Lâindagine è partita da La Stampa: pare che il Bonus Cultura, a cui avevano diritto circa 540mila 18enni nel 2016, sia stato un mezzo flop. Anzi, diciamo pure un buco nellâacqua totale, visto che sembra che solo il 6 per cento dei neomaggiorenni abbiano riscattato il premio.
La colpa? Di complessi meccanismi di registrazione, come per esempio lâottenimento della certificazione dellâetĂ digitale (con il sistema informatico dello SPID) e con la 18APP, piattaforma studiata dal Governo per rilasciare il regalo alla cultura. E poi, ancora, pare che librerie, cinema, teatri, musei, negozi musicali e rivenditori di biglietti si siano ben guardati dallâaderire allâiniziativa: secondo La Stampa, infatti, a garantire lâerogazione di questo buono per le nuove generazioni sarebbero in pochi: in 7 comuni su 8 non câè un solo esercizio aderente. E allora via, prolungamento dei termini per la richiesta, e i giovani che â in cambio del corrispettivo in denaro â ha iniziato a vendere i bonus online.
Ci risiamo? La bella favola dei premiati che trova il vuoto ad accoglierli? Azzardiamo un paragone che ci frulla nella testa da parecchio, e che riguarda il cinema. Ogni settimana il Ministero resoconta dei grandi successi dellâiniziativa âCinema2dayâ. Bene, peccato solamente che la stragrande maggioranza dei cinema che aderiscono (gli UCI) si trovino ben al di fuori dei centri urbani, con il conseguente spopolamento delle vecchie sale (che però, per certi versi, sono tutelate nelle loro caratteristiche architettoniche e preservate dal Ministero). Ancora una volta, sembra, si faccia la politica del monumento sul âpiedistallo vuotoâ. Di pubblico. PerchĂŠ da una parte non ci sono âpromozioniâ e dallâaltra mancano i servizi. Come la mettiamo? (MB)