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Fino al 19.V.2018 | Shelagh Wakely, A different kind of reality | Tiziana Di Caro, Napoli

di - 4 Settembre 2018
Una visita alla galleria d’arte Tiziana Di Caro stimola conoscenze e suggestioni. Coinvolgente il luogo dove si trova, piazzetta Nilo, il cuore del centro antico di Napoli: la chiesa di Sant’Angelo a Nilo con magnifici dipinti del barocco napoletano, dove però si va soprattutto per guardare una formella di Donatello (un nome famoso è, come un marchio di fabbrica, una garanzia), un’edicola consacrata a Maradona con la reliquia dei suoi capelli, l’antichissima statua del Nilo, la strada affollata e mandrie di turisti appresso al bastone alzato dalla guida, una friggitoria con panzarotti e crocchè, una pasticceria con sfogliatelle e babà e un negozio di un po’ di tutto e di bandiere della squadra di calcio del Napoli con lo stemma borbonico al centro. Uno stemma è anche sul soffitto dell’androne del palazzo de Sangro, curve e colori forti di un’arte antica, contemporanea arte astratta: è lo stemma della famiglia, lo indica con orgoglio il portinaio. Nel cortile, una porticina di legno marrone si apre su una breve scalinata che porta alla galleria, un posto riservato, elegante; contribuisce a dargli tono la signora che gentilmente mi accoglie, Alessia, dai lunghi capelli castani e dallo sguardo attento. Oltre l’ingresso colpisce, alzando gli occhi al soffitto, un bell’affresco dalla magica prospettiva: un uomo dalle vesti rosse e blu (un Cristo) e altre figure si levano sulle rocce intorno a un lago (…di Tiberiade? è l’evangelico episodio della pesca miracolosa?). Sulla parete di fronte si impone all’attenzione ancora qualcosa di bello: un grande quadro (154×155), quasi un perfetto quadrato. Sul fondo nero, fatto di stoffa irregolarmente tagliata, un intrigante disegno realizzato con foglia d’oro. Una striscia irregolare di oro zecchino, in alcuni punti appoggiata, altrove rialzata, sulla stoffa nera, forma ghirigori che si compongono, a destra, in movimenti circolari e, a sinistra, in guizzi liberi e casuali. L’oro risalta sul nero, è luce che abbacina, luce vitale e regale. É A second Enchantment-Gold, un’opera luminosa che affascina e incanta.

È di Shelagh Wakely (1932-2011), la protagonista della mostra curata da Paola Ugolini e organizzata in collaborazione con Richard Saltoun. Shelagh era un’inglese nata in Kenya, al tempo colonia inglese, che diventò, dopo la rivolta dei sanguinari Mau Mau, pericolosa per gli europei, per la qualcosa la sua famiglia fece ritorno in Inghilterra. Qui, in ricordo delle vaste piantagioni keniote, Shelagh iniziò a studiare agraria. Ma si accorse che non era questa la sua strada: voleva esprimere se stessa ma la sua anima non era contadina. E si diede all’arte. Studiò pittura e tecnica di stampa su tessuto. Si esprimeva, quindi, in disegni astratti, in un mondo non figurativo. Per poi darsi alla scultura di forme sempre sottili, leggere, come sono le sue installazioni, per le quali – si legge in nota – viene considerata una pioniera. Anche altre opere che vediamo in mostra sono arte delicata, rarefatta nei dolci colori del celeste e, soprattutto, del rosa. Come Voices, in cui Shelagh cerca di tradurre in visione l’ascolto; e sono, trillanti e carezzevoli, tante voci, femminili, diverse e mutevoli: è un movimento visivo di voci. Un’idea che anche altri artisti hanno avuto, osservando che le arti, tutte, hanno dei ritmi. Ma in questa mostra, la Wakely rivela anche effimeri aspetti della realtà, esprimendo, in contempo, suoi passeggeri sentimenti prodotti dall’osservazione di piccole cose. Ed ecco, perciò, qui, tanti piccoli, semplici disegni realizzati con il filo di cotone nero, sul panno bianco. O, addirittura, disegni di spilli appuntati su carta, tutti in linea retta. In fondo, oggetti sartoriali, della sua particolare esperienza di vita. La Wakely è come quegli artisti d’oggi che non seguono alcuna scuola e le loro basi sono varie, a volte vaghe, esperienze personali. Per questa sua mostra, non occorre conoscere la storia dell’arte. Si può gustare e capire così: semplicemente osservandola.
Adriana Dragoni
mostra visitata il 10 aprile
Dal 24 marzo al 19 maggio 2018
Shelagh Wakely, A different kind of reality
Galleria Tiziana Di Caro
Piazzetta Nilo, 7 – 80134, Napoli
Orari: da martedì a sabato, dalle 15:00 alle 20:00 o su appuntamento
Info: info@tizianadicaro.it

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