22 gennaio 2021

Un tavolo permanente per i lavoratori della cultura: c’è il decreto

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Il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, firma il decreto per l’istituzione di un tavolo permanente per tutelare i lavoratori della cultura. Uno strumento in vista del Recovery Plan?

In questi lunghi mesi di emergenza, spesso abbiamo scritto delle difficoltà che i lavoratori del settore della cultura hanno dovuto affrontare. Per far fronte alla situazione, il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo ha elargito fondi in diverse tranche, ripartite tra i vari comparti dell’arte, dello spettacolo, del cinema, del turismo. Ma, come appariva evidente già a seguito del nostro sondaggio dedicato agli operatori culturali, le contromisure assistenziali – per quanto sacrosante – sono servite tuttalpiù a contenere la crisi ma non a sanare un settore flagellato dalla precarietà. Contratti poco chiari e difficilmente inquadrabili rendono difficoltoso anche il ricorso alle sovvenzioni ministeriali che, comunque, vengono elargite in base a parametri ben definiti. Per venire incontro a esigenze così eterogenee, il ministro Dario Franceschini ha firmato il decreto ministeriale che istituisce il tavolo permanente per la tutela dei lavoratori degli istituti e luoghi della cultura.

Chi si siederà al tavolo permanente dei lavoratori della cultura

«Nasce il tavolo permanente per i lavoratori dei musei, degli archivi e delle biblioteche, un nuovo spazio istituzionale per un costante ascolto delle esigenze dei professionisti di uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia», ha dichiarato Franceschini. Compito principale del tavolo sarà quello di esaminare le problematiche connesse all’emergenza da Covid-19 nel settore di competenza, per valutare l’adozione delle iniziate più opportune, per rimediare ai danni diretti e indiretti derivanti dall’emergenza sanitaria.

Il Tavolo è presieduto dal Direttore generale musei, Massimo Osanna, ed è composto dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni di settore. Vi partecipano anche il Direttore generale Archivi, Anna Maria Buzzi, e il Direttore generale Biblioteche e diritto autore, Paola Passarelli. Inoltre, possono essere invitati a partecipare alle riunioni del Tavolo esperti e rappresentanti delle istituzioni, in considerazione dei temi trattati. Tavolo opererà senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Ai componenti del Tavolo non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese o altri emolumenti.

Uno strumento per andare oltre la crisi

Insomma, uno strumento che tornerà utile soprattutto in vista dei fondi europei del Next Generation EU e del Recovery Plan (ne scrivevamo nel dettaglio qui). «In vista delle misure di rilancio si rafforza così il dialogo e il confronto già intrapreso dal Ministero per la definizione degli interventi di ristoro», ha aggiunto Franceschini che, nei giorni scorsi, alla Camera dei Deputati, ha parlato anche di nuove assunzioni pubbliche, necessarie per Cabbassare l’età media del personale e portare giovani professionalità all’interno della pubblica amministrazione».

Nel piano triennale 2021-2023, è stato previsto il reclutamento di 250 professionalità specialistiche di qualifica dirigenziale, tra bibliotecari, archivisti, storici dell’arte, architetti, paleontologi. Una goccia nel mare ma, a far ben sperare, più che questo piano di assunzioni, la possibilità, almeno per gli Istituti Autonomi, di ricorrere a contratti diretti di collaborazione per professionisti esperti in materia di tutela del patrimonio culturale, superando così le lungaggini – e i costi – dei concorsi pubblici.

Le richieste di PAP e di AMACI

Intanto, a far sentire la propria voce è stato il PAP – Patto per le Arti Performative, associazione formata da organismi di rappresentanza dello Spettacolo dal Vivo, Teatro, Musica, Danza e Circo. In una lettera inviata ieri a Franceschini, i membri del PAP hanno chiesto «ingenti ristori», che «occorrono subito». «Già nell’imminente “Decreto Ristori 5” il nostro settore dovrà essere tra quelli maggiormente sostenuti: confermando l’indennità ai Lavoratori dello Spettacolo per tutti i mesi in cui saremo chiusi; garantendo sostegno alle imprese attraverso il recupero del mancato fatturato, utilizzando come base per il calcolo delle perdite i mesi di marzo/aprile/maggio e novembre/dicembre 2019-2020; prevedendo un aiuto per i canoni di affitto tramite riconferma del credito di imposta (come a ottobre, novembre, dicembre 2020)», si legge nella lettera.

Pochi giorni fa, inoltre, AMACI, la rete che riunisce i musei d’arte contemporanea italiani, ha inviato un’altra lettera, indirizzata anche al Presidente Giuseppe Conte, per chiarire la questione delle riaperture e «riconsiderare le norme vigenti e in particolare il vincolo nei soli giorni feriali».

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