al 900), in Kokin Waka Shu dedicate ai Cinque laghi di Shiretoko all’inizio di primavera, 1989 Utoro (Giappone): “seppure mi rammarico, seppur piango, non so dove volgere i miei lamenti, se non verso la mia immagine riflessa nello specchio”.
Montagne che emergono dalla appena coltre nebbiosa, cascate rocciose, il verde spaccato di frescura di una gola di muschio, i fiori – Le ninfee fioriscono nella palude, 1985 Uryu (Giappone) paludi di Uryunuma, il transito delle nuvole, la neve e i ghiacciai, le montagne e le maree. K. W. scrive per immagini il fascino ammaliante, distruttivo e pacificante che le forze della natura esercitano sul suo animo; è un istinto a cogliere un bello quasi sempre divinizzato, una natura magica e incantata, per lo più impossibile ad esprimersi. Da qui la necessità per le sue fotografie di farsi lente, pazienti, a cogliere immagini giocate al meglio con le luci e i colori dei fenomeni rappresentati. Le riproduzioni delle realtà naturali perdono, tuttavia, quella valenza puramente visiva dello scatto-cartolina, per essere delirio artistico, sogno: un bacio fotografico come quello tra il Mare a primavera e il Rishini Fuji, 1990 Wakkamai; un sogno che somiglia ai giochi della fantasia quando guarda le Nuvole in transito nella brezza di primavera, 1985, Sapporo (Giappone), Passo Nakayama, oppure, come nel caso dei Paesaggi di neve, 1984 Biei (Giappone), Hokuei e Naganuma, una strana forza astrattiva. Non c’è nulla di rappresentato, è tutto bianco; le masse nevose coprono completamente la finestra fotografica nullificando lo spazio dei contorni e la nitidezza delle cose. Due le versioni del poeta Naito Joso (1662-1704 in Haiku, p. 101 e in Cento Haiku, p. 151): 1. “I campi e i monti/sono scomparsi sotto il manto nevoso/E’ il nulla” – 2. “Non c’è nulla, i campi e le montagne rubati dalla neve”.


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Note (dal cartoncino di presentazione)
Isamu Noguchi, scultore di fama mondiale (1904-1988), ha disegnato il parco di Moere Numa aperto nel giugno 1998 in Higashi-Ku a Sapporo e molte sue opere si trovano in importanti musei e istituzioni di tutto il mondo.

Fino all’8/VII/2001: Koozo Watabiki Oriente arte natura
Palazzo dell’Arengario
P.zza Duomo, Milano
02.875672
In mostra.net
Orari Tutti i giorni 09:30/18:30
lunedì chiuso
Ingresso Intero £ 10.000 euro = 5.1; Ridotto £ 8.000 euro = 4.09
La biglietteria chiude un’ora prima
Disabili: accesso non predisposto
Catalogo: £ 60.000 euro = 30.67 , Oriente arte natura east art nature Kozo Watabiki
Silvana Editoriale Silvana Editoriale
Ufficio Stampa: Massimo D’Elia, Silvana Editoriale, telefono 02.61836330/fax 02.61836392; <a href=
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Maria Grazia Vernuccio, Comune di Milano
telefono 02.88450154/fax 02.875548
hvernu@tin.it

Per raggiungere l’Arengario
Mezzi Pubblici
Metropolitana 1 (linea rossa) fermata Duomo.
Metropolitana 3 (linea gialla) fermata Duomo.
Autobus linea 73 fermata Corso Europa.
Tram linea 12 e 24 fermata Via Mazzini.
Tram linea 2 e 14 fermata Via Torino.
In Aereo
Dall’Aeroporto di Malpensa: collegamento ferroviario (Malpensa Express) ogni 20 minuti; fa capolinea alla stazione Cadorna Ferrovie Nord, da qui Metropolitana linea 1, fermata Duomo. Autobus navetta (Malpensa Shuttle) ogni mezz’ora; fa capolinea alla Stazione FS Centrale, da qui Metropolitana linea 3, fermata Duomo. Dall’Aeroporto di Linate: Autobus linea 73 ogni 10 minuti; fa capolinea in Corso Europa. In Treno: Dalla Stazione Ferroviaria Cadorna: Metropolitana linea 1, fermata Duomo. Dalla Stazione FS Centrale: Metropolitana linea 3, fermata Duomo.
In Auto
Seguire le indicazioni per il centro città.
Parcheggi
Nel centro città tutti i parcheggi sono a pagamento e sono delimitati da strisce blu; qui la sosta è consentita a tutti i veicoli che espongono la tessera “SostaMilano” acquistabile presso edicole e tabaccai. Ecco alcuni parcheggi adiacenti all’Arengario: Corso Europa, Via Larga, Via Agnello, Via Hoepli.
Parcheggi Taxi: p.zza Duomo tel. 02-86462013; p.zza Fontana tel. 02-867647
Radio Taxi: 02-8585 / 02-4040 / 02-5353
Enti Promotori
Comune di Milano – Cultura, Musei e Mostre
Palazzo Reale
SilvanaEditoriale
Direzione mostra
Ufficio mostre Palazzo Reale
Organizzazione
Silvana Editoriale
Curatore
Lanfranco Colombo
Sponsor
Fuji, Fuji Italia Onceas, Pentax, Jal, Ras
Crespi Bonsai



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