Si dice che morto un Papa se ne fa un altro. Ma una Regina? Una Regina come Elisabetta II, 65 anni regno nella sua Londra e 12 Presidenti degli Stati Uniti a cui è stata stretta la mano? 65 anni di un regno che oggi vacilla, con l’Inghilterra pronta a “fare la guerra” con la Scozia e l’Irlanda, e l’Europa ovviamente, e lei che diventa oggetto dell’ “Operazione London Bridge”. Di che si tratta? Del cerimoniale che la Casa Reale e i media britannici dovranno seguire all’avvenuta morte della sovrana, che si stima avverrà a breve.
Eh già, 90 anni non sono più uno scherzetto, e tutto quel che dovrà essere di domino pubblico sarà deciso al millimetro: il primo ministro inglese, Sir Christopher Geidt, segretario privato della regina dovrà comunicare la notizia.
La morte della Regina è un evento che viene studiato da mezzo secolo: l’ordine dei Paesi “vicini” a cui annunciare la notizia, l’avviso listato di nero davanti a Buckingham Palace, le radio che dovranno trasmettere solo “musica inoffensiva”, i conduttori televisivi vestiti a lutto, e fiumi di inchiostro e coccodrilli per almeno una dozzina di giorni sui giornali internazionali. E il funerale? 12 giorni dopo la morte
Prima di essere seppellito, il corpo della monarca verrà esposto nella camera ardente di Westminister Hall, aperta al pubblico per 23 ore al giorno e qui i suoi sudditi potranno renderle omaggio fino al giorno dei funerali, che si terranno 12 giorni dopo la sua morte.
Per molte persone nate dopo e morte prima, la Regina è stata l’unica monarca che abbiano mai conosciuto. Sarà anche per questo che l’Inghilterra è in crisi? Sarà anche “merito” di questo copione, o anche questa coreografia è riassorbita nel sentimento collettivo come un’appendice pop di una figura mitica, morta e sepolta e risorta più volte dal cinema, dalla musica, dall’arte? (MB)