Categorie: genova

fino all’1.X.2010 | Tommaso Garavini | Genova, Violabox

di - 23 Settembre 2010
Nello spazio creato da
Viola Gailli, in un percorso conciso ma variato, è riassunta l’opera di
Tommaso Garavini

(Roma, 1972). La galleria, attiva dal 2006, ha da sempre puntato sull’eclettismo
dei giovani artisti, aprendo le porte di numerose mostre collettive ma senza
per questo tralasciare nomi piĂą conosciuti. Questa volta si concentra sulla
personale dell’artista romano che ha già lasciato tracce di sé a Genova con Amalgama, un’installazione site specific
al Porto Antico del settembre 2009, sempre in collaborazione con Violabox.

Garavini, diplomato
nel 1998 all’Accademia delle Belle Arti di Roma, viene dalla Scenografia ed è
pittore, scultore, designer, illustratore; ha scritto anche alcuni brevi
componimenti, tra cui un testo in versi dal titolo Operamara. Si muove a proprio agio in
questi ambiti che, lungi dal disperdere le sue capacitĂ , rappresentano per lui strade
diverse confluite in un’unica ricerca sul rapporto tra uomo e materia.

“Ogni volta mi
sono reso conto di girare attorno allo stesso concetto
“, afferma con disarmante
franchezza, e proprio per affrontare la materia, comprenderne i segreti
dall’interno e piegarla sotto il controllo della tecnica, collabora da quattro
anni con Rota-lab, laboratorio tra artigianato e design.

In galleria, al centro
di una parete della seconda sala, è stata assemblata quella che sembra una
piccola bottega alchemica medievale, con un vasto campionario di utensili
arrugginiti, vecchie forme di legno per scarpe, teste di gesso e barattoli in
vetro con cuori galleggianti in formaldeide.

In un cartiglio
rotondo si staglia la scritta “Officina vitae” ed è chiaro a quale
officina intenda riferirsi Garavini. La trasformazione della materia è solo il
passaggio verso il trascendente, la chiave d’acceso alla porta esoterica. Si
ritrovano simbologie note quali il compasso, la scala e il martello, o evocative
espressioni latine prese a prestito dalla tradizione cristiana (Mors est
ianua vitae
, Repetita
iuvant
, Mater
Universalis
),
strumenti di un cammino iniziatico, fisico e insieme spirituale di indubbio
fascino, in cui gnosis e ignoto si toccano, moltiplicando e disperdendo significato.

Nella lotta per
plasmare il mondo sensibile si raggiunge un’ascesi che sfiora il mistico: teste
candide di monaci, avvolti da tuniche nere, sono trafitte da un chiodo al
centro della fronte, da cui stillano gocce di sangue. Sono ectoplasmi dal
tratto espressionista, irrigiditi in uno spasmo di indicibile dolore, oppure
immobili, in estatica beatitudine.


Molte opere qui
esposte provengono da mostre precedenti, come Prometheus del 2008, tra scienza e
religione, la collettiva Nigredo e V (novembre-dicembre 2009), ispirata al canto V dell’Inferno, che consisteva in tre complesse
installazioni sul tema amore e morte passando attraverso la carne. Quasi
nascosto in angolo, ecco invece qualcosa di completamente diverso dal resto:
delicati acquarelli estivi, inseriti tra gli ultimi i lavori, tracciano profili
di isole e strisce azzurre di mare. SarĂ  forse la vigilia di una nuova fase?

giovanni riga

mostra visitata il 15
settembre 2010


dall’undici
settembre al 2 ottobre 2010

Tommaso
Garavini – Mors est ianua vitae

a cura di Viola
Gailli

Violabox Art
Gallery

Via
Trebisonda, 56 (zona Piazza Tommaseo) – 16129 Genova

Orario: da
martedì a sabato ore 15.30-19.30

Ingresso
libero

Info: tel./fax
+39 0105957773; info@violabox.it;
www.violabox.it

[exibart]

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