Precursore di Breton e dell’ondata onirica degli anni ‘20, Klinger apre la prima sezione della
mostra con alcune incisioni tratte dall’Opus XII: Notte o Rapimento della luce affascinano chiunque grazie al
romanticismo erotico dei tratti grafici, evocativi di un mondo mitico a metà
tra il sogno e la passione musicale. Il Simbolismo continua poi con Bocklin,
Nomellini e Previati, segnando un’anteprima temporale
che porta al Surrealismo.
Sezione più ampia della mostra e avanguardia più speculata
nell’ambito delle esposizioni, nei “surrealismi” Beatrice ha voluto includere
tutti i più grandi nomi del Novecneto, inserendo il recente olio di Botero Bedroom per arrivare alle narrazioni
oniriche di Chagall. Presenti anche diversi lavori dell’artista belga Delvaux con le sue donne fredde e
inquiete dagli occhi neri, insieme all’immancabile Dalí e Tanguy, seguiti da una cospicua presenza
di Ernst.
Un inaspettato Klee si inserisce con le sue geometrie delicate da
Astrattismo fuori tema, accompagnando il fruitore verso la fine della sezione,
che termina con il linguaggio visivo dei paradossi magrittiani, oltre a Masson e Miró. L’ampia selezione fotografica
dei First-Steps
e dei Manichini
include nella mostra anche Man Ray, segnando il passaggio espositivo dal Surrealismo
figurativo a quello cinematografico.
Con “celluloidi” si apre la terza sezione, che mira alle
pellicole felliniane e alla raccolta di alcune illustrazioni tratte dal Libro
dei Sogni. Film
quali Lo sceicco bianco o La voce della Luna contestualizzano il regista italiano nella messa in scena
filmica di quanto osservato sino ad ora in pittura. Altre pellicole oniriche
proseguono negli angoli alti dei pannelli espositivi, con Buñuel e Hitchcock o l’azzardato Film di Beckett, e nonostante l’ottimo lavoro installativo
dell’architetto Ferroni, creano un disordine visivo in cui è facile perdere la
concentrazione: immagine filmica e pittorica distraggono il percorso della
mostra, già difficile per la vastità delle opere scelte.
Con Sleep di Warhol e David Beckham Sleeping di Taylor-Wood si confeziona il tema del sogno
nell’ambito del sonno e si arriva all’ultima sezione con i “contemporanei”. Qui
le tecniche miste di Gallizio o I diavoli di Paladino, insieme all’inchiostro bic su vetro di Murano nella
scultura di Fabre,
chiudono la mostra lasciando suggestioni affascinanti ma interrotte e
frammentate, perché affrontate in un unicum. Tronfio del mondo onirico da cui
è tutto facilmente scaturibile, Teatro del sogno porta tuttavia con sé una buona
dose di arte che vale sempre la pena osservare, indipendentemente dal tema.
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mostra visitata il 24 settembre 2010
dal 23 settembre 2010 al 9 gennaio 2011
Teatro del Sogno. Da Chagall a Fellini
a cura di Luca Beatrice
GNU – Galleria Nazionale dell’Umbria – Palazzo dei
Priori
Corso Vannucci, 19 – 06100 Perugia
Orario: da martedì a domenica ore 9.30-19.30 (la
biglietteria chiude un’ora prima)
Ingresso: intero € 9; ridotto € 7
Catalogo Giunti
Info: tel. 199151123 / +39
0755721009; fax +39 0755741400; info@gallerianazionaleumbria.it;
www.gallerianazionaleumbria.it
[exibart]
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Da quello che mi è parso abbastanza chiaro dalla lettura dei comunicati Beatrice di suo ci ha messo il testo critico o poco più ottenendo al solito grande visibilità
BEATRICE: Dimmi come scrivi ti dirò chi sei.
Pubblicità, Zapping, Mondanità, Potere. TUTTO FINISCE NEL LUOGO COMUNE.