Due sedi espositive per le creazioni di Roberto Capucci (Roma, 1930): il settecentesco Palazzo Attems-Petzenstein per gli abiti e le cinquecentesche Case Dornberg e Tasso di Borgo Castello per tavole e disegni preparatori del maestro. Un percorso suggestivo che dalle opere degli esordi, negli anni Cinquanta, si snoda lungo le serie scenografiche e sontuose degli anni Ottanta e Novanta, sino alle creazioni dell’ultimo decennio.
Nella sezione retrospettiva spiccano alcuni capi storici quali il modello Dieci gonne in taffetas rosso o le rivoluzionarie linee a Scatola, accolte con entusiasmo dal pubblico statunitense. Dai modelli degli anni Cinquanta si passa alle creazioni del decennio successivo dove lo stilista si distingue nelle serie dai motivi optical e nell’utilizzo di materiali plastici sovrapposti ai tessuti. E’ invece datato 1966 il celebre abito da cocktail in lamé argentato incorniciato da un velo di plastica in forma trapezoidale orlato di grossgrain bianco.
L’inserzione di materiali estranei al tessuto prosegue con l’utilizzo, nel corso dei successivi anni Settanta, di elementi naturali quali pietre, paglia e bambù a sottolineare il collo o i polsini dell’abito. Un ritorno alla natura in linea con lo stile hippy dell’epoca superato -in seguito- da una maggiore libertà creativa dettata da un’inventiva del tutto personale. Sono degli anni Ottanta le forme spettacolari degli abiti cocktail dove i preziosi cromatismi si susseguono ai ventagli, le volute ed i cerchi di tessuto arricchiti da taffetas plissettati.
La sontuosità degli ornati preannuncia la serie dedicata ai minerali, dodici abiti-scultura notevoli per accostamenti cromatici ed innovazione formale: Sagenite, Fluorite,
Capucci conquista l’Oscar della moda nel 1958 per le sue creazioni che sembrano trascendere i canoni estetici dettati dalle mode per diventare vere e proprie opere d’arte degne di una cornice museale. Il capo d’abbigliamento dello stilista si ispira ad una creatività del tutto personale, espressa in sculture di tessuto, in architetture dalle forme barocche dove la linea geometrica succede al volume fluido e lussureggiante. L’inserzione del colore avviene dopo un estenuante lavoro preparatorio sulla costruzione della forma, esasperata dall’effetto cromatico. Qualcosa di molto simile all’opera compiuta sulla tela di un artista.
articoli correlati
Roberto Capucci – Lo stupore della forma
Artigiano metropolitano
marta di benedetto
mostra vista il 2 luglio 2004
Dalle riedizioni di Gio Ponti alle pratiche radicali su Taranto, passando per libri, mostre e progetti che interrogano il ruolo…
L’apertura del Grand Egyptian Museum riaccende la richiesta di restituzione del busto di Nefertiti dal Neues Museum di Berlino: promosse…
Da Heritage Auctions, la raccolta composta da "La Compagnia dell'Anello", "Le Due Torri" e "Il Ritorno del Re" ha raggiunto un nuovo traguardo…
Al Circolo Sannitico di Campobasso, nell’ambito del festival Welcome Home, un progetto espositivo di Mino Pasqualone ridà voce ai ricordi…
Edito da Postmedia Books e dedicato alle donne che hanno lavorato con il tema e con il medium della luce,…
Allo Studio Trisorio di Napoli, Umberto Manzo rilegge i suoi archivi della memoria tra incisioni, stratificazioni e riferimenti al mondo…