Categorie: Il fatto

Uniti per la terra

di - 29 Agosto 2016
“Andate ai musei in segno di solidarietà con gli abitanti delle zone colpite dal terremoto”, ha scritto negli ultimi giorni, dal sito dei Beni Culturali alle sue pagine social, il Ministro Dario Franceschini.
Bella iniziativa quella di #museums4italy, nel raccogliere fondi per le popolazioni di Pescara del Tronto, Accumoli, Amatrice, a cui stanno facendo seguito promesse (come quella del Papa, che ha dichiarato che presto si recherà tra il reatino e l’Abruzzo), e altre donazioni individuali, come quella promossa niente meno che da Lady Gaga, che senza rinnegare le proprie origini tricolore ha postato su Twitter “Prego per le persone in Italia colpite dal terremoto. La mia famiglia farà una donazione per aiutare a ristrutturare queste bellissime città”.
Intanto, ad ogni modo, a donarsi ieri sono stati praticamente tutti: il MAXXI (che ha devoluto ai territori anche gli incassi di sabato), la Triennale di Milano, la Galleria Nazionale dell’Umbria e anche Pompei, la Galleria Estense di Modena, il Colosseo e la GNAM, il Foro romano e Palatino, Villa Borghese, e ancora il Cenacolo Vinciano e Brera di nuovo a Milano, ma anche il Museo Egizio di Torino.
Una gara dove a sfigurare, un poco, sono i non presenti. Allo stesso modo in cui sfigura il fatto che, a pochissimi anni da L’Aquila, con le ferite ancora sanguinanti – così come quelle dell’Emilia, solo quattro anni fa – vi sia ancora un margine non tanto per un terremoto (visto che il nostro Belpaese è anche “eccellenza” per sismicità), ma per una tragedia di dimensioni colossali come quella in corso. Che attualmente conta qualcosa come poco meno di 300 morti. E che ora dovrà pensare a un’ennesima ricostruzione, sperando che prima o poi ci si metta a lavorare seriamente sulla prevenzione, visto che le prove di eventi del genere ravvicinati nel tempo nonché geograficamente parlando, sono ben più che certezze. (MB)

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