Categorie: #iorestoacasa

Videoarte online: gli archivi da tenere a portata di schermo, non solo in questi giorni

di - 30 Marzo 2020

In questo periodo, le opere di videoarte sono le uniche a non soffrire di problemi di fruibilità. Contrariamente a quadri, fotografie, sculture o istallazioni, per i quali l’esperienza dal vivo è difficilmente sostituibile, l’arte dei new media è a portata di mano e di vista, già da prima dell’emergenza coronavirus. Disponibili su diversi archivi online, le opere di videoarte si godono questo momento di massima visibilità, approfittando della nostra momentanea reclusione e della mancanza di “concorrenza” con musei, gallerie e fiere d’arte, tutti occupati a trovare soluzioni alternative per i loro visitatori. Ecco alcune delle piattaforme che mettono a disposizione i loro capolavori digitali.

La Video Data Bank (VDB)

Fondata dalla School of the Art Institute di Chicago nel 1976, la Video Data Bank offre una collezione che vanta circa 6mila opere video di oltre 600 artisti, dai primi pionieri come William Wegman fino ai più contemporanei, come Bill Viola. Visto che la collezione VDB è noleggiabile a un prezzo elevato, periodicamente trasmette gratuitamente in streaming sul suo canale TV VDB il lavoro di un artista, tratto dall’archivio del sito.

UbuWeb

UbuWeb è uno dei principali archivi pubblici di videoarte e media digitali. «É un modo per attirare l’attenzione sul lavoro che normalmente non rientra nei modelli economici tradizionali. Mi piace dire che Ubu presenta opere economicamente prive di valore ma storicamente impagabili». Così spiega il poeta concettuale Kenneth Goldsmit, creatore del sito, concepito nel 1996 – praticamente agli albori dell’internet di massa –   per contribuire alla diffusione di una letteratura d’avanguardia sperimentale. Con l’avanzare della tecnologia, vennero inserite opere audio concettuali come i soundbite di John Cage fino ai più moderni video che portano la firma di artisti come Yoko Ono o Franco Vaccari.

Electronic Arts Intermix (EAI)

L’Organizzazione senza scopo di lucro Electronic Arts Intermix nacque nel 1971 come vetrina per la video art. Le opere solitamente non sono online ma vengono proiettate nella sala di osservazione a New York, previo appuntamento. Ora che la sala è chiusa per la pandemia, la collezione è accessibile online per 20 dollari al mese.

Portrait of Nam June Paik by Lim Young Kyun, 1981

Art 21

L’Organizzazione no profit Art 21, fondata nel 1997, non è specializzata in videoarte, ma offre la possibilità di accedere al processo creativo degli artisti sfruttando i media digitali.  Come spiega la fondatrice: «La maggior parte delle persone non ha la possibilità di parlare con gli artisti. Puoi vedere il loro lavoro, ma rimani lontano dalla persona. Volevo riunire queste esperienze». Così, Art 21 si occupa di creare serie sui lavori artistici che trasmette in streaming e anche su YouTube.

Vimeo e Youtube

Negli ultimi tempi molti artisti che lavorano col digitale hanno deciso di inserire le loro opere su queste piattaforme pubbliche. Anche se non sono siti che si occupano esclusivamente di arte, molti nuovi creativi li utilizzano per aprire il proprio canale in cui è possibile caricare video che restano a disposizione di un pubblico infinito. Oltre ai giovani talenti – e agli influencer – Youtube conserva anche opere di artisti storici come Nam June Paik e Dan Graham.

Per seguire tutte le altre iniziative legate alla campagna #iorestoacasa, potete cliccare qui.

Laureata in storia dell’arte con specializzazione in ambito contemporaneo all’Università La Sapienza di Roma. Durante la sua formazione ha studiato presso l’Universidad de Sevilla e Université Paris Sorbonne IV. I suoi studi si sono concentrati sull’arte andalusa contemporanea, sull’arte contemporanea femminile e gender studies. Ha svolto ricerche nell’archivio parigino AWARE, Archives of Women Artists, Research and Exhibitions, un'associazione co-fondata nel 2014 e diretta dalla celebre curatrice Camille Morineau. Tra il 2014 e il 2016 ha scritto per The Walkman Magazine e dal 2019 collabora con Exibart. In questi anni si è occupata di progetti di curatela come assistente di galleria e ha partecipato al Workshop Narrare per immagini al MAXXI e al progetto I had a dream, organizzato nel 2018 dalla Moleskine Foundation, insieme al curatore Simon Njami presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.

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Tag: Bill Viola dan graham franco vaccari John Cage Kenneth Goldsmit Nam June Paik videarte william wegman Yoko Ono

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