Platone definiva l’arte come copia copiae, riproposizione delle forme sensibili che compongono il reale. Viene da chiedersi che cosa avrebbe detto trovandosi di fronte alle opere della cartella Omaggio a Picasso esposte nell’ex chiesa di S. Agostino di Civitanova Marche, dove i soggetti riprodotti non sono spicchi di realtà, ma altrettante opere d’arte tratte dalla pressoché infinita produzione di Pablo Picasso (Malaga 1888 – Mougin 1973).
La raffinatissima operazione culturale alla base della realizzazione di questa cartella è stata pensata e fortemente voluta dal critico Wieland Schmied, che, a partire dal 1973, anno di morte di Picasso, ha chiamato a raccolta decine tra i più quotati autori del mondo occidentale e li ha invitati ad entrare nell’universo Picasso. I sessantanove artisti coinvolti non possono certo essere considerati emuli diretti del grande maestro spagnolo, allievi o seguaci: sono artisti compiuti ed affermati, certo influenzati dalla profonda rivoluzione apportata da Picasso nell’arte del Ventesimo secolo, ma ognuno dotato di una personalissima ed autonoma carica espressiva, che si divertono ad affondare le mani nei “tanti stili” di Picasso, estrapolandone frammenti e motivi, da ereditare e riproporre una volta filtrati dalla propria sensibilità. Ognuno gioca a suo modo con l’eredità dal Gran Fabbro spagnolo: il conterraneo Joan Mirò (Montroig 1893 – Palma di Maiorca 1983) ne evoca la presenza citandone il nome tra i sinuosi e primitivi tentacoli della scrittura automatica; Jiři Kolàř (Protìvin 1914 – Praga 2002) dilata nello spazio e nel tempo le Demoiselles d’Avignon;
Ma il primo e il più profondo interprete di Picasso è stato Picasso stesso: spinto da un impulso vitale e creativo che non ha mai conosciuto soste, per tutta una vita Picasso ha riletto sé stesso, i propri stili e tecniche espressive, ha mutato, trasformato, mescolato, stravolto, negato e rifondato. Tra le oltre ottanta opere dell’autore -incisioni, illustrazioni, ceramiche e sculture- presentate nella pinacoteca Moretti, spicca per rilevanza storica l’acquaforte Pasto frugale, che segna nel 1904 l’inizio dell’effettiva attività incisoria di Picasso. Inesauribile fertilità creativa e grande abilità artigianale hanno fatto delle sue incisioni una delle più alte espressioni di tutto il Novecento: non più e non solo studi preparatori da tradurre in pittura, ma opere compiute e fini a se stesse, osservatorio privilegiato sul suo infinito lavoro di ricerca formale e di rielaborazione di stili e temi passati.
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Sito ufficiale di Pablo Picasso
Sito del famoso museo Picasso di Barcellona
francesca iacopini
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