Un’estrema cura, con la quale si analizza e considera dal più piccolo particolare dell’opera all’intero impianto espositivo, contraddistingue il lavoro di Carla Mattii (Fermo, 1971). Una ricerca complessa che ad una concezione limpida accompagna l’attenta scelta dei materiali utilizzati. Con la fotografia l’artista sottopone all’osservatore le sue cavie. Dopo aver selezionato una specie botanica, fra centinaia esistenti, procede ad un innesto, avvalendosi di ago e filo, con un’altra estranea. Operazione che dà vita a una nuova specie che, pur sempre organica, è ormai un ibrido senza possibilità evolutive. Ritoccata al computer, che ne esalta i riflessi e la brillantezza dei colori, l’immagine della nuova creatura, con il suo fondo neutro, morbosamente cattura il nostro sguardo.
In questa personale, che conclude la stagione Nudi come vermi della Galleria Marconi, Mattii presenta in modo completo il suo lavoro, esponendo, oltre alle fotografie, anche le stampe, le sculture e i kit di montaggio. Foglie, pistilli, petali, dopo essere stati scelti dall’artista, vengono acquisiti sul computer attraverso uno scanner 3D. In questo modo l’elemento naturale, con tutte le sue imperfezioni e irregolarità, diventa componente da poter assemblare a piacimento, secondo infinite varianti. I rendering in 3D dei nuovi fiori creati dalla Mattii vengono stampati ed esposti in mostra con l’aggiunta di una griglia geometrica che ne determina la collocazione spaziale. Grafici dominati da un’estrema sobrietà, orientati al bianco più puro, che vengono a bilanciare i toni accesi delle fotografie.
Seguendo questo stesso criterio, nell’atrio della galleria, l’artista affianca ad una fotografia tre composizioni plastiche che si ottengono, ognuna, da una lastra di plexiglas incisa che, successivamente al calco in gomma siliconica, viene realizzata in resina. Un materiale bianco in cui vediamo riprodotti i rendering in 3D delle composizioni.
Tornando allo spazio espositivo principale, poggiati su due piedistalli poligonali, sono esposti due fiori di grandi dimensioni, inesistenti in natura e ottenuti con la simulazione tridimensionale, durante la quale vengono uniti i vari elementi vegetali a disposizione. Realizzate con l’uso di una macchina per la prototipazione rapida, tecnologia impiegata nell’industria, le sculture della Mattii vengono ottenute sparando nylon ad alta pressione. Singolarmente, ogni elemento, foglia o petalo, acquisito precedentemente dall’artista, diventa concreto e tangibile attraverso l’uso del nylon sinterizzato. Attraverso il medesimo processo di prototipazione rapida la Mattii crea anche dei kit, delle strutture che citano apertamente le griglie per modellismo. Quattro i kit in mostra di cui tre più piccoli e uno con cui, utilizzando i pezzi, si possono ottenere fino a dieci tipi di fiori diversi.
Un lavoro affascinante che sembra dare i mezzi e il potere per costruire la natura che preferiamo. Tutto diventa espressione di quella bellezza, perfezione, artificiale, inseguita con la chirurgia estetica, la clonazione, gli OGM.
Contemporaneamente, mosso da uno spirito ecologista, il Sure Creative Lab propone The Garden Angel nella Louse Gallery. Una coloratissima installazione introduce un originale videogioco dove, attraverso uno schermo interattivo, possiamo consentire ai fiori di crescere, indirizzando nella loro direzione le gocce di pioggia e allontanando quelle di colore nero che, inquinate, farebbero avvizzire e morire tutto ciò che è intorno.
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cristina petrelli
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