Categorie: Mercato

Cosa si vende a Madrid?

di - 27 Febbraio 2016
Iniziano i conti a Madrid, la fiera si avvia a conclusione e festeggia la trentacinquesima edizione con dei buoni risultati soprattutto per le grandi gallerie internazionali che hanno preso parte alla sezione Imagining other futures. Il più fedele in questi anni è Lelong, che dal 1982 ha presenziato ad ogni edizione di ARCO, «Ci piace venire a ARCO. Abbiamo sempre avuto diverse ragioni per venire qui, ad esempio la nostra forte relazione con l’arte spagnola, come nel corso degli anni abbiamo lavorato con molti artisti spagnoli, come Joan Miró, Tàpies, Eduardo Chillida, Plensa, e Uslé», proprio Tàpies era uno dei protagonisti dello stand della galleria, insieme a Etel Adnan, Günther Förg, Jaume Plensa e Sean Scully. Tra i venduti una scultura di David Nash, un disegno su iPad di David Hockney venduto a 28mila euro, e una piccola scultura di Jannis Kounellis pagata 8mila euro. Grandi entusiasmi dalla londinese Lisson Gallery, forse dovuto alla presenza in due sezioni della fiera, che nei primi due giorni ha venduto un disegno di Jorinde Voigt per un prezzo compreso tra i 100mila e i 150mila euro, e un lavoro di Angela de la Cruz, venduto per una cifra compresa tra i 20mila e i 50mila euro. Tra i migliori stand della fiera secondo artnet, Air de Paris situata in una posizione privilegiata, ha messo in mostra una presentazione straordinaria di opere di Dorothy Iannone e sua madre, Sarah Pucci, non aveva venduto ancora nessun lavoro all’inizio del secondo giorno, anche se il rumor che serpeggia nei corridoi, la ARCO Fondazione era nella rosa dei candidati per l’acquisizione, ma oltre l’interesse pare che nulla sia stato confermato.
Molti sono stati attratti anche dalla galleria di Richard Saltoun, ma il più importante tra tutti è stato il Museo Reina Sofia, ma nessun accordo è stato sigillato.
Il lavoro più caro di tutti lo ha venduto la Galleria Thaddaeus Ropac che ha incassato un milione e mezzo per una scultura in bronzo di Georg Baselitz.
L’atmosfera ottimista delle gallerie spagnole anche se il gruppo delle gallerie blue chip sebbene abbia conferito un’aura di eleganza alla fiera, non ha spinto le vendite nei primi giorni di fiera per le altre gallerie.
Ma ad ARCO già si guarda al futuro, annunciando l’edizione del 2017, che confermerà la sua formula storica, con le tre sezioni Programa General, Solo Projects e Opening, e in cui tutta l’attenzione sarà puntata sull’Argentina, Paese invitato a presentare un focus sulla situazione del suo mercato, che promette che non mancheranno nomi come Adrián Villar Rojas, Amalia Pica o Pablo Bronstein. (Roberta Pucci)

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