L’esposizione è stata allestita nelle stesse sale che l’anno scorso furono restaurate per ospitare la personale di Francesco Clemente.
Questa volta alle quattro sale non sono state destinate soltanto poche tele di grandi dimensioni, ma un’importante installazione e un discreto numero di quadri e sculture, tutte di rilievo, attraverso le quali è possibile (a differenza di quanto avvenne con la mostra di Clemente) farsi un’idea precisa della multiforme attività di Jeff Koons.
Ciò che salta agli occhi è la componente ludica non solo delle iconografie scelte (come per il grande “Cane palloncino”, la grande installazione della sala centrale; il “Coniglio”che ritrae un coniglio gonfiabile; il “Trenino d’acciao”…) ma anche, e soprattutto, dell’approccio che alcuni dei lavori richiedono per essere compresi.
Tutte le opere in mostra, infatti, si impongono per la loro sfacciata chiarezza comunicativa perché fanno riferimento a quella fantastica atmosfera di cui è circondato il mondo dei giochi infantili, in cui la realtà e l’immaginazione si sovrappongono e si confondono.
La fase del gioco è un periodo della crescita fondamentale nell’educazione infantile. Tutti abbiamo attraversato questa fase, così nella realtà del gioco Koons sembra aver trovato una dimensione in cui tutti possono comprenderlo o semplicemente interagire con lui. Nel gioco i bambini (Koons stesso ha dedicato questa mostra a suo figlio, nato dall’amore tempestoso con la pornostar Cicciolina) mettono in scena cose che nella realtà appaiono impossibili, ma
Solo in questo mondo è possibile, infatti, che un vigile parli con un orso gigante o che un maiale sia trascinato insieme da un bambino e da alcuni angioletti, così come sembra possibile soltanto in una Disneyland o in un gigantesco parco dei divertimenti che si possano realizzare monumenti… ai palloncini.
Anche le opere che forse maggiormente si addicono all’ambiente d’un antico museo, come il busto di “Luigi XIV” o quella della seicentesca “Fanciulla italiana”, per la lucentezza dell’acciao inox con cui sono realizzati, sembrano essere più che il calco di capolavori barocchi, l’ingrandimento di modellini per bambini.
Il riferimento di Koons al mondo dei giochi infantili può avere una particolare
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