02 giugno 2022

RAMM:ΣLL:ZΣΣ, Ransom Notes: Selected artwork 1983-1993 – Kunsthall

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RAMM:ΣLL:ZΣΣ rimane un artista centrale per comprendere la scena primigenia della street art americana e l’evoluzione degli stili del writing: Oslo lo omaggia

RAMM:ΣLL:ZΣΣ, Ransom Notes: Selected artwork 1983-1993, vista della mostra

Queste note di riscatto, praticamente una antologica di RAMM:ΣLL:ZΣΣ in mostra a distanza di 12 anni dalla morte dell’artista sono una preziosa collezione passata quasi inosservata nei circuiti dell’arte contemporanea cittadini. Indaffarati a comprendere i nuovi giochi di ruolo della politiche museali cittadine, gli artisti e gli operatori culturali oramai inseguono le prospettive future dei nuovi contenitori per l’arte contemporanea (Munch Museum e National Museum) e spesso ciò avviene a discapito di un serio sguardo sul passato prossimo come questo in mostra alla Kunsthall di Oslo.
RAMM:ΣLL:ZΣΣ rimane un artista centrale per comprendere la scena primigenia della street art americana e l’evoluzione degli stili del writing e non a caso il suo nome é associato a personalità del calibro di Jean Michel Basquiat, Fred Braithwaite (Fab 5 Freddy) Keith Haring o Kenny Scharf ed in connessione con le primissime manifestazioni della indimenticabile epoca aurea della graffit art non solo newyorkese. Dalla mostra seminale “Beyond Words”, il padre del Gothic Futurism non ha cessato fino alla sua morte di esplorare territori ai confini tra la parola e l’immagine, con una propensione alla teoria che sarebbe sicuramente piaciuta anche ad un maestro del lettrismo come Isidore Isou. Il suo testo Iconic Treatise Gothic Futurism Assassin Knowledge Of The Remanipulated Square del 1979 circolò quasi clandestinamente nei circuito dei writers ed in Italia fu introdotto da Francesca Alinovi e Corrado Levi che lo invitò alle sue famose lezioni-seminari al Politecnico di Milano.

RAMM:ΣLL:ZΣΣ, Ransom Notes: Selected artwork 1983-1993, vista della mostra

Il panzerismo iconoclasta irradiato dalla filosofia dell’equazione RAMM:ΣLL:ZΣΣ con le sue lettere armate é diventato diventato storia nelle collezioni del Moma ma ancor più EG, l’Evolution Griller superstar del tagging sull’A train ha lasciato una indelebile traccia, preziosa come quella degli incunaboli dei manoscritti medievali e degli ammanuensi da lui amati. Il suo studio a New York conosciuto come la Battle Station ha prodotto attraverso l’accumulo e la stratificazione un grado altissimo di manierismo ed una mitologia personale davvero unica. In mostra tante bellissime calligrafie e assemblages dal 1983 al 1993.

RAMM:ΣLL:ZΣΣ, Ransom Notes: Selected artwork 1983-1993, vista della mostra

Ho conosciuto personalmente alcune delle lettere armate dell’artista, perché questo alfabeto era stato adottato da street artists di grande talento, A one per fare solo un nome, e ricordo questo momento come una sessione di squarcio sul futuro. Dal suo street urbanism ancora emanano ricadute filosofiche attualissime. In tempi di digital art e nft basti ricordare che l’artista RAMM:ΣLL:ZΣΣ fu il primo a teorizzare l’idea di non emozionalità dell’artista, connessa alla militanza, punti strettissimi di vicinanza tra performace art, musica e writing fino ad intravedere l’orrore scientifico del Transversus (qualche similitudine con il Metaverso). Così tra commodities and Odds God che popolavano l’ universo atomico dei primi ottanta, prolungatosi fino ad oggi, é interessante comprendere che le basi per il discorso sulle micro e macro economies ed i crimini meccanici e digitali di oggi popolavano la meterologia dei giovanissimi artisti di ieri. Questa mostra curata da Maxwell Wolf di @newcanons che spero itinenrante ha tutte le carte per scrutare la natura di un arte virale che da sempre vive nel futuro.

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