Settemila disegni di Edvard Munch, gratis |

di - 18 Maggio 2018

Il Munch Museum di Oslo pubblica gratuitamente oltre 7.600 disegni dell’artista online, un catalogo digitale ragionato a cui si è liberi di accedervi per qualsiasi scopo, persino il merchandising. Il progetto triennale di digitalizzazione, così, porta avanti la rinuncia delle fee per le immagini di opere non coperte da copyright.
I disegni di Munch, in questo caso, vanno dal 1873, quando Edvard Munch era un ragazzo di dieci anni, fino al 1943, l’anno prima della sua morte. “Ha disegnato incessantemente e quasi ovunque”, dice Stein Olav Henrichsen, direttore del Munch Museum. Oltre il 90% delle opere digitalizzate appartiene al museo, ma il database online include anche elementi provenienti da altre collezioni pubbliche e private.
Gli utenti ora possono consultare gli studi eseguiti per alcuni dei dipinti più famosi dell’artista, tra cui L’Urlo.
“È molto importante rendere pubblici al 100 per cento questi disegni perché offrono un tuffo profondo nei processi creativi dell’artista”. La Bergesen Foundation, una delle più grandi organizzazioni filantropiche norvegesi, ha donato 22 milioni di corone (2,8 milioni di dollari) al progetto, inizialmente per digitalizzare i disegni, ma con ulteriori lavori previsti. La sovvenzione è stata “cruciale”, dice Henrichsen, e contribuirà anche a finanziare una nuova biografia di Munch.
Una selezione dei disegni ovviamente sarà esposta anche nella nuova sede del museo che si aprirà nella zona dei musei sul vicino fiordo nel giugno 2020.
E nel frattempo, il catalogo digitale raisonné potrebbe anche aumentare il mercato per il lavoro dell’artista. “La fama di Munch si basa sproporzionatamente sulla familiarità globale di una singola immagine”, afferma Philip Hook, l’esperto di Sotheby’s, che nel 2012 ha venduto la versione a pastello dell’Urlo per circa 120 milioni di dollari. “L’apertura dell’accesso alle parti meno conosciute della sua opera sono importanti per una comprensione più completa di questo artista straordinario”.

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